La Cina bandisce il rap dalle sue televisioni

Il governo cinese, da sempre noto per le restrizioni che impone ai suoi cittadini, ha deciso di limitare la presenza del rap e di tutto quello che concerne la cultura hip hop nelle televisioni nazionali. Non solo la musica é bandita, ma anche ogni forma di riferimento alla cultura hip hop, vietata quindi la presenza in tv di attori tatuati, e personaggi che abbiano una condotta esplicita, non allineata alla moralità e al costume voluti dal partito cinesi. La notizia non é stata accolta bene dai numerosi fan della musica rap che in questi ultimi anni si é fatta strada nel panorama cinese anche grazie a The Rap of Cina, una sorta di talent show volto a promuovere e premiare gli artisti hip hop. Il programma è stato fortemente criticato e osteggiato dalle autorità tanto che il governo ha annullato tutti gli show di PG One uno dei rapper vincintori dello show e lo ha escluso da alcune importanti collaborazioni con brand di alro profilo.

Le restrizioni da parte del governo cinese nei confronti della musica rap non sono di certo nuove. Nel 2015 il Ministero della Cultura aveva preso di mira il famoso gruppo hip hop di Pechino, gli  IN3 bandendo le loro canzoni dal paese e da internet. Il gruppo era stato accusato di nominare nei propri testi brand come Nike e Sony e di aver mosso critiche ai prezzi troppo alti dei medicinali, alle scuole e alla vita negli appartamenti. Dopo l’esorto del Presidente cinese a promuovere il governo nelle loro canzoni e dopo una campagna governativa volta a punire le celebrità che fanno uso di droghe, i tre rapper vennero arrestati per una settimana per sospetto consumo e detenzione di cannabis. Sebbene non ci furono prove nei loro confronti, tutte le date del loro tour vennero cancellate. Nonostante il rap cinese non sia concentrato su tematiche riguardanti la società e il governo, ma più su problemi adolescenziali, il governo continua a osteggiarlo e vietarlo in ogni sua forma.

Siamo molto lontani dal modello del Gangsta rap o del rap politico alla Public Enemy e ancora più lontani alla scena rap italiana che oggi più che mai inneggia all’uso di droghe sia nei testi che sui social.

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