Effetto Notte di Emis Killa – la recensione di Rebel
Effetto Notte di Emis Killa è uno di quei dischi che hanno subito diviso il pubblico. C’è stato chi ha detto “finalmente il king è tornato” e chi invece si aspettava di più.
Alla fine è sempre un po’ colpa nostra, che ci aspettiamo sempre di più, che cadiamo nel girone dell’hype e poi ci stanchiamo subito dopo aver ascoltato un disco, perché vogliamo di più, perché aspettiamo il prossimo. Perché è tutto così veloce, che raramente ci soffermiamo ad ascoltare, non a sentire. E Effetto Notte è un disco che va ascoltato dall’inizio alla fine, come un film, quando sei al cinema e lo devi guardare tutto. Poi magari non lo capisci, ti sei perso dei pezzi o lo capisci dopo, con calma, riguardandolo ancora una volta a casa, comodo sul tuo divano.
Effetto Notte è quel film che, dopo averlo visto una volta, ti lascia qualcosa, ma che ha bisogno di essere visto più volte. È un disco sicuramente scritto di pancia, a tratti cupo, intimo, introspettivo, ma che racchiude bene l’essenza di Emis Killa e le sue sfaccettature artistiche e stilistiche. Ha le hit, i banger, i richiami old school, i brani più intimi e struggenti.
Non è però il disco migliore di Emis Killa, non può essere considerato l’apice della sua carriera. Può fare di meglio. Può darci di più.
Per quanto Emis Killa sia uno diretto, ho come l’impressione che da Terza Stagione in poi si sia un po’ perso. Come se non sapesse che strada scegliere, come se volesse fare un po’ di tutto, sperimentare tutto, ma alla fine confondendo l’ascoltatore. Ecco, Effetto Notte un po’ confonde. Sicuramente è un disco in cui prevale la qualità, sia a livello di testi, che di suoni, ma a fronte di tracce davvero fighe, ce ne sono altre che non lasceranno alcun segno, che ascolti, ma risultano ben poco memorabili.
E siccome si parla sempre di disco dell’anno, Effetto Notte non può essere il disco dell’anno, ma neanche un disco che ti farà dire “ti prego Emis fai un altro disco come Effetto Notte”.
È un progetto che rientra nella mediocrità, dove ogni cosa è accennata e non approfondita e sviluppata. A iniziare dal richiamo cinematografico al quale vuole ispirarsi, che è solo accennato e piuttosto labile, messo lì, quasi a caso. È un disco mediocre, spacciato per concept album solo in fase di promo, ma che di concept ha ben poco. Anzi niente. I richiami cinematografici sono solo nei titoli, i brani ne sono privi, completamente distaccati da essi, come a voler creare un qualcosa di grande che alla fine non c’è.
E devo dire che è un gran peccato. Emis Killa è un ottimo rapper, ma anche questa volta si è accontentato di portare a termine un progetto che avrebbe potuto essere grosso, ma che invece risulta solo mediocre.
Ha giocato molto nel creare hype. Dapprima con il trailer nel quale avremmo dovuto indovinare i featuring nascosti, poi annunciando i vari producer e infine gli ospiti ispirandosi a Marracash. Proprio come aveva fatto Marra per annunciare i featuring di Persona, Emis ha pubblicato sul suo profilo Instagram varie foto che lo ritraggono con i suoi ospiti ai quali ha dedicato un pensiero. Niente di nuovo. Niente di entusiasmante, proprio come il disco.