Happy, la satira dei Bilogang continua…
“Il nostro è un immaginario Happy, più che altro perchè siamo infantili, alla ricerca un po’ del bambino che è dentro di noi. Happy, ma in modo diverso da quello che può proporre qualche altro artista in Italia, la nostra è una fuga da quelli che sono i problemi del mondo dei più grandi. Noi quando andiamo in spiaggia facciamo davvero i castelli di sabbia e poi fondamentalmente siamo dei cazzoni. Alla base di tutto tra noi c’è una forte amicizia, ci divertiamo molto insieme, ci piace fare casino e coinvolgere anche le persone che sono intorno a noi, riusciamo sempre a far fare qualcosa di folle anche alla persona più contenuta”.
Happy, senza regole, senza etichette di stile o genere, così Happy da dedicare a questa emozione una canzone con un video che parla da sé per quanto è sarcastico, ironico, l’opposto di Happy e accompagnato dalla scelta di ospitare Young Signorino nei panni del prete. Insomma, da Padre Satana a colui che celebra un funerale…
L’immaginario e la musica dei Bilogang si fa sempre più colorato, assume nuove sfumature di stile, parole e immagini, come il completamento di un puzzle, come conoscere pezzo dopo pezzo la creatività di G. Pillola, Travis Scottex e Jack Out. Il testo è in netta contrapposizione con il video, che va sicuramente letto tra le righe, ma ascoltando la canzone ci saremmo immaginati uno scenario di tutt’altro tipo: vederli saltare tra i giochi di un luna park per esempio, ma qui entra in gioco il loro sarcasmo e la loro ironia, due scenari opposti che convivono sulle stesse note.