Come funzionano i featuring tra artisti italiani?

Recentemente Fedez, durante una diretta su Twich, ha sfatato il mito delle collaborazioni internazionali. Secondo lui, infatti, è prassi pagare gli artisti internazionali per i loro featuring, lui stesso ha ammesso di aver pagato Trippie Redd per le barre contenute in Che cazzo ridi con Tedua.



Ma come funzionano i featuring tra artisti italiani? Si pagano? Assolutamente no. Un artista italiano non paga un altro artista italiano per un featuring. Spesso le collaborazioni nascono da rapporti di amicizia o stima tra due artisti ed è per questo che magari vediamo più o meno sempre gli stessi nomi collaborare insieme e alcuni al contrario non compaiono mai sulla stessa traccia.
A volte sono le major a proporre un featuring a un loro artista, come nel caso di Marracash e Elodie. Quando è uscita Margarita, Marra aveva dichiarato che la collaborazione gli era stata proposta da Universal e che lui aveva accettato. È stata poi in quell’occasione che è scoccata la scintilla con Elodie. Le major, le etichette, o il management propomgono, ma sta sempre all’artista la decisione finale e la facoltà di dire sì o no.

Quando magari vediamo un Guè Pequeno collaborare con Anna e ci domandiamo “chissà quanto l’avrà pagato“, la risposta è niente. Entrambi sono nel roaster di Universal e molto probabilmente a Guè è stata proposta la collaborazione e ha accettato.

Ovviamente il featuring non può essere solo un attestato di stima o di amicizia, la musica è anche business e la scelta delle collaborazioni è anche una questione di marketing. Il fatto di collaborare con il nome del momento, o con l’artista con maggiore credibilità e una solida carriera alle spalle, il voler allargare il proprio range di pubblico inserendo nel disco artisti pop o indie, sono tutte, com’è giusto che sia, scelte di marketing.



Ma quando i featuring si pagano? Se sei un artista emergente, forse uno dei modi migliori per emergere non è quello di comprare views, streaming, o pagare pagine Instagram per promo, ma pagare un artista famoso per un featuring. Ovviamente è un investimento e non tutti accettano di farsi pagare per collaborare, Emis Killa e Lazza, per esempio, hanno sempre detto di essere contrari a questa pratica, ma qualcuno che accetta c’è sicuramente.
Da emergente, pagare un featuring è una mossa che, se fatta bene, può anche servire per essere notati da un’etichetta discografica o una major.

Comunque, dopo aver sfatato il mito dei featuring con artisti internazionali, sfatiamo quello dei featuring tra artisti italiani: sono gratis.

1 Commento

  • madman
    12 Settembre 2022

    cazzata. jamil in green street pagò tutti i feat ad esempio…e le prod d donjoe. all epoca una strofa d gue pequeno chiedeva 600€ un dargen 300.. ecc..

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