Cosa sta succedendo veramente?

Andiamo con ordine, facciamo un passo indietro, sebbene la notizia della chiusura momentanea di Sto Magazine sia stata accolta per lo più in modo favorevole, ci sono questioni che forse a molti sono sfuggite. Ho scritto spesso sulla cosiddetta mafia nel rap game, quella che ti spinge a non schierarti apertamente, a non muovere critiche, quella che ha portato i magazine di settore a scrivere sempre bene di tutto e tutti per non perdere i privilegi acquisti, quella che ha portato alla fine della critica musicale in Italia.

In tutto questo meccanismo, c’è ancora chi non si piega, chi va avanti a dire che la merda non é cioccolato, ma c’è anche chi vuole spacciare la merda per cioccolato e chi invece, e sono la maggioranza, si limita a dire che é tutto cioccolato restando imparziale.

Sto Magazine chiude, forse temporaneamente, l’antifatto vede come protagonisti gli Arcade Boyz che hanno fatto una live dove, senza fare nomi e cognomi, spiegano cosa stava succedendo.

Il video di Yem é stato segnalato e questa é stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per mesi i video degli Arcade sono stati segnalati da una fantomatica società che fa parte del rap game e che ha tentato di fargli chiudere il canale. Tramite conoscenze, sono riusciti a risalire a chi ci sia dietro e sebbene non abbiano fatto né nomi né cognomi é facilmente intuibile che il nome potrebbe essere quello di Antonio Dikele Distefano. Non solo, molti artisti, tra cui Tedua, Ernia, Mondo Marcio, Carl Brave x Franco 126, Frah Quintale, Marracash, Gué Pequeno, Fabri Fibra e altri non sarebbero andati ospiti da loro perché il gesto avrebbe significato schierarsi. Sto Magazine é una realtà potente che ha alle spalle Ghali e che in due anni ha acquisito potere nel rap game, tanto da decidere chi può fare cosa e chi no. É un gioco di potere dove ci sono in mezzo soldi e accordi, dove sono gli stessi artisti e management a spingere tale realtà che fa letteralmente il bello e il cattivo tempo, non solo nel decidere chi spingere e chi no, ma anche nel fare mobbing ad altre realtà che non la pensano come loro. Ecco spiegato perché alcuni artisti non compaiono su Sto Magazine, al quale si può dire di tutto ma non di essere imparziale, ne é la prova lampante l’ultima Challenge che ha visto vincere un amico di, é stato solo un caso?

Il pubblico, dal canto suo, ha iniziato a sentire puzza di bruciato e a capire il trucco, i commenti negativi e gli insulti sotto ogni loro post sono nettamente superiori a commenti neutri o a favore e questo solo su Instagram, su Youtube invece regna l’hating. Ma non é hating da social, é quel genere di hating di chi é stanco di essere preso in giro. Ecco che Sto annuncia la chiusura e tutti esultano. Ma se tutti esultano, perché gli artisti e stiamo parlando di nomi grossi hanno continuato a spingerlo? Forse perché ci sono in mezzo interessi, soldi e accordi di cui non siamo messi al corrente? Se fossi un artista non vorrei comparire o essere intervistata da un magazine odiato, a meno che non mi dicessero di farlo e non avessi scelta.

Ora però chiude, a quanto pare temporaneamente, ma perché? Dopo il video degli Arcade Boyz ha paura che vengano svelati determinati giochetti che ha fatto o c’è anche altro? Sto Magazine fa capo a Ghali e a Dikele che insieme gestiscono anche Sto Records, é possibile che i due non siano più in accordo e armonia e stiano decidendo se e come procedere e chi deve mantenere il controllo del magazine? Nel post si parla di scelte organizzative e struttura interna, quindi qualcosa all’interno non va e potrebbe essere proprio una divergenza ai vertici tra Ghali e Dikele.

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