È un caso che il disco di Nitro si intitoli spazzatura?
Calmo, non sto dando della spazzatura al disco di Nitro, ma Garbage vuol dire spazzatura e Nitro ha deciso di intitolare GarbAge il suo nuovo disco. Spazzatura come quello che lo ha ispirato per comporre il disco? O spazzatura perché in giro c’è molta musica spazzatura? Un po’ fast food, un po’ usa e getta…
Nella copertina del disco, Nitro è disteso su un cumulo di spazzatura, in un’altra immagine vomita spazzatura. Cosa vuole dirci? Che ci sta dando la spazzatura che meritiamo?
Se è vero quello che dice Meek Mill, ovvero che quest’anno la musica spazzatura morirà, GarbAge potrebbe stare a sgnificare anche Epoca della spazzatura, ovvero il periodo che stiamo vivendo, dove la musica meno conscious, chiamiamola così, ha il sopravvento. Ma pur sempre di spazzatura parliamo.
E in effetti GarbAge ha molto a che fare con la spazzatura, ma sicuramente non con quella differenziata. Il disco è vario, fin troppo, dal punto di vista musicale le sperimentazioni sono infinite, ma l’impressione è che Nitro non abbia trovato quella che gli calza maggiormente a pennello.
Se l’intenzione di Nitro con GarbAge era quella di omologarsi alla massa, sperimentare e darci la sua versione della trap, allora il disco è un vero successo, è come dire “lo vedi che se voglio questa spazzatura posso vomitarla anch’io?”
Se al contrario, voleva proporci un altro mostro sacro alla Suicidol o alla Danger, allora ha fallito in pieno.
Va detto però che Nitro, per essere compreso e capito fino in findo necessita di numerosi ascolti, ci sono persone che ancora oggi, ascoltando e ascoltando Suicidol, captano parti e sfumature che fino a quel momento non avevano compreso. E anche GarbAge fa un po’ questo effetto, nonostante sia un disco che manca di un fil rouge, di un leit motiv, le tracce sono scollegate tra loro e questo può anche essere un bene.
I due brani che aprono e chiudono GarbAge, “GarbAge” e “Libellule”, sono due banger rap alla Nitro, forti, potenti, pregne di denuncia sociale. Soprattutto Libellule, dove Nitro dice “Fai uno screeshot al dolore e pensi di assorbirlo, col mio status di finzione in funzione di algoritmo“, il problema però sta nel mezzo. Escluse quelle due tracce troviamo un Nitro, seppur in splendida forma, con una tecnica indiscutibile, che si approccia sperimentando diverse sonorità alla trap. C’è tutto: RnB, trap, samba trap, rock, metal, rap, non manca niente. E questa è la spazzatura: ci trovi dentro di tutto, lattine, bottiglie, involucri, carta, plastica e chi più ne ha più ne metta.
Nitro, però, non perde la verve e senza troppi giri di parole ci tiene a mandare a fanculo tutti: fanculo ai finti rapper, fanculo ai politici, fanculo ai giornalisti, ma se mandassero a fanculo lui? Beh, con tutta questa tecnica, un po’ ne andrebbe fiero, almeno così dice. E sì perché il punto forte e indiscutibile è proprio quello: la tecnica. Per il resto ha sicuramente trovato la hit con Rap Shit insieme a Gemitaiz e tha Supreme, che non è nient’altro che un banalissimo pezzo trap che gli ascoltatori più giovani adoreranno e che gli permetterà di scalare le classifiche.
Per il resto GarbAge è un disco talmente vario e dispersivo, racchiuso come una parentesi che si apre dopo la prima traccia e si chiude prima dell’ultima, che non lascia niente. Neppure il brano con Fabri Fibra è in grado di catturarti, non lascia il segno, è come se tutto scivolasse via come l’acqua versata sul tavolo e non ti colpisse niente. È questa la musica spazzatura: quella che scivola via senza lasciare il segno. GarbAge non ha la verve e la potenza di lavori come Suicidol o Danger che ti bucavano l’anima, è semplicemente un buon disco, fatto da un ottimo rapper con una grandissima tecnica, ma che non ti arriva al cuore.
Un po’ come molta della musica usa e getta che esce oggi, solo con un livello tecnico e di scrittura decisamente superiore.