I segreti del Rap Game: quando ti chiedono soldi per farsi intervistare

Ebbene sì nel magico mondo del rap game capita anche questo. Non solo prima di intervistare un’artista di persona, al telefono o via mail ti dicono cosa puoi o cosa non puoi chiedere, ti fanno poi modificare il testo a loro piacimento, ma capita anche che alcuni artisti ti chiedano se è previsto un gettone. Non siamo mica a Canale 5 in un programma della D’Urso che dobbiamo pagare un’artista per scrivere di lui. Tengo a precisare che le interviste fanno comodo agli artisti tanto quanto ai magazine, anzi forse fanno più comodo agli artisti. Per loro lo sbattimento è pari a zero, rispondono a qualche domanda, più o meno annoiati, e poi tornano alle loro attività primarie, fumare canne e fare shopping? No a fare musica. Per il giornalista è tutto uno sbatti: devi prepararti le domande, andare nella location stabilita dall’artista, tornare a casa e metterti lì a sentire tutte le mezze parole che ha detto in un italiano opinabile, tirare fuori un discorso di senso compiuto, farlo sembrare colto, scrivere il tutto, sottoporlo all’approvazione del manager, apportare le modifiche e finalmente pubblicare.

Tutto questo sbattimento senza ricevere quasi mai un grazie, al che speri che l’artista sia così gentile dal pubblicare il tuo articolo, ma se non sei Rolling Stone o Vanity Fair e se non hai avuto a che fare con una persona gentile e corretta che ha apprezzato il tuo lavoro e che quanto meno ha rispetto del tuo lavoro, difficilmente verrai condiviso, quindi ti ritrovi a condividere l’articolo su tutti i social, del magazine e tuoi, sperando che a qualcuno interessi leggerlo.

Considerando tutta questa fatica, il fatto che ci venga chiesto di pagarli per le interviste è assolutamente ai limiti della follia. Caso mai dovrebbero pagare loro noi e non viceversa, ma tralasciamo la questione. Bene, faccio un salto indietro nel tempo a quando scrivevo a tempo pieno per Hano.it. A settembre ho creato una rubrica, Hey Mr Dj, completamente dedicata ai dj. Per chi non la conoscesse le puntate erano video. Era quindi prevista una location, un video maker, l’affitto a spese nostre dei piatti, il dj che veniva a suonare live una routine e una mia chiacchierata con lui. Tutti i dj in questione per l’occasione erano vestiti Dolly Noire, che regalava loro l’outfit che più preferivano. Bene, devo dire che la maggior parte dei dj italiani hanno accolto benissimo questa mia iniziativa e sto parlando di nomi forti come Dj Pitch8, 2P, Zak, JayK, Double S, Aladyn, Dropsy e tantissimi altri.

C’è stato un dj fortissimo, un conoscente tra l’altro, Geo From Hell, che non è neanche un dj hip hop, ma data la sua bravura ho deciso di chiamarlo. Gli racconto il progetto e pare che gli piaccia, a un certo punto mi chiede se è previsto un compenso perchè lui è di Ravenna e avrebbe dovuto spendere i soldi del biglietto del treno per venire a Milano e non solo, mi chiede se Dolly Noire, oltre a regalargli i vestiti, l’avrebbe pagato per metterli. Lì c’è stato un momento di gelo assoluto. Ho provato a spiegargli che si trattava di un’intervista e come tale non prevedeva un compenso e che Dolly Noire i vestiti glieli avrebbe regalati e che di solito solo i testimonial vengono pagati da un brand, ma non c’è stato verso, lui sosteneva che doveva pagare il biglietto del treno per venire a Milano e che voleva quanto meno il rimborso spese.

E’ stata una situazione talmente assurda che ho lasciato stare e ho evitato di contattarlo nuovamente.

Dietro a quello che vedete sui social e dietro a quello che leggete sui magazine di settore, c’è un mondo che in pochi vi racconteranno.

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