Discorso di fine anno di R.E.B.E.L.
Bella raga, non starò qua a dirvi che Rebel fa numeri, che Rebel porta contenuti diversi, che Rebel non lecca il culo a nessuno e che se ne frega delle condivisioni, insomma non starò qua a farmi i pompini da sola come fanno gli altri, ma neanche a leccare culi.
Oggi è il 31 dicembre ovvero il giorno in cui per forza, perché ce lo impone la stessa forza sovrannaturale che ci ha imposto di fare classifiche per 30 giorni consecutivi, dobbiamo tirare le somme di questo 2020 che tra poche ore sarà finalmente finito. Quindi oggi è il giorno dei lunghi post in cui scriveremo che nonostante tutto, ed è proprio il caso di dirlo, nonostante un anno di merda, alla fine è andato tutto bene, siamo felici e soddisfatti di come sia andata, di aver perso magari il lavoro, di non aver potuto vedere i nostri amici, di aver perso un familiare e di aver stravolto completamente le nostre vite… Ah no. Queste cose sui social non si dicono. Quindi diremo che nonostante tutto abbiamo avuto un anno fantastico e anche questa sera posteremo la nostra foto con bicchiere in mano, perché in questo capodanno sancito dal covid e dal coprifuoco, noi siamo dei fighi e sappiamo come divertirci e goderci la nostra fantastica e invidiabile vita.
Credo che questo 2020 ci lasci, non solo un grande vuoto e una grande amarezza per le cose accadute che hanno stravolto completamente le nostre vite, ma anche più speranza del solito nei confronti dell’anno che sta per iniziare. La speranza che accomuna tutti, credo sia una sola: SPERIAMO CHE TUTTO QUESTO FINISCA.
Sì, lo speriamo davvero. Abbiamo bisogno di ricominciare a vivere e di tornare a fare tutte quelle piccole cose che da sempre abbiamo dato per scontate.
POLEMICHE, IPOCRISIA e INCOERENZA sono le tre parole che hanno accompagnato questo 2020. E meno male che a marzo si diceva “questa pandemia ci renderà migliori“, che è un po’ come dire “a Natale siamo tutti più buoni“.
Ma dove? Forse peggiori. Quello che ho visto per la maggiore in qiesti 12 mesi è solo un voler creare polemica su tutto, un’indignazione perenne, per ogni minima cazzata, che si tratti di Emis Killa che dice che preferisce una donna depilata, o di un bar che offre ironici sconti alle ragazze che hanno le tette grosse. INDIGNAZIONE su tutto. LIBERTÀ DI ESPRESSIONE questa sconosciuta. Qualunque cosa dici oggigiorno deve essere pesata, soppesata e soprattutto politicamente corretta. Guai a dire che Ghali non rappresenta la cultura nera italiana. Guai a offendere anche involontariamente le femministe o la comunità LGBTQ, e guai a criticare o ironizzare su un rapper. Se lo elogi non ti caga, ma se lo critichi arriva come un falco e ti insulta e se il suo commento non ottiene abbastanza consensi, puff lo elimina.
COERENZA questa sconosciuta. E così si può sputare merda sui talent e poi esultare quando uno dei tuoi vince. Si può sputare merda sulle pagine Instagram che scrivono di rap e sui magazine di settore e poi esultare quando scrivono che il tuo è il disco dell’anno o il singolo del secolo.
FINZIONE un’altra parola che ci portiamo dietro da troppo tempo e che vediamo quotidianamente negli esponenti del rap italiano. Soldi, gioielli, abiti di lusso, macchinoni, e soprattutto tutti amici di tutti, sia mai che ci scappi il featuring. Sono tutti ricchi come Drake. Crediamoci dai…
Dovrei dire qualcosa di sensato a questo punto. L’unica cosa che mi auguro per il 2021, oltre ovviamente alle mai banali e scontate serenità, salute e lavoro, è che impariamo tutti ad essere più veri e meno costruiti, a non farci condizionare dagli altri e ad essere liberi di esprimere le nostre idee.
Ho scritto abbastanza cazzate? Direi di sì. Ma vorrei concludere, come fanno gli artisti, con il canonico “è grazie a voi“, ringraziando ognuno di voi che ogni giorno perde tempo a leggere Rebel Mag e le cazzate che quotidianamente scrivo.
Buon 2021, che sia pieno di tutto ciò che desideri e che lasci indietro tutto ciò di cui non abbiamo bisogno. Compreso qualche rapperino…