La pagella delle uscite della settimana

8 a Madreperla di Guè

Che gli vuoi dire a Guè? Spacca, spacca sempre e più passa il tempo più migliora, proprio come il vino.

Madreperla è un ottimo disco e un ottimo modo per iniziare alla grande il 2023. Affidare a Bassi Maestro le produzioni è stata una scelta vincente, e già sulla carta Guè + Bassi era sinonimo di garanzia e lo è stato anche nella pratica.

Madreperla è un disco hip hop, nei suoni, nell’attitudine e nel flow. Non segue le mode del momento, ma ci riporta indietro ai primi anni 2000, con quei suoni alla 50 Cent, alla Terror Squad, alle atmosfere dark dell’hip hop newyorkese. Ai sintetizzatori psichedelici e distorti portati in dote dal G Funk di Los Angeles, al minimalismo grezzo e dissonante del dirty south. Come se Guè e Bassi avessero preso il passato per dargli nuova vita nel presente. Il tutto accompagnato dall’arte dello storytelling di Guè e dall’attenzione all’uso dei campioni di Bassi, in un continuo gioco di omaggi e rimandi ai capisaldi più autentici del genere, soprattutto in termini stilistici.

Le tracce sono poche, 12 non bastano, perché ne vorresti ancora, ma i featuring sono ben scelti e ben calibrati. Incredibile come Guè sia riuscito a far spaccare Anna, a far rappare Rkomi e a portare Sfera fuori dalla sua zona di comfort, ma in un mood primi anni 2000 alla Candy Shop molto lontano da lui.

Non so se questo sarà il disco dell’anno, ma sicuramente sarà uno di quei dischi che non dimenticheremo nei prossimi anni.

5 a Nove Chiamate di Medy

Mi aspettavo di più da Medy e invece ha deluso parecchio con il primo disco. Ecco Nove Chiamate rappresenta esattamente l’esordio sottotono, il classico primo disco che non lascia il segno e non farà da metro di paragone per i successivi.

7 tracce per il primo album ufficiale sono pochine, ma visto l’andazzo meglio così. Medy è sicuramente orecchiabile, ma scarno, a tratti noioso e con troppe cantilene. Le tracce suonano più o meno tutte uguali e non alla fine del disco non ti lasciano nulla.

È un vero peccato, perché Medy con il suo trascorso tra carcere, latitanza e comunità avrebbe potuto scrivere e raccontare molto di più, scendere più nel personale e soprattutto farlo in modo più incisivo.

Mi aspettavo un disco super street, e invece è super cantato.

7.5 a Maestro di Warez

Warez è un maestro nella scrittura, nelle rime e nelle liriche e anche in questo progetto ce lo dimostra ampiamente.

Il disco è stato curato da Danti nella direzione artistica e la sua impronta si sente eccome. Maestro è un album solido, rap, pieno di rime e incastri e di ospiti che sanno tenere testa a a Warez e arricchire i testi di altre rime e incastri di alto livello: Jake La Furia, Nerone, L’Elfo, Ensi e poi c’è Miss Fritty che rappresenta la quota reggaeton del progetto.

Quando ascolto dischi come questo ci resto sempre male, perché spaccano, perché è rap fatto bene, ma che cagheranno in pochi. Poi certo, uscire lo stesso giorno di Guè è anche un po’ una sfiga per chiunque. Comunque Maestro è un album che merita, anche solo un ascolto, ma merita davvero.

6 a Lamette di Rose Villain ft. Salmo

8 alla strofa di Salmo, che ci ha mostrato quel lato intimo e straziante che poche volte ci fa vedere, ma che quando lo fa, puntualmente ti buca l’anima.

Più che Rose Villain featuring Salmo, Lamette sembra Salmo featuring Rose Villain. Lei è brava, ma spicca di più nei ritornelli e se il brano è di un rapper.

Lamette è una traccia molto intima, che affronta l’ansia e la depressione, due cose molto comuni, ma che per qualche ragione sono motivo di vergogna per tante persone.

7.5 a Non sentire la noia dei Bnkr44

Questi ragazzi spaccano. Lo fanno da tempo e continuano a farlo. Spero davvero che il 2023 sia l’anno della loro esplosione e che entrino a gamba tesa nella scena.

Sono bravi, freschi, originali, mai monotoni e sempre con suoni all’avanguardia. Raccontano cose semplici, ma lo fanno in modo non convenzionale. Ne abbiamo già avuto una dimostrazione nel disco Farsi Male A Noi Va Bene e con le collaborazioni contenute in Botox di Night Skinny, ma ad ogni singolo alzano l’asticella e si distinguono sempre di più.

6.5 a Panni Sporchi di Gianni Bismark

Ormai Gianni Bismark sta virando verso una sorta di pop/rock/cantautorato/indie. E non è un bene. Ci aveva lasciati quasi senza parole con Re Senza Corona e Nati Diversi, ma sta prendendo una piega strana che non lo valorizza molto.

Panni sporchi, prodotto da Frenetik & Orang3, accompagna su una cassa dritta e una chitarra elettrica sporca il testo scritto da Gianni Bismark. È proprio il giro di chitarra suonato da Orang3 a scontrarsi con un testo carico di significato e che riassume il pensiero e la poetica di Bismark fino ad oggi, ma è proprio questa suono a togliere l’intensità dalle parole di Gianni Bismark, che ha lanciato il rap per lasciare sempre più spazio all’indie pop.

Genere che non gli si addice per niente.

6.5 a Questo, Quello di Drimer

Il brano anticipa l’imminente uscita del nuovo mixtape del rapper classe 95, “Scrivo Ancora 2”.

Con Questo, quello Drimer esce dalla sua zona di comfort per misurarsi con un beat UK garage e un testo più immediato rispetto al suo stile di scrittura. Si tratta a tutti gli effetti di una canzone sentimentale in cui Drimer si rivolge alla musica come se si trattasse di una donna, alla quale confessa, con un po’ di malinconia, il proprio amore eterno e allo stesso tempo la nostalgia per la leggerezza dei tempi andati.

È un brano strano, destinato a non lasciare il segno. Le strofe sono incisive e ottime su questo beat, il ritornello invece è noioso e non lascia alcun segno.

6 a Pendolari di Shade

Già è strano sentire Shade a gennaio e non con una hit estiva, ma questo brano, nonostante abbia un testo decisamente interessante, è una lagna pop come ce ne sono davvero poche.

Peccato, perché Shade porrebbe fare di più, ma sembra sempre che voglia buttarsi in queste canzonette pop che non lasciano niente.

Trovi tutte le altre uscite della settimana qui.

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