Forse non abbiamo capito davvero Rondodasosa

Quando Rondodasosa ha fatto irruzione nella scena è stato fin da subito guardato con sospetto sia da buona parte del pubblico ( addetti ai lavori compresi), sia dalla scena stessa. Un po’ perché ogni volta che arriva qualcosa di nuovo viene automaticamente schifato, a meno che non venga spinto all’unisono dai big della scena. Era successo anche quando è esplosa la trap, la DPG, per esempio, è stata schifata, derisa, vista come “oddio dov’è finito il rap italiano”. Poi però è stata accettata. Perché alla fine quando un nuovo fenomeno inizia a prendere davvero piede non conviene ignorarlo, conviene piuttosto cavalcare l’onda, tenerselo buono e farci dei feat.

Con Rondo però non è andata così. È stato letteralmente ignorato e haterato. Un po’ perché non veniva considerato all’altezza e un po’ perché anche lui non si era posto nel migliore dei modi. Parecchie volte, infatti, ha detto di schifare la scena italiana e di non volerne far parte. E alla fine non si può mangiare nel piatto in cui sputi.

È stato bravo, però, questo gli va riconosciuto. Ha saputo farsi strada, creare un suo movimento e lo ha fatto partendo dall’estero.

Avrebbe potuto continuare a piangersi addosso, ma è andato oltre.

Non a caso è sempre stato più apprezzato in Gran Bretagna che in Italia e questo alla fine piuttosto che andargli contro, è stata in parte la sua fortuna.

Ad oggi è realmente uno dei pochi artisti italiani che possa vantare collaborazioni con colleghi esteri basate su reale stima e amicizia e non solamente sul classico pago il feat. Un esempio su tutti? Central Cee, che è indubbiamente la star drill del momento.

Ma anche Russ Millions, il freestyle per la BBC Radio 1Xtra, la collaborazione con il brand di Drake, un primo tour worldwide e il video del suo ultimo singolo, New York, uscito in anteprima su Worldstar Hip Hop, uno dei magazine statunitensi più seguiti e influenti.

Mica male per uno che si può dire abbia fatto tutto da solo.

E in tempi non sospetti, a febbraio di 2 anni fa, mentre noi lo prendevamo in giro, lui è andato in Gran Bretagna, a Londra, ed è tornato con un nuovo brano, Movie, con la collaborazione di Central Cee.

Rondo ha creato il suo movimento, il suo collettivo, la Seven 7oo, con il quale, oltre alla musica e insieme a Don Burgio sta costruendo un centro per i ragazzi della sua zona.

Di certo si è parlato molto di lui anche per qualche intoppo, chiamiamolo così, con la legge. Le risse, il Daspo, i locali che non lo vogliono far suonare, i videoclip registrati nelle strade dove puntualmente arrivava qualche denuncia.

Non mi hanno fatto mai suonare nella mia città. Dovevo fare questo concerto il giorno di Halloween, per l’uscita del mio album, ma qualcuno da là sopra ha deciso di annullarlo perché sono visto come un personaggio che incita all’odio e alla violenza. Spero che dopo stasera tutti abbiano capito che ai miei live non succede nulla di pericoloso, sia il mio staff che i mei fan sono qui per divertirsi” ha detto Rondo a Rolling Stone Italia dopo il suo primo concerto a Milano il 12 marzo al Fabrique.

Certo, le denunce hanno fatto il loro, ma anche la stampa ci ha sempre messo un carico da 90.

E alla fine ci ha perso Rondo, ma ci ha anche guadagnato. Onestamente credo non sia facile arrivare come artista emergente, vedersi tutti contro, nessuno che ti spinge, nessun artista più “grande” che ti supporta, a parte Capo Plaza, che è stato forse il primo in Italia a supportarlo, i locali che non ti fanno suonare, e lui che, oggettivamente, un po’ ci ha messo del suo. Spesso e volentieri ha avuto atteggiamenti spocchiosi e anche fastidiosi, ma ha realmente creato un movimento tutto suo. E si può dire che sia il primo artista ad averlo fatto. Da solo. Senza props.

In un certo senso mi ricorda un po’ i Dogo. Il movimento che avevano creato all’inizio. Li accusavano di aver portato i tamarri nel rap, ma erano una cosa completamente diversa e rivoluzionaria da quello che c’era prima. Rappresentavano una realtà esistente e nella quale era facile immedesimarsi e sentirsi parte di qualcosa.

Ecco, Rondo ha fatto lo stesso. L’ho percepito al suo concerto, c’era una vibe reale nel suo pubblico, un qualcosa di cui tutti sentivano di far parte, che mi ha riportata un po’ a come mi sentivo io ai primi concerti dei Dogo, come parte di qualcosa di più grande, che non riguarda solo la musica, ma è più un’emozione è uno stile di vita.

Io non sono un maranza, non abbraccio quello stile di vita, ai media piace generalizzare. I fatti di stasera parlano da soli, ho influenzato un’intera generazione che a sua volta a portato una vibe in Italia che non è mai esistita: adesso i ragazzini invece che fumarsi le canne al parco e fare le cazzate si trovano in piazza Gae Aulenti e fanno i raduni di sturdy”. Ha dichiarato Rondo sempre a Rolling Stone.

Non lo abbiamo capito, probabilmente lo abbiamo schifato perché non fa quel tipo di musica che piace a noi, con le rime serrate, il flow perfetto, i testi che dicono qualcosa, ma quello che ha fatto finora è sotto gli occhi di tutti e non si può che dargliene atto.

Al di là che la sua musica possa piacere o meno, il ragazzo spacca e non solo ha due palle giganti, ma ha anche il cervello e la capacità di prendersi tutto quello vuole. In un Paese dove i raccomandati e i lecca culo la fanno da padrone, Rondo ci ha dimostrato che si possono fare grandi cose anche da soli.

Ora che il suo movimento è diventato un qualcosa di reale che non può più essere ignorato, mi aspetto che gran parte dei big della scena italiana arrivino a leccargli il culo.

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