Com’è stato il concerto di Paky all’Alcatraz di Milano?

Ieri sera (7 novembre) Paky ha portato il suo Salvatore Tour all’Alcatraz di Milano e ci ha dato due conferme: dal vivo è scarso e al suo pubblico non gliene frega un cazzo.

Uno show molto acerbo, così come le capacità live di Paky, che ad oggi è uno dei rapper peggiori che ho visto live. Non tanto perché non sa coinvolgere il suo pubblico, che oggettivamente era super coinvolto e mega esaltato solo per la presenza del rapper di Rozzano, ma proprio perché live non sa cantare. Sa urlare. Con la canzone sotto. Quello sì, lo sa fare benissimo. Ma sai che c’è? Che ai suoi fan non interessa! Non hanno smesso di cantare e saltare neanche per un istante. E alla fine, se il pubblico si diverte, va bene così. Hai vinto.

Il live era diviso in sei blocchi con 6 pause. Praticamente 1 ora e mezza di show e 6 pause. Assurdo se penso che Fabri Fibra, che ha il doppio degli anni di Paky, ha fatto più di due ore live e 0 pause, neanche un cambio d’abito, ma evidentemente i giovani d’oggi devono prendere fiato. Le pause erano animate da siparietti alquanto trash, volti a raccontare il background di Paky e la vita in provincia. Sale sul palco un motorino e una decina di ragazzi, che fingono di essere in piazza a spacciare erba. Tutti aspettavamo che a quel punto Paky li raggiungesse sul palco per proseguire lo show, ma no. Prendono il motorino e se ne vanno.

Altra gag è stata quella del finto arresto. Due ragazzi salgono sul palco con in mano un borsone, che verosimilmente conteneva i soldi di una rapina, quando arrivano due carabinieri ad arrestarli. Oltre alle gag, nelle numerose pause, è stato proiettato una sorta di documentario sulla vita di Paky, che più che un documentario sembrava uno di quei rvm di Uomini e Donne.

Per fortuna c’erano gli ospiti: Shiva, Tedua, Luchè, Marracash, Night Skinny e Guè si sono esibiti con Paky. O meglio, loro hanno cantato, Paky un po’ meno.

Ma al pubblico, anche in questo caso non gliene fregava niente. Hype, entusiasmo e divertimento sono stati una costante perenne.

Un po’ stremati, chi perché era stanco dal saltare e cantare, chi perché non ne poteva più, siamo arrivati alle fasi finali. Paky sale dalla parte opposta rispetto al palco con un cappio al collo e canta Storie Tristi.

E il tutto finisce con la sua hit più potente: ROZZI.

Onestamente il live di Paky potrebbe essere riassunto così: ENTRO, URLO, FACCIO PAUSA, NON SPACCO, ESCO, CIAO.

Ed è un peccato, perché, a parte lavorare proprio sulla struttura dello show, se Paky si impegnasse a cantare dal vivo, con il pubblico che ha, davvero sarebbe uno di quelli che spaccano live.

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