Highsnob, l’immagine non fa il monaco

Alto, fisicato, faccia da duro e tatuaggi, così si presenta Mike Highsnob nelle foto e sui social, con la faccia tosta di chi dice dice ciò che pensa contro tutto e tutti, di chi non ha bisogno di farsi falsi amici per conquistare un gradino più alto nella scala del rap game, di chi se ne frega e da solo fotte il sistema. E’ diventato Mike il viagra dell’hype Highsnob per la sua capacità di comunicare sui social, senza il supporto di agenzie pubblicitarie o di marketing che dicano cosa fare e non fare. Ma c’è una cosa che va oltre i tatuaggi, la faccia da duro e i dissing assolutamente motivati ed è cuore.

In più occasioni Mike ha fatto vedere una parte di sè fragile ed estremamente umana, quella che non si vergogna di dire ho aiutato tante persone che oggi sono al top e non ho ricevuto neanche un grazie e si mette per la strada a far vedere ai suoi fan quanto sia figo donare qualcosa ai meno fortunati di noi. Eppure le polemiche non mancano mai, noi italiani siamo sempre lì pronti a criticare e giudicare ogni gesto, ogni parola e più ti esponi, più inevitabilmente vieni giudicato e additato.

Highsnob è quello che non le manda a dire, che non la tocca piano, che non ha paura di dire no a un’intervista, che arriva alla conferenza stampa organizzata per l’uscita di ‘Bipopular’ con 10 minuti di ritardo e la prima cosa che fa è scusarsi con i presenti perchè aveva avuto problemi nel trovare la strada, che parla davanti a tutti e si mette a nudo (non solo nella copertina del disco) ma non si vergogna di far vedere il suo lato umano, fatto anche di debolezze, problemi e dipendenze passate. Non fa il finto duro per sembrare figo, si mostra così com’è, consapevole del fatto che è inutile crearsi delle maschere che nascondano la realtà.

Ho avuto modo di interagire con lui qualche giorno fa quando dal nulla mi ha scritto su Instagram ringraziandomi per un articolo che avevo scritto su di lui, in cui non l’avevo neanche taggato. Ecco, sembra banale ma non lo è, ringraziare non è da tutti. Ieri mi sono presentata e mi ha detto “non sapevo saresti stata presente alla conferenza stampa, ti avrei scritto oggi per chiederti un’intervista“, ho aspettato due ore per poter scambiare quattro chiacchiere con lui, delle quali la metà non le scriverò perchè ci siamo persi in discorsi alla REBEL. Quello che voglio far vedere è l’altra faccia della musica, della persona dietro al personaggio, della canzoncina che nasconde in sè un significato e un messaggio profondo che solo in pochi riescono a cogliere, perchè spesso ci si sofferma sui tatuaggi, sull’immagine, sull’abbigliamento e va da sè che sei tatuato in faccia fai trap, canzoncine da ragazzini e non sai rappare. Beh la musica di Mike Highsnob non è la trap fatta da un ragazzino per ragazzini e a 32 anni non potrebbe essere altrimenti. Dopo varie disavventure nella vita, Mike si è tatuato in faccia Highsnob in modo tale da ricordarsi ogni mattina quando si guarda allo specchio che ce la deve fare con la musica, perchè ormai il piano B se l’è giocato e non esiste un piano B.

Iniziamo con la classica domanda da giornalista, come collochi ‘Bipopular’ all’interno della tua carriera?

“E’ il primo passo, anche se ho fatto tante altre cose in passato, ci sono delle tracce anche vecchie che non hanno nulla da invidiare a questo disco però ovviamente qua c’è tutta una coscienza dietro di come si lavora, anche non avendo grandi numeri sapevo come approcciarmi, quindi c’è un po’ più di maturità da questo punto di vista, non è fatto a caso. Ho lavorato bene a tutto il progetto, ai master, mi sono messo ad ascoltarli tutti finchè non ho trovato quello giusto per ogni pezzo che è la parte più difficile e snervante”.

Io ti ho soprannominato Mike il viagra dell’hype Highsnob, come fai a gestire così bene i tuoi social da solo?

“Devi essere abbastanza onesto con le persone, tutto lì. Per esempio la fanpage, sono loro che hanno dato a me, io ero super depresso, quando è uscito ‘Harley Quinn’ ero giù di corda, loro il giorno stesso mi hanno scritto non mollare. Erano solo due persone, due ragazze, ma io tengo molto all’aspetto personale, perchè per me è tutto. Capisco che ci debba essere una facciata e un retro e quindi che la gente non mi conosca e possa esserci del pregiudizio, ma io sono una persona estremamente emotiva, non esiste una ragazzina che viene da me e piange perchè ha sentito un mio pezzo e io non la cago. Ho sudato talmente tanto per fare musica e essere apprezzato per quello che faccio, che adesso mi sento in debito con tutti. Nei limiti ovviamente, sono sempre io il cantante, però cerco di dare rispetto a tutti, indipendentemente da quello che mi scrivono, ma provo sempre a far ragionare le persone. Uno stanotte mi ha scritto sei un coglione venderai tre copie e io gli ho risposto bella frate non rosicare per me, ci può stare che io venda tre copie, ma tu lavora sulla tua vita e su quello che vuoi fare tu, perchè io a prescindere dalle tre copie sono felice di quello che sto facendo. Avrei potuto rispondergli sei un coglione, ma preferisco spiegare, dare un opinione e un messaggio laddove è possibile”.

Mi aveva colpito anche una tua storia dove avevi scritto che hai aiutato tante persone dando consigli e poi te la sei presa nel culo, lo stai facendo ancora?

“Sì, perchè quello è il mio approccio alla vita. Mia mamma mi ha insegnato così, quindi dopo tante cose brutte che mi sono successe e che ho fatto, ho capito che alla fine nell’aiutare gli altri non c’è mai nulla di sbagliato, anche se la persona x te la mette in quel posto. Ovviamente se non lo fai per avere un tornaconto, non ti interessa di quello, io non mi aspetto nulla da chi aiuto, quindi per me non è importante, anche se su alcune cose passate negli ultimi due anni sono rimasto stizzito, ma continuo imperterrito”.

La cosa che mi piace della tua tua musica è che sei uno dei pochi diretti, che non ha paura di andare contro a questo gioco del rap o di dire la propria opinione, tu sei così proprio come persona?

“Sì è questo il problema più grande, io sono così di mio. Io sono fatto così e ho sempre pagato lo scotto di questa cosa, nella vita reale sono così, infatti non ho tanti amici, ne ho pochi ma quei pochi mi apprezzano per quello che sono. Se domani tu diventi una designer di mobili e fai un mobile che fa schifo, io non sono d’aiuto nel dirti che il tuo mobile è bello perchè quando arriverai a venderlo e non venderai niente, sarà peggio. Invece magari uno scossone prima, ti fa fare un mobile bello, lo venderai e sarai molto più contenta, magari mi odierai, però so di averti dato una mano”.

Però c’è anche l’altra faccia della medaglia nell’essere schietti, puoi farlo perchè secondo te è giusto, ma può essere letto come lo fa per avere visibilità maggiore

“Certo, però ho imparato a non rispondere più dopo un secondo, ma dopo tre. Io non riesco a scendere a compromessi, non sono una persona diversa dalle altre, ognuna ha il suo prezzo per ogni cosa, ma se mi sta sul cazzo tizio e domani mi dai un milione di euro, io lo dico anche che tizio mi gasa, ma sono onesto nel dire anche questo. Non posso parlare di situazioni che non ho vissuto o di come mi comporterei, ma in linea di massima il compromesso non l’ho mai accettato, non mi piace la mafia in generale e il sistema mafioso che vige in ogni settore e a me nessuno zittisce, mai. Piuttosto lavoro un po’ meno”.

Come concili la parte introspettiva e quella più frivola nelle tue canzoni?

“Ci sono tante cose che vorrei raccontare, per esempio qualche anno fa hanno ucciso un mio amico e lo vorrei raccontare, ma è presto. Le persone devono prima capire come scrivo e cosa faccio, altrimenti risulterebbe un asciugo totale e non va bene. Il compromesso lo trovo nell’equilibrio delle cose, cioè sonorità che gasano in modo tale che al live la gente si prenda bene e qualche pezzo più da ascolto. Ma non studio mai a tavolino il pezzo e non cerco di cavalcare le wave del momento. Il compromesso è più mentale che verso il fan, anche se non posso prendere in giro nessuno: l’artista ci deve vivere. Io metto me stesso in tutti i pezzi, il difficile è farlo in quelli frivoli, ma cerco sempre di dare una chiave di lettura o un messaggio. Comunque è un prodotto musicale e la musica deve liberare il cervello, non deve asciugare, devo lasciare  un messaggio ma non devo insegnare niente a nessuno. Un pezzo come ‘Poi ti spiego’ non dice niente ma serve anche per fare casino ai live e per me il live è la cosa più importante”.

Come sono i tuoi live?

“Io sono sicuro di aver fatto un buon live quando all’ultima traccia sono sudato marcio. Posso anche sbagliare una mezza parola, anche se a livello tecnico lavoro molto per essere al top. Adoro il live, la parte tecnica e quella energetica, così anche se non mi conosci, cosa che succede spesso, ti resta qualcosa. Quando canto ‘Fa Volare’ faccio abbassare la gente e c’è quel 40% che non sa e ci mette di più per abbassarsi, quindi lo coinvolgo, ma a fine live vedo il feedback dai follow che ritornano e quello per me è il miglior biglietto da visita”.

Parliamo dell’iniziativa #prettyboychallenge, al di là della tua immagine stai dando dei messaggi positivi

“Speravo fosse più facile. A me piacciono i soldi, mi piace fare soldi con la musica, andare nei ristoranti di lusso e voglio comprarmi una Lamborghini. Detto questo c’è anche la parte di dare agli altri, ma non è facile comunicarlo bene, sono stato molto criticato, ma non mi sono nascosto dietro un dito, sapevo sarebbe successo e va bene. La stessa cosa l’ha fatta Drake, a prescindere da tutto, dal l’hai fatto per farti vedere, l’azione buona l’hai fatta e se altri prendono la tua scia, non hai fatto nient’altro che bene. Og Eastbull mi ha chiamato subito e partiremo a far qualcosa dal Blocco, basta un passo alla volta, ma se già quest’estate farò dei live e potrò dare dei soldi a chi ne ha bisogno, già qualcosa posso dire di averla fatta. Rendere cool una cosa da crocerossina non è facile e non perderci la faccia passando per meno figo non è facile, purtroppo è più d’impatto dare soldi in mano a un senza tetto, non l’avrei mai fatto vedere, ma questo vedendo la scia di Drake, ho visto che funziona e allora ho deciso di farlo perchè il mio sogno è che nel giro di un anno chi mi manda le storie mentre si fuma una canna, mi manderà le storie mentre dà dei soldi a chi ne ha bisogno. Ci vorrà tempo per rendere figa questa cosa”.

Dopo questa chiacchierata ho deciso che se rinasco voglio essere Mike Highsnob. E’ come me, come REBEL, duro, ma onesto con se stesso e con gli altri, da cuore e dall’animo buono, che dice ciò che pensa fuori dai denti. Duro nelle rime e umano dal vivo, fortemente coerente con se stesso. E’ uno che dice

questi babbi fanno disco d’oro solo grazie al guest poi fanno cagare, dividi il disco in percentuale allora la tua parte è un disco di rame

e nel suo disco non ha featuring, solo quello con l’amico Junior Cally che come lui sta contribuendo a fottere il sistema del rap game.

Per tutti questi motivi, se sapessi rappare, da grande vorrei essere Mike Highsnob.

E’ uscita oggi la puntata di Real Talk, una mina assurda un freestyle di 5 minuti capace di far cadere le orecchie, di lasciarti a bocca aperta e far impallidire mezza scena italiana. A chi dice che Mike fa trap e che non sa rappare, rispondo con le sue rime di Real Talk.

 

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