La pagella delle uscite settimanali

7 e 1/2 a Oceano Paradiso di Chiello. Una ventata d’aria fresca, finalmente Chiello sembra essere uscito dal guscio, da una sorta di “gabbia” e mi riferisco agli FSK, nella quale non riusciva a esprimersi al 100%. In questo disco si è letteralmente messo a nudo, in un viaggio sonoro che spazia dal punk, al pop rock, a suoni più retró, in un mix decisamente inedito e che gli calza a pennello. È tormentato Chiello, sofferente, carico di emozioni ed ansie e ce le racconta tutte, attraverso immagini semplici e perfettamente comprensibili. Riesce ad arrivare a più generazioni, a parlare la lingua dei suoi coetanei, ma a farsi capire anche da persone più adulte. Oceano Paradiso è un ottimo disco, fatto da un artista che è a tutti gli effetti una delle voci più promettenti del panorama urban italiano.

6 a Uhlala di Sfera Ebbasta. La tipica canzone alla Sfera Ebbasta, che scorre bene, risulta piacevole all’ascolto con il solito ritornello catchy che ti entra in testa al primo ascolto. Come tutte le canzoni di Sfera degli ultimi 3 anni, anche Uhlala è da ascoltare senza impegno e con la presa bene, perché alla fine Sfera dice sempre le stesse cose. Anche in Uhlala ci racconta del parallelismo tra la sua vita di prima e quella di adesso, della serie prima non avevo niente adesso ho tutto.

5 a Triste di Sfera Ebbasta feat. Feid. Eccoci nel pop alla Sfera Ebbasta con un po’ di latino che non guasta mai. Feid è una star colombiana e lui e Sfera nel brano parlano di una lei dal cuore congelato, che per il fascino maledetto di soldi e celebrità ha rinunciato a scappare con il vero amore. La strofa di Sfera ha un non so che di bambinesco, che ricorda una delle peggio strofe alla 883. Nel complesso la canzone si inserisce perfettamente nel mood pop poco impegnato che domina Famoso.

7 a La mia noia di Nayt. Su un beat cupo e dalle sonorità anni ‘90, Nayt ci propone il brano più riflessivo della sua discografia. Un brano nel quale tocca argomenti attuali e complessi, esprime amarezza e critica e ragiona su come la vita cambi e noi con essa. La mia noia è un brano decisamente toccante, sia per il ritmo sonoro, sia per le parole e i temi affrontati da Nayt, che tocca l’apice dei suoi ragionamenti nella seconda strofa, dove dice “vita amara, tu fai gli occhi dolci, vuoto che mi colmi
Nei miei occhi morti vedi il mio passato e i suoi ricordi
Mo’ che butto i soldi perché tanto non ci compro il tempo
Un ragazzino sveglio butta il tempo dietro a pochi soldi
”.

6 e 1/2 a Sur La Lune di Axos. È un brano veramente strano questo di Axos, che si discosta molto da come siamo soliti sentirlo e che sembra dare il via a un nuovo percorso artistico. È una canzone inclassificabile che non si inserisce in nessun genere preciso, ma che sa solo di parole, musica ed emozioni. Axos ha messo in mostra tutta la sua versatilità ed eclettismo, dando forma a un immaginario potente e profondo, ma allo stesso tempo fresco e innovativo. Un viaggio fra terra e luna, poesia e rabbia, genio e follia, un’alternanza che troviamo anche nel beat, che a un certo punto cambia completamente rotta portandoci, insieme alle parole di Axos, in un mood diverso. Nel testo l’artista alterna l’italiano al francese e all’inglese, e ci parla di Dio, della sua vita, dei suoi pensieri e di sua figlia. Sicuramente questo è un Axos inedito, che colpirà molti per la struttura particolare del brano, ma che lascerà deluso chi si aspettava di sentire il solito Axos.

6 a JUNGLE di Rhove. “Stiamo portando una nuova wave, no armi, no droga, solo sport, adrenalina e flessioni” scriveva Rhove su Twitter qualche giorno fa ed è esattamente quello che sta facendo. Jungle è un brano energico, nel quale ritmo tribale e sonorità hip-hop fanno da tappeto sonoro sul quale Rhove mescola italiano e parole in francese e parla della provincia in modo diverso, meno cupo e street, come una sorta di ventata d’aria fresca. In Jungle Rhove dice davvero poco niente, il testo è scarno, ma è accompagnato da un modo di dire le parole e da un ritmo talmente incalzante che colpisce e fa perdere di vista i dettagli più tecnici.

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