La pagella delle uscite settimanali
7 a Il Ritorno del Vero di Side Baby. “Trapper diventato rapper, l’ho fatto davvero” dice Side in Fontanelle e Sampietrini, il brano che ha anticipato il disco, e in parte l’ha fatto veramente. Il Ritorno del Vero è un disco cupo, che sembra essere stato scritto di getto da Side, quasi per necessità di mettere nero su bianco i suoi pensieri e le sue emozioni, come una sorta di ricerca della verità. Side non fugge più dal suo passato, nè dai suoi errori, appare molto più consapevole e meno tormentato, e ora pensa al futuro e racconta il suo vissuto in modo più distaccato. Gli argomenti girano intorno a tre elementi principali: il senso di appartenenza alla famiglia, intesa sia come legami di sangue che di amicizia, Roma con tutti i suoi lati anche oscuri e il rispetto. E poi c’è la verità, l’essere vero, il rappresentare e raccontare ciò che si è realmente e che è stato visto davvero, che poi, a partire dal titolo, è un po’ il fulcro dell’intero progetto.
Il binomio con Sick Luke è più che mai solido, le basi accompagnano perfettamente i racconti cupi e crudi di Side, quasi come in una sorta di ritorno alle origini, a quel 2016 quando tutto è iniziato, ma con uno sguardo, sia a livello di racconti, sia di suoni, rivolto al futuro, ai sogni e alla voglia di affermarsi di Side.
7 a C’era Una Volta di Leon Faun. Quando si parla di Leon Faun si parla automaticamente del fantasy rap, perché in un certo senso è stato l’apripista di questo filone. Del resto Leon Faun rappresenta nella sua musica il suo personale mondo costellato di riferimenti che attingono dal suo ricco bagaglio di libri, fumetti, giochi e film che lo hanno formato fin dall’infanzia, con testi e giochi di parole dal carattere immaginifico. Eppure in C’era una volta non troviamo solo richiami fiabeschi, ma anche un lato più intimo di Leon Faun e la sua volontà di raccontarsi distaccandosi dai mondi immaginari che erano al centro delle sue canzoni. E così ci parla di delusioni e ambizioni, dimostrando le sue doti di scrittura e la capacità di alternare flow differenti e articolati con grande versatilità, caratteristica propria anche degli ospiti di C’era una volta: Madame, Ernia e Dani Faiv.
7 e 1/2 a Totem Ultimate Edition di En?gma. Dopo 4 episodi, il Totem di En?gma giunge alla fine. Un cerchio che si chiude, una saga che si chiude, un po’ come quando arrivi alla stagione finale di una serie che hai tanto amato e i casi sono due: o ti delude, o ti colpisce talmente tanto che ti dispiace sia finita. Beh, En?gma ha chiuso la serie Totem con il botto. Basta mettere play per capire che, già dalla prima traccia, Luthor con Gemitaiz, il viaggio sarà una figata. E se la prima traccia è la più importante perché è quella in grado di catturare o meno l’attenzione dell’ascoltatore, anche le altre non sono da meno. Rap, rime, punchlines e contenuti fanno da collante a questo progetto. Gli ospiti sono tanti e molto variegati: Gemitaiz, Maruego, Cromo, Murunutu, Not Good, NOIA, Silent Bob, L’Elfo, Shade, Claver Gold, Eddy Veerus e Louis Dee. Ma c’è una cosa che accomuna tutte queste collaborazioni: il senso di sintonia che si respira ascoltando le tracce. Totem è un disco difficile da raccontare, ma vario nei suoni, nei flow, nel ritmo e nei racconti, a fare da collante è En?gma che è come se avesse scritto una nuova pagina di rap italiano. Dopo aver ascoltato il disco, quello che pensi è allora si può fare rap anche raccontando qualcosa, anche nel 2021, si possono usare suoni più classici e suoni decisamente moderni e d’avanguardia e rapparci sopra. Fantastico.
8 a L’ultimo a morire deluxe di Speranza. L’ultimo a morire è stato uno dei dischi migliori del 2020 e nella sua deluxe, Speranza fa un ulteriore passo avanti. A iniziare da Domani Smetto, un banger su una base decisamente potente che a tratti strizza l’occhio all’elettronica, dove Speranza alterna la sua tipica fotta e grinta e momenti più rilassati. Il brano apre perfettamente le porte a Solo con Nitro, la canzone più intima dell’intera deluxe. Con Gemitaiz & MadMan in 100 Anni, Speranza ci porta nella sua versione della house music con un brano potentissimo ed energico, energia e fotta che troviamo anche in Glovo e in Calibro 9, la traccia più street del progetto arricchita dal featuring di Jake La Furia. Speranza ha dimostrato ancora una volta di essere estremamente versatile, di saper portare le sue rime e la sua grinta su ogni tipo di base senza perdere mai la sua identità e soprattutto la sua veridicità. È un fuoriclasse, non ci sono cazzi.
8 a Riproduzione Vietata di Mattak. Uno dei dischi più attesi dell’ultimo periodo, ma il risultato finale è valsa tutta l’attesa. Mattak è un fuoriclasse, uno di quelli che ascolti, ti gasi e resti a bocca aperta. Il rap, quello fatto bene, esiste ancora, ci sono ancora le rime, gli incastri e quell’extrabeat che ti toglie il fiato. Ci sono quelle rime che picchiano, che ti battono in testa e ti arrivano come un pugno nello stomaco. Ci sono quelle emozioni, quei racconti di malessere, che ti fanno sentire come se ci fosse un perfetto sconosciuto che ti capisce meglio di chi ti conosce davvero. Riproduzione Vietata è un disco che, oltre a riportare il rap alla sua essenza, ti entra dentro e ci resta. Non c’è una sola traccia che ti viene voglia di skippare, o che ti fa dire che palle ancora, no lo ascolti e vieni letteralmente catturata dal modo di raccontare di Mattak.
5 a Non sai niente di Shiva feat. Guè Pequeno. 7 alla strofa di Guè che risolleva completamente le sorti di Shiva e ci lascia anche con un dubbio: chi sarà l’artista che ha “fatto platino con un repack dopo un anno e passa con quel disco pacco?” Verosimilmente il solito tutti e nessuno di Guè. Comunque il Guercio è in grande forma e la sua strofa merita l’ascolto di questa canzone, nonostante Shiva sia sempre relegato nel suo voler essere costantemente uguale. È come se fosse stato risucchiato in un vortice che non gli permette di esprimere quello che realmente sa fare. E questa ennesima uscita a due settimane dalla pubblicazione di Dolce Vita ha il sapore di tentativo di recuperare l’attenzione persa. Qui ci riesce, ma solo grazie a Guè Pequeno.
4 a Solo/Alone di Rondodasosa. Ma è Rondo o Sfera Ebbasta? Non per il flow eh, ma per quello che dice nel ritornello più sei famoso e più sei solo, cambia me stesso non è quel che voglio. Finché avrò i miei fratelli rinchiusi lì, fare’sti soldi lo sai che non mi renderà felice. Mamma che lagna. Già famoso con il peso del successo addosso senza aver fatto un cazzo. E infatti Rondodasosa in questo brano intimo, parla proprio della solitudine che ti porta il successo e dichiara: “essere famoso ti rende più solo, ma non voglio farmi cambiare dal successo”. La classica frase già sentita e risentita da chiunque sia diventato famoso. E ci può anche stare, peccato che il brano sia di una noia mortale.
6 a Un altro ballo di Fred De Palma e Anitta. A fare il reggaeton Fred De Palma è il migliore in Italia, e sicuramente questo sarà uno dei tormentoni dell’estate, ma alla fine è uguale a quello dell’anno scorso e a quello dell’anno prima. È sempre la solita roba.
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