Jaden Smith e Achille Lauro: quando lo stile non ha confini
Fece molto scalpore e nacquero numerosi chiacchiericci quando quasi due anni fa ormai, Achille Lauro iniziò a usare accessori tipicamente femminili. Se sugli ‘Occhiali da Donna’ fece anche una canzone, le foto postate all’epoca dall’artista romano arrivarono come un fulmine a ciel sereno. Nessuno capiva il perchè di quello stile così fuori dal comune, all’epoca Lauro non godeva del successo che ha oggi, eppure è sempre andato aventi per la sua strada portando lo stile che più sentiva proprio, sia nella musica che nell’abbigliamento. I fatti, con il passare del tempo gli hanno sicuramente dato ragione, ma a quel tempo la sua è stata una scelta difficile, contro corrente, insomma un rapper che non metteva i baggy e non vestiva adidas e Nike, ma parrucche rosa, pochette e occhiali da donna? Era la follia pura.
Lui, treccine bionde, parrucca e felpa rosa, maxi collane, cinta che sberluccica e occhiali da donna, ha sicuramente uno stile egocentrico, fuori dagli schemi ed esuberante. A vederlo così, da una foto su un social, dà un’immagine di sé che non corrisponde alla realtà. Lui stesso ammette “prima di conoscermi, molte persone, hanno un’idea sbagliata di me e posso risultare antipatico”. Io stessa la prima volta che dovevo incontrarlo ero intimorita all’idea di trovarmi davanti uno stronzo.
In tanti si sono chiesti per molto tempo, prima di capire Achille Lauro persona, dove finisca la persona e inizi il personaggio, ma Lauro non è un personaggio, la sua non è una maschera, che quando la toglie rivela una persona completamente diversa, lui è così, genuino e assolutamente non costruito. Ricordo la prima volta che l’ho visto, indossava jeans skinny, giubbotto in denim griffato, cappellino, cintura Versace dalla grossa fibbia dorata e i suoi immancabili occhiali da donna accompagnati da pochette Fendi, sembrava di aver davanti una persona che se la tira, in realtà, Lauro, è tutto tranne questo, anzi, è un ragazzo molto umile e intelligente con un enorme passione soprattutto per la musica e poi per la moda.
Coca-Cola Light, Boxer Calvin Klein, Wild For The Night, La roba nelle Nike
Voglio la giacca Givenchy, Sciarpa Burberry, Yves Saint Laurent, Christian Louboutin…
Pantaloni stretti, occhiali da donna, cinta in coccodrillo.
Parlo con la gomma in bocca, con le occhiaie di Vuitton, all’orecchio Swarovski, con la roba addosso, con la felpa col cappuccio
Quando uscì ‘Ragazzi Madre’ in pochi avevano capito Lauro, la sua persona e il suo personaggio. Ricordo un pomeriggio di inizio febbraio quando mi trovai a scambiare due chiacchiere con lui, parlammo molto, di musica, cani, moda, della sua fobia per l’aereo. Era il periodo delle parrucche rosa, degli occhiali da donna, gli chiesi quale fosse il suo rapporto con la moda:
“Più che un rapporto, la mia è una vera passione. L’esibire una marca, magari su un social, può essere visto come ostentazione o esibizionismo, ma in realtà tutto quello che metto, dalle scarpe di Versace, a una semplice maglietta, le indosso solo perché mi piacciono. Me le vado a comprare, mi faccio la foto e la posto su Instagram, esattamente come fa la maggior parte dei ragazzi.
Nei miei testi uso la moda in un altro modo, che poi spiega che la mia non è un’ostentazione, ma più un voler dire “voglio quelle scarpe o quella felpa”, all’interno di un contesto speranzoso, quasi una forma di rivalsa.
Io vengo da una famiglia umile, non potevo permettermi determinati capi di abbigliamento, quindi, il mio approccio alla moda è stato graduale, dalla prima collanina d’oro che mi sono potuto permettere, fino ad arrivare alle scarpe da mille euro.
L’aspetto moda che ho voluto dare, per esempio in CCL, è un po’ diverso da quello che in genere si sente nelle canzoni, non ho usato la classica “rima al vestito” dove si elenca quello che si indossa, ma la chiave che ho voluto dare è il senso di conquista, l’arrivare a conquistarsi una giacca di una marca particolare o un paio di scarpe di un altro brand di lusso e l’ho fatto utilizzando la musica con un ritornello quasi “gridato”.
Quindi, nei miei testi, da una parte c’è il senso di rivalsa, di voler arrivare ad avere un certo tipo di vestiti e dall’altra, l’aspetto più goliardico legato, per esempio, agli occhiali da donna. Riguardo a questo, non mi sono inventato nulla di nuovo, Kurt Cobain, già quindici anni fa, usava accessori da donna. Io lo faccio perché mi piace e mi piace provocare indossando quello che preferisco. E forse in questo, in Italia, sono stato un po’ il precursore.
Indossare una parrucca rosa, per me è un gioco, una provocazione, in un panorama di moda street, è il voler dimostrare che certe mode non mi toccano e che posso indossare qualunque cosa.
La moda, secondo me, è molto donna e ci sono capi prettamente femminili, come ad esempio le borsette, che a me piacciono particolarmente, mi piace portarle e non vedo perché non dovrei farlo.
In questo senso non vedo distinzione tra uomo e donna, se un capo o accessorio mi piace, lo indosso.”
Volevo avere, ma non per farlo vedere
dice Achille Lauro in “Ulalala“, forse, questa, è la frase, che più di tutte, trasmette il suo pensiero e il suo modo di essere e fa capire, a mio avviso, chi è lui davvero e magari, una volta per tutte, mette fine ai vari “chiacchiaricci” nati intorno alla sua immagine. E’ passato più di un anno da allora, Lauro ha lasciato che tutti parlassero ed è andato avanti per la sua strada, con la sua musica e il suo messaggio. La libertà di espressione, la diversità come punto di forza e non di debolezza, il sentirsi liberi di essere come si è, spogliandosi dei vestiti di marca che non servono a nulla, se non a farci sentire omologati a un qualcosa che non esiste. E’ l’era di ‘Non sei come me’ e del Midnight Carnival.
Ora spostiamoci un attimo oltreoceano. A far parlare in questi ultimi giorni è un tweet di Jaden Smith, figlio di Will Smith:
“Se voglio indossare un abito da donna lo farò. E questo diventerà la nuova tendenza“.
Con queste parole Jaden Smith rivendica il suo diritto a scegliere come vestirsi. Fuori dagli schemi e dalle distinzioni di genere. Il figlio di Will Smith e Jada Pinkett-Smith non è un seguace dell’ultima ora del trend inclusivo che sta permeando rapidamente il mondo della moda e dello spettacolo. Anzi, è un pioniere della fluidità: già attore e rapper affermato, e icona fashion, nel 2016 Jaden è stato scelto come testimonial della campagna primavera/estate 2017 per la linea femminile di Louis Vuitton.
L’annuncio della collaborazione era arrivato su Instagram per mano di Nicolas Ghesquière, stilista di culto della maison, che aveva postato uno scatto di Bruce Weber con Jaden protagonista. Come mai un ragazzo per la linea donna? La risposta dello stilista era stata questa: “Jaden rappresenta una generazione che ha assimilato i codici per la vera libertà, una generazione libera da proclami e domande sulle questioni di genere. Indossare una gonna gli viene naturale proprio come accadeva molti anni fa alle donne, quando si sono concesse di indossare un trench maschile o un tuxedo. Jaden trasmette un messaggio molto interessante sull’integrazione di un guardaroba globale. Ha trovato un equilibrio stilistico naturale che rende la sua straordinaria attitudine una nuova norma. E questo mi ha molto ispirato nel disegnare questa nuova collezione“.
L’abbiamo vestito da donna anche al Coachella e questa sembra essere la nuova frontiera dello stile, non tanto quella di vedere uomini indossare indumenti tipicamente femminili, quanto quella di essere liberi di esprimere noi stessi sotto qualsiasi forma. Indipendentemente dall’orientamento sessuale, la regola che Achille Lauro e Jaden Smith vogliono trasmetterci è EXPRESS YOURSELF come un ritorno agli anni ’70.