Cos’è successo ad Amill Leonardo?
Prima di parlare del presente vorrei fare un passo indietro, a quando ho conosciuto Amill e ho girato con lui nella sua Cinisello Balsamo.
È venerdì pomeriggio di fine luglio dell’anno scorso, quando arrivo a Cinisello Balsamo, Amill mi dà appuntamento sotto casa sua, un grande complesso di case popolari, entriamo e ci sediamo a parlare nel cortile condominiale. Siamo nella stessa location dove ha girato il suo primo video La mia gente.
“Abito qua da quando avevo 12 anni”, inizia a raccontarmi Amill, “prima abitavamo a Baggio, poi ci siamo trasferiti qua, queste sono case del comune, guarda là ci sono camioncini bruciati. Io andavo a scuola qua dietro, qui ci conosciamo un po’ tutti, anche se magari non ci si saluta, ma sappiamo tutti chi è l’altro e cosa fa”.
La domanda mi sorge spontanea, perché vivi ancora qui?
“Dove dovrei andare?” Mi risponde Amill con una tale naturalezza che mi spiazza.
Non ti vorresti trasferire, magari un domani, in un quartiere diverso, magari a Milano?
“In realtà me la vivo meglio qua, non ci sono distrazioni, si rimane con i piedi per terra perché non cambia quello intorno a te, le persone ti trattano sempre nello stesso modo, ti conoscevano prima e ti conoscono dopo quello che fai. Io vorrei sempre rimanere qua, poi non si sa cosa accadrà in futuro, però mi piacerebbe sempre rimanere qua, vicino alle persone a cui voglio bene e che conosco, anche perché tutto quello che scrivo, tutto quello che canto viene da qua, quindi se andassi da un’altra parte non saprei cosa scrivere”.
Quanto c’è della tua vita nelle tue canzoni? 100%?
“Io non dico mai una cosa se non l’ho fatta, quindi non riuscirei mai a scrivere una cosa che non ho mai fatto. Il rap è questo, nel rap bisogna raccontare la verità, quello che si vive e quello che ti succede attorno”.
Cosa facevi prima di fare musica?
“Il muratore. Ho lasciato scuola quando avevo 16 anni e mi sono messo a lavorare, prima sotto un’altra persona, poi con mio padre, ho sempre fatto lavori manuali”.
Come si vive qui?
“Si vive bene, da ragazzino ho imparato a cavarmela. Tra i ragazzini, qui, c’è questa cosa che te la devi saper cavare, c’era il bullo che veniva a darti fastidio, però alla fine non vincono mai, sono diventati tutti falliti quelli che si comportavano così. Questa cosa succede solo tra ragazzini, da grandi, invece, si vive bene. Io ho voluto mettermi in gioco con la musica, mi sono detto o la va o la spacca e sta andando bene. Sicuramente il rap è una via d’uscita, tra virgolette, perché non me ne voglio andare da qua, vorrei aiutare le persone che sono intorno a me e dar loro una mano con questo. Il rap mi ha dato l’opportunità di vivere delle giornate non tutte uguali, di avere sempre qualche soddisfazione e ne sono contento. Ora il mio sogno è quello di creare la mia realtà anche per aiutare i ragazzini del quartiere. Ci sono tante situazioni difficili qua e tanti ragazzi si mettono a rappare perché hanno tante cose da raccontare, io vorrei dare una mano a tutti”.
Non pensi che prima di aiutare gli altri devi pensare a te stesso?
“Perché non si possono fare le due cose insieme? No, sono sempre stato altruista. Mia mamma mi sgridava perché quando un amico chiamava perché aveva bisogno, io mollavo tutto e correvo da lui. Penso che se posso fare questa cosa del rap e nel frattempo aiutare gli altri é meglio. Penso che se il successo debba arrivare, arrivi, anzi, guarda dove sono arrivato aiutando gli altri, quindi non penso sia sbagliato il mio modo di fare”.
Se non fossi cresciuto qui, avresti fatto lo stesso rap?
“Non lo so, però mi è sempre piaciuta la musica, quindi ti direi di sì. Ho vissuto a Portorico un anno e da lì ho iniziato a fare musica, quindi sì”.
Nel tragitto di ritorno verso casa di Amill, gli ho detto di quanto mi aveva piacevolmente sorpresa conoscerlo e parlare con lui e di quanto i ragazzi come lui, che di sicuro non hanno avuto una vita facile e privilegiata, siano così pieni di valori ed educazione a differenza di altri che magari sono cresciuti con più privilegi. Lui mi ha risposto “noi l’educazione ce la siamo data da soli, non avendo la possibilità di avere cose frivole o di lusso, ci concentravamo su quello che avevamo, gli amici”.
Un’altra cosa che mi ha colpito molto di Amill Leonardo é stata che appena sono arrivata mi ha detto “ho sentito Vegas Jones, gli ho chiesto se voleva unirsi a noi ma purtroppo deve partire per un live“. Questa frase credo che rispecchi molto il suo modo di essere, generoso, vero e genuino. Non capita spesso che un’artista dutante un’intervista inviti un altro artista, di solito c’è sempre la paura che gli altri possano ‘rubare la scena’. Amill a queste cose non pensa, ha un animo genuino e crede nell’amicizia e nei valori, quelli veri, più di qualunque altra persona che abbia mai incontrato e questa cosa, al di là di essere un ottimo artista, fa di lui una grande persona. In ogni sua strofa, Amill Leonardo aggiunge una fotografia del suo vissuto che va a comporre il suo mondo e il suo immaginario. La cosa che sicuramente lo rende unico è il parlare di storie vere, di vita vissuta e questo fa sì che ogni ascoltatore possa ordinare a suo piacimento tutte le immagini in rima che Amill ci regala e avere un’idea verosimile della realtà vissuta da lui nella sua Cinisello Balsamo.
Cos’è successo ad Amill Leonardo?
Mesi fa ha pubblicato un post sul suo profilo Instagram dove diceva di voler chiudere il suo percorso musicale.
Ultimamente sta pubblicando Instagram stories dal balcone della sua casa a Cinisello, sembra triste, disilluso, sembra aver perso l’entusiasmo che aveva nei confronti della musica, come se questo gioco del rap non facesse più per lui, come se fosse rimasto ferito, scottato. Ricordando le sue parole di quella nostra prima chiacchierata, il suo essere naturale, genuiono, spontaneo e altruista mi fa pensare a quanto il rap l’abbia deluso e quanto certi commenti continuino a farlo.
È vero, purtroppo nella scena non c’è spazio per tutti, il rap è anche moda, personaggio, marketing e Amill non è niente di tutto questo, la sua musica, come quella di tutti, può piacere o meno, ma vedere la delusione nella voce di un ragazzo che aveva un sogno fa dispiacere, spero che ritrovi la forza e la passione che aveva fino a un anno fa.