DMX, Young Dolph e tutti i rapper che ci hanno lasciati nel 2021
“Sembra che quest’anno abbiamo perso un rapper ogni settimana. C’è stato un tempo in cui eravamo protetti nella comunità e trattati come supereroi. Ora non più”. È stato il commento di Jim Jones dopo la morte di Drakeo The Ruler, accoltellato lo scorso weekend a Los Angeles.
Jim Jones, che ha esortato tutti i suoi coetanei a rimanere al sicuro, ha portato alla luce un’amata verità. Per un motivo o per l’altro, infatti, è lunga la lista di rapper statunitensi che quest’anno hanno perso la vita.
A iniziare da una vera e propria leggenda: DMX, morto ad aprile dopo un ricovero per overdose.
A gennaio il rapper di Memphis Baby Ceo è morto a soli 20 anni. All’inizio le cause delle morte sono state confuse, si è parlato sia di overdose che di una sparatoria e infine è stata accreditata quest’ultima ipotesi.
Sempre a gennaio, 18veno è stato ucciso a seguito di alcuni colpi d’arma da fuoco mentre era nella sua casa di Rock Hill. Aveva solo 19 anni, due singoli di successo, 1942 e Slugs, e da diversi siti specializzati era considerato come una delle nuove promesse del rap in America.
A febbraio è morto Prince Markie Dee, il rapper originario di Brooklyn, ex membro dei The Fat Boys e autore e produttore di successo di Mary J. Blige, Mariah Carey, 50 Cent, Jennifer Lopez e altri. Aveva 52 anni ed è morto per insufficienza cardiaca.
Ad aprile è stato il turno di Black Rob deceduto a 52 anni per un arresto cardiaco.
Sempre ad aprile ci ha lasciato anche di Shock G, il rapper dei Digital Underground, che tra le altre cose ha scoperto Tupac. Shock G è morto a 57 anni per un’overdose accidentale di fentanil, metanfetamina e alcol.
A giugno Lil Loaded si è tolto la vita sparandosi in testa e lasciando una lettera di addio su Instagram, nella quale ha scritto: “Dio ti prego perdona tutti i miei difetti e per tutte le volte che non sono riuscito a renderti orgoglioso di me e ad apprezzare le benedizioni che sono state messe nella mia vita. A volte la linea tra l’essere duro e l’essere senza cuore è molto labile. Voglio ringraziarti per tutto quello che ho avuto e per le persone che hai messo nella mia vita. Grazie per avermi tenuto con i piedi per terra e amo ognuna di quelle persone che sono sinceramente state accanto a me. Chiedo l’ingresso nel tuo regno attraverso tutti i miei errori. So che ami tutti i tuoi figli e io sono pronto con il mio cuore e la mia anima a raggiungerti”.
Aveva creato scalpore quando a luglio, Indian Red Boy, rapper di 21 anni affiliato ai Bloods di Los Angeles, è stato ucciso con 15 colpi di pistola mentre era in diretta su Instagram.
Due giorni dopo, a Chicago è stato ucciso un altro rapper. Si tratta del 31enne KTS Dre, ucciso poco dopo essere uscito di prigione, dove era detenuto per violazione della libertà vigilata. Il rapper era a bordo di un’auto quando è stato avvicinato da altri due veicoli dai quali sono partiti una raffica di colpi d’arma da fuoco, pare siano stati almeno 64, che lo hanno colpito alla testa e in diverse parti del corpo. È morto poco dopo il suo arrivo in ospedale.
Il rapper della West Coast Gonzoe, amico di Tupac e Ice Cube, è stato ucciso a luglio, a 45 anni, da tre colpi al petto sparati vicino a una stazione di servizio di Seattle.
Il rapper di San Diego, Young Kece, di soli 20 anni è morto per colpi d’arma da fuoco a ottobre.
A novembre Young Dolph, 36 anni e padre di due figli, è stato ucciso a colpi di pistola mentre stava entrando in un negozio di biscotti, il Makeda’s Cookies, che si trova vicino all’aeroporto di Memphis.
A dicembre Slim 400, il rapper nato in Germania, ma cresciuto a Compton, area a sud di Los Angeles, e diventato famoso per canzoni come Goapele e Piru è stato ucciso durante una sparatoria avvenuta nel Inglewood.
Drakeo The Ruler è stato accoltellato al Once Upon A Time in LA Festival, che si è tenuto sabato 18 dicembre a Los Angeles.
E infine Kangol Kid, 55 anni, morto il 18 dicembre a causa di complicazioni dovute al cancro al colon al quarto stadio del quale soffriva da tempo.