La pagella delle uscite settimanali
6 a Plaza di Capo Plaza. Vorrei veramente sapere se lui è soddisfatto del lavoro fatto. Ha detto che il disco sarebbe dovuto uscire ad aprile, ma che è stato rimandato causa Covid e che ha tenuto ben poche canzoni che aveva inserito inizialmente. Capo Plaza per creare Plaza ha avuto una sorta di blocco causato dalla pressione che sentiva dopo il successo di 20. E devo dire che si sente. È un disco assolutamente mediocre, con qualche traccia potente e il restante monotone e noiose. Come se fosse un’unica traccia lunga 48 minuti con qualche picco che ti distrae ed è proprio per quel “qualche picco” che dò 6, se no sarebbe insufficiente. La traccia peggiore, senza ombra di dubbio, è Demonio con Sfera Ebbasta, un qualcosa di davvero osceno. Mi dispiace sinceramente perché avevo molta curiosità di ascoltare Plaza e ne sono rimasta delusa e perché credo che Capo Plaza avrebbe potuto fare molto di meglio rispetto a questa lagna.
7 a Ferma a guardare di Ernia feat. Pinguini Tattici Nucleari. Già la sento suonare in tutte le radio italiane al posto di Superclassico, perché è una canzone perfetta per raggiungere il grande pubblico. Ernia mixa rap, pop, indie e quel rock alla Ligabue in un brano che parla di un amore malinconico tra la paura di soffrire e la voglia di lasciarsi andare. Devo dire che questo remake con i Pinguini Tattici Nucleari dà al brano una veste che le calza a pennello e sembra che ultimamente Ernia non ne sbaglia proprio una, nonostante lo preferisca in brani puramente più rap.
7 a Ogni pensiero vola di Venerus. Siamo davanti a un brano decisamente cantautorale e delicato che abbraccia sonorità raffinate e un immaginario onirico che caratterizza i lavori di Venerus, un libero pensatore e un grande sognatore, così come lui stesso si definisce.
7 a Pioggia de Il Tre. È il brano che anticipa Ali, il primo disco de Il Tre in uscita a febbraio. Il testo è il racconto di problemi adolescenziali, la ricerca di se stesso, la paura di crescere, i problemi sentimentali, gli errori e la sensazione di essere come una bomba pronta a scoppiare in un’alternanza tra parti cantate e strofe rappate che abbraccia perfettamente la tendenza di portare un rap più pop che mai. Il Tre ha un’ottima tecnica e si sente anche in pezzi come questo e soprattutto ha la capacità di comunicare emozioni sia con le parole che con la voce.
5 a Baci di Giuda di Kayler. Siamo alle solite “a scuola dormivo sul banco”, “abbiamo fatto i soldi”, “abbiamo investito i soldi”, “se il diavolo ti accarezza è perché vuole l’anima”, “ci prendiamo quello che è nostro”, devo continuare? Tra frasi già dette da altri rapper e la fiera delle banalità, Kayler ha costruito la sua nuova canzone, che non si salva neanche per il flow e la base: una monotonia fatta e finita. Ah, il video è il famoso video che era stato girato in una chiesa sconsacrata e per il quale molti siti avevano parlato erroneamente di riti satanici.
6 a Fuego di Giovane Feddini. Almeno un brano diverso dalla massa. Il un ritmo è intrigante e latin senza cadere nel tipico reggaton all’italiana ed è alternato tra momenti più soft e momenti più concitati su cui prevale il suono della chitarra. Il testo racconta l’incontro di due amanti appena dopo il lockdown. Un momento intenso, dove entrambi sono divisi tra il desiderio e la timidezza di chi si rincontra dopo mesi e quasi non si ricorda più com’era stare l’uno di fianco all’altra. È un brano carino, ben fatto e piacevole all’ascolto, senza essere una di quelle canzoni che ti entrano dentro al primo ascolto e che ti fanno venire la voglia di rimetterle in play.
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