Dj Pitch ci presenta No Face e i quattro nuovi artisti della sua etichetta

Da poco più di un anno Dj Pitch ha ripreso le redini di No Face, l’etichetta discografica nata nel 2016 con Achille Lauro.

Le idee riguardo al futuro sono molto chiare: No Face diventerà una realtà consolidata, forte e competitiva.

Dj Pitch ha una visione, che per certi versi è in controtendenza rispetto all’andamento del mercato musicale italiano lui si gode il viaggio, non pensa ai numeri, non fa la conta degli streaming, non punta a produrre fenomeni momentanei e hit per TikTok. Questo è il suo unico obiettivo: costruire progetti che durino nel tempo, senza ansia, senza fretta, senza pensare ai soldi, ma facendo solo bella musica.

Con Lauro non guardavamo mai i numeri, ci siamo accorti molto tempo dopo che Uhlalala aveva fatto disco d’oro”.

In base a cosa scegli gli artisti da far entrare nella tua etichetta?

L’originalità e la diversità. Se quello che sento è qualcosa di innovativo allora, forse, può funzionare nel tempo.

Com’è stato ricominciare da capo con No Face?

Bellissimo, il sogno della mia vita. Adesso sto facendo quello che ho sempre voluto fare, ovvero avere un’etichetta e scoprire talenti. Io mi sono sempre focalizzato su un artista, adesso sto lavorando all’etichetta e sto consolidando una realtà che sia tra le prime in Italia.

Se dovessi puntare su uno dei tuoi artisti e dire lui tra un anno sarà un top player, chi sceglieresti?

Sono progetti completamente diversi tra loro ma tutti con un grande potenziale. Lo sento e lo percepisco, quando ascolto i provini che mi mandano provo le stesse vibrazioni che provavo con artisti che nel tempo si sono affermati.

Ti manca la vita dei tour?

Per niente. Lo faccio quando mi chiamano a suonare, perché nasco come dj e non mi stancherò mai. Adesso seguo i miei artisti, perché so come si fa uno show, come si sta sul palco e cerco di trasmettere loro quello che ho imparato in questi anni, ma non li seguirò per sempre, perché non è quello che ho in testa.

Cerco di trasmettere loro le competenze che possano metterli nelle condizioni di strutturare un vero show.

Cosa pensi del fatto che oggi molti artisti facciano i concerti con la voce sotto?

Quando fai queste cose non stai costruendo una carriera fatta per durare.

Sono solo dei fenomeni e quanti fenomeni abbiamo visto in questi anni? Chi è rimasto?

Chi ha una progettualità? Chi si è costruito una carriera facendo bella musica e facendo show di alto livello? Salmo fa San Siro perché fa uno show spettacolare, lo stesso vale per Marracash. Sono artisti che hanno alle spalle una carriera e molta gavetta e solo così vinci.

Anche Lauro all’inizio non aveva l’esperienza per stare sul palco mentre oggi è uno showman.

Mi parli dei nuovi progetti dei tuoi artisti?

Lester è il primo con cui abbiamo iniziato e sta portando avanti un progetto rap. Io vengo dal rap e nella mia etichetta volevo fortemente un rapper. E tra tutti quelli che ho sentito lui è l’unico che ha la stoffa per poter continuare a fare questo genere. L’abbiamo affiancato a Sick Budd e i prossimi singoli saranno prodotti da lui. Questo è il rap che mi piace e con cui può crearti una fan base.

Symon è un artista su cui stiamo puntando molto e sarà il king del dembow italiano. Nel 2023 stiamo vivendo quello che abbiamo vissuto e che ho vissuto in prima persona con la trap nel 2016 e visto che ho avuto il sentore che questo sarà l’anno del dembow, voglio far sì che lui sia il primo artista dembow italiano ad affermarsi.

In Italia,al momento, un altro artista forte a fare questo genere è Disme.

Rondo sta preparando un brano con Disme e questo fa capire quanto sarà forte l’impatto del dembow in Italia.

Mew è un artista che fa dark pop in stile Billie Eilish. In Italia ci hanno provato in tanti ma nessuno ha ancora trovato la chiave giusta. Con lei, grazie anche a tutto il team che sta lavorando al progetto siamo nella giusta direzione.

9ova è quello dei quattro che ascolto più volentieri perché rientra nei miei gusti musicali ma non perché ci credo di più o di meno degli altri, perché credo in tutti allo stesso modo. 9ova voglio portarlo a Sanremo, lui vuole fare solo musica ha 22 anni ma ha un margine di crescita pazzesco e Leonel, il suo produttore, per me è un fenomeno. Il suo sound è super innovativo e non si classifica in un genere specifico, devi sentirlo, devi entrare nel suo viaggio e ti deve piacere quel viaggio.

Come hai vissuto l’exploit della trap nel 2016 e come siete riusciti a fare trap ma in modo diverso?

La nostra musica è stata definita trap dalla gente, noi facevamo solo musica con il nostro modo di farla. Doms faceva la sua ricerca musicale, Lauro lo stesso ed è uscito fuori un genere che aveva quel sound lì ma se ascolti Ragazzi Madre il sound non è trap, il sound è Ragazzi Madre. Lauro e Doms. Fine. Sono sempre stati due innovatori, sperimentavano tantissimo.

Adesso è storia, ma mentre la scrivevamo non ce ne rendevamo conto come Thoiry che oggi conta più di 50 milioni di streaming.

Cosa ti fa pensare che la drill sia già passata?

La drill è già passata, è durata un anno, è stata un passaggio tra la trap e questo genere più dembow/reggaeton/domenicano. Ma già chi si è messo a fare trap dopo Sfera ha capito che era inutile farlo, lo stesso vale per chi si mette a fare drill dopo Rondo. Non ha senso, il consiglio che do a tutti i ragazzi è “fate la vostra musica non fate qualcosa che già esiste”. La drill la fa già Rondo ed è inutile che ti metti a farla, non sarai mai più bravo di lui e anche se lo sarai, non lo saprà mai nessuno. Il mio consiglio è: fai la roba tua, non copiare nessuno perché se copi non farai mai nulla”.

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