EP2 di Baby Gang – la recensione di Rebel

Spoiler: EP2 di Baby Gang non fa schifo.

Baby Gang è un artista strano.

Ha pubblicato singoli interessanti, altri noiosi e ripetitivi. Un disco, Delinquente, molto acerbo e di certo non all’altezza del primo disco, dove la maggior parte degli artisti tende a spaccare.

Recentemente però ha cacciato quella che può essere tranquillamente la sua strofa migliore nella soundtrack di Blocco 181 di Salmo, dove in 9:19 ha spaccato risultando all’altezza degli altri ospiti.

E anche in Drari con Ghali ha fatto davvero una buona strofa.

Baby Gang sta iniziando ad avere anche il consenso della scena, tanto che sono stati molti gli artisti che hanno condiviso alcune tracce di EP2 nelle loro Instagram stories.

E questo EP2 è ad oggi il progetto migliore di Baby Gang.

Ha fatto molti passi avanti rispetto a EP1. È un Ep più personale, nel quale Baby Gang si apre a riflessioni intime che riguardano il suo stile di vita, i numerosi imprevisti che ha dovuto affrontare e le vicende di cronaca che conosciamo tutti. I suoi racconti sono veri, reali, carichi di rabbia e frustrazione e la sua scrittura è basica, ma anche realistica e senza filtri.

Baby Gang è il portavoce di tanti ragazzi di seconda generazione e ci porta a scoprire la periferia e la realtà di persone che sono venute in Italia sognando una vita migliore, ma che alla fine si sono ritrovate a vivere ai margini della società. Proprio come lui.

E lui sbandiera orgoglioso il senso di appartenenza che prova nei confronti del contesto criminale di cui ha fatto e a quanto pare fa ancora parte. Non vuole uscirne. Non è come quelli che cercano il riscatto sociale per uscire dalla strada e lasciarsela alle spalle, per lui il riscatto è solo economico e basta. I soldi sono il suo riscatto. Per il resto la sua vita resta la stessa. E lo dice chiaramente in 2000, una delle tracce migliori dell’Ep.

Il messaggio è chiaro: se cresci tra arresti e perquisizioni, non esiste l’idea di emanciparti, vuoi solo i soldi, ma resti ancorato alla realtà che conosci, non ti interessa uscirne o cambiarla.

Sono la mentalità e il rispetto di cui parla in Mentalitè. E sono il suo vissuto raccontato in modo crudo in Cella 3.

EP2 è composto da solo 8 tracce, è un progetto molto cupo, quanto real e personale, nel quale emergono davvero la vita e la mentalità di Baby Gang, una vita fatta di strada con le sue regole, la delinquenza e lo scontro continuo con il sistema, che lui disprezza fortemente, come racconta il Combattere.

In questo contesto c’è spazio solo per due featuring: Benè in Lei e Sacky in Mamacita, che sono gli unici due brani più leggeri del progetto.

Per il resto resta ancorato alla sua realtà, alla sua mentalità. Si fa portavoce e rappresentante di tantissimi ragazzi come lui, italiani di seconda generazione, e ci racconta esattamente la vita che conducono e il modo in cui ragionano e vedono le cose.

EP2 è una sorta di reality, di documentario su una realtà che esiste, che vive nelle nostre città e periferie e che faremmo bene a conoscere al posto di fingere che non esista.

Possiamo non essere d’accordo sul fatto che Baby Gang non voglia cambiare vita, non afferri l’opportunità che la musica gli sta dando per uscire da quel contesto. E possiamo pensare che sia folle continuare a mettersi contro il sistema con atteggiamenti provocatori, ma nelle tracce che compongono EP2 lui ci spiega come vive, come ha vissuto e soprattutto qual è il suo pensiero. E anche se può risultare poco condivisibile, vale la pena rifletterci su e provare a mettersi nei suoi panni.

TRACCE DA ASCOLTARE SUBITO: 2000, Cella 3 e Mentalitè.

TRACCE DA SKIPPARE: consiglio di ascoltarle tutte, tanto sono solo 8.

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