Il caso dei “drink gratis se mostri le tette”: perché non sappiamo più farci una risata?

Sembra che questo 2020 ci stia portando ad avere l’indignazione facile. Ogni cosa che succede, dalla più stupida alla più seria diventa oggetto di polemica, dove trova largo spazio il cosiddetto perbenismo.

Ma davvero bisogna creare una polemica e un processo al cartello di un bar? Sì. È esattamente quello che è successo in questi giorni. Un cartello posto all’esterno di un locale in viale Bligny a Milano, nel quale si legge che se le clienti avessero mostrato il seno, avrebbero ottenuto chupiti gratis commisurati alla taglia del reggiseno (uno solo per chi ha la prima, due per la seconda e così via fino alla quinta). “Se hai la retro offri tu a noi” era la conclusione della divertente promozione finita nella bufera mediatica.

Un cartello posto in un bar in una zona universitaria, frequentato per lo più da ragazzi che molto probabilmente l’avranno letto facendosi una risata, e che non rappresentava un vero e proprio prezzario promozionale, così come hanno spiegato i gestori del locale. Insomma, un cartello, forse esagerato, ma dell’intenzione goliardica, che però ha attirato numerose accuse di sessismo che hanno costretto il gestore a chiudere la pagina Facebook.


Il titolare del locale ha replicato: “quel cartello era solo una goliardata e non è mai stato messo in pratica quello che c’è scritto. Chi ci conosce non l’ha mai preso sul serio, si facevano una risata anche le ragazze. Nell’ultimo periodo ci siamo resi conto che c’è una maggiore sensibilità sull’argomento e quindi il cartello è stato rimosso. Riapriremo la pagina Facebook e lo spiegheremo ai clienti. Non abbiamo nulla da nascondere”.

Mi sembra che viviamo in un periodo in cui qualsiasi cosa offende, crea polemica e deve essere additata e censurata. Stiamo andando avanti o indietro? Con la scusa del sessismo, del femminismo, del razzismo, del politically correct si arriva a creare casi mediatici sul nulla. Le femministe si sono sentite offese? Hanno mai visto le donne alla Festa della donna? Ma dai… Ridimensioniamoci e impariamo a farci una risata.

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