Grazie a tutti i rapper che mi pagano lo stipendio a fine mese

Non puoi caricare i rapper perché campi grazie a loro, l’ascoltatore deve rispettare il suo ruolo: ascoltare e basta, non dico all’idraulico come fare il suo lavoro, gli artisti non hanno bisogno dei magazine per farsi promo.

Ecco alcune delle cazzate più frequenti partorite da pubblico e artisti sui social network. Chiariamo un po’ di concetti in caso non fossero chiari:

1. Nessun sito viene pagato dagli artisti o dai loro management per scrivere di loro, nessuno di noi percepisce soldi da loro, scriviamo perché é la nostra passione e il nostro lavoro. Non siamo tenuti né obbligati a elogiare tutti e tutto in ogni circostanza sempre e comunque. Chi scrive fa giornalismo e fare giornalismo é fare informazione corretta, esprimere pareri e opinioni, non leccare il culo a tutti, perché quello é un’altra cosa. In pochi si espongono, non esiste una critica musicale in Italia perché se critichi vieni additato e a volte insultato dall’artista in questione, dai suoi fan e dal suo entourage pronto a toglierti dalle mailing list. Questo significa: basta inviti a conferenza stampa, eventi, interviste, accrediti per i concerti. Chi, stando così le cose, si permetterebbe di muovere critiche? Nessuno. Per questo il 90% dei siti di settore elogia tutti sempre e comunque, si limita a copiare e incollare comunicati stampa o scrivere news sterili senza esprimere una minima opinione. Non veniamo pagati dagli artisti e non campiamo grazie a loro, eppure molti subiscono passivamente questi giochetti evitando di fare quello che dovrebbero fare, ovvero informazione. Non veniamo pagati dagli artisti, ma molti siti fanno pagare gli emergenti per una storia su Instagram o un articoletto di tre righe. Questo e molto altro é lo schifo del cosiddetto giornalismo musicale italiano. Manca una critica, gli artisti sono gonfiati nel loro ego da elogi continui da tutti i fronti e si sentono intoccabili, tanto che se li critichi, ti si scagliano contro. Non sanno cosa sia la critica, ridicolizzano la stampa perché abituati a una stampa che si é messa al loro servizio, non la rispettano, al contrario la denigrano. In America esiste da sempre una cosa chiamata critica musicale che ha stroncato negli anni fior fiore di artisti e album decretandone il successo o meno, in Italia, anni fa, Fibra e i Dogo sono stati letteralmente massacrati da stampa e televisione per i loro testi, ingiustamente ok, ma hanno saputo ingoiare il rospo, stringere i denti e andare avanti. Gli artisti oggi si credono Dio grazie al valore che credono di avere per due numeri su Instagram. Questo sistema é marcio dall’interno e nessuno dice niente, per non perdere i click e i propri privilegi, i siti di settore continuano a leccare culi senza sosta.

2. L’ascoltatore non deve ascoltare e basta, può benissimo esprimere opinioni in merito a un artista o alla sua musica, ma dove siamo? Cos’é questo sistema di omertà mafioso? Se l’idraulico viene a casa mia e fa un lavoro di merda, glielo dico e non lo pago neanche! Se ascolto, compro la tua musica, ti faccio aumentare streaming e views, ho tutto il diritto di esprimere la mia opinione, il mio consenso o meno. Invece vige la solita regola del se mi elogi va bene, se mi critichi non puoi permetterti di farlo, perché io sono superiore a te. Ma esattamente questi artisti chi si credono di essere? Se ti esponi ti assumi applausi e critiche, non che prendi gli applausi che il più delle volte neanche caghi e condanni qualsiasi critica.

3. Gli artisti non hanno bisogno dei magazine per farsi promo? E allora perché non si intervistano da soli davanti allo specchio? Perché non fanno da soli le conferenze? Perché pagano uffici stampa per far girare la loro musica, i loro tour, le loro classifiche e via dicendo sui vari magazine? Non hanno rispetto per il lavoro degli altri, non sanno cosa sia il giornalismo perché sono abituati ad essere osannati da tutti. Rispondono solo alle critiche con insulti e teatrini sui social dove hanno un esercito di fan capre che pende dalle loro labbra, ma le recensioni positive non le guardano neanche, li intervisti, sprechi tempo, lavoro ed energie per loro e neanche ti dicono grazie, se muovi una critica, chiunque tu sia, sei un infame. Hanno bisogno di noi per le loro promo, ma disrispettano il nostro lavoro e in parte la colpa é anche dei colleghi che continua ad elogiare tutti e tutto, che in privato dice questo disco fa schifo e pubblicamente scrive che é un capolavoro per paura di esporsi. Basta leccare culi senza sosta, scrivetelo quando un disco fa schifo, o ha mancanze, quando un artista live non ha dato il meglio di sé, dobbiamo fare informazione, non leccare culi!

Concludendo, visto che REBEL, come tutti gli altri siti, campa grazie a voi rapper, aspetto il bonifico a fine mese. Grazie.

 

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