Clementino è indagato per istigazione al consumo di droga
Non è un buon momento per il rap in Italia, o forse non lo è mai stato. L’accendersi dei riflettori su questo genere musicale e sui suoi esponenti e il contributo della stampa generalista che ha creato l’equazione RAP=DROGA ha fatto sì che si prestasse attenzione ad ogni gesto e parola dei rapper.
Questa volta è toccato a Clementino. Nel mirino della procura ci sono alcuni gesti e parole del rapper campano durante il concerto di Capodanno tenutosi in piazza Diaz a Nocera Inferiore.
Nello specifico gli agenti del commissariato di Polizia di Nocera Inferiore (Salerno) stanno indagando in merito ad alcune parole ambigue che potrebbero far pensare a un’istigazione all’uso di sostanze stupefacenti. Dal palco, inoltre, sono state lanciate delle bustine contenenti filtri e cartine. Episodi di cui è stata informata in via preliminare la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore che attende di conoscere l’esito degli approfondimenti avviati dalla Polizia. Il concerto era stato organizzato dall’amministrazione comunale nocerina che sta seguendo tutti gli sviluppi.
«Al momento non si provvederà al pagamento del cachet in attesa della verifica dei fatti», fa sapere il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato per il quale «la polizia deve svolgere ogni attività di verifica ma eviterei, almeno in questo momento, di confondere il successo del concerto con gli accertamenti della polizia sui filmati per verificare il reale svolgimento dei fatti».
Dal canto suo Clementino ha pubblicato sui suoi profili social i video della serata.
L’accaduto è stato poi commentato dallo stesso Clementino che La Repubblica ha spiegato:
“Io non ho inneggiato alla marijuana, è semplicemente il testo di Joint, e il presunto spinello di due metri che avrei acceso era di polistirolo. Era solo un gioco. Ho lanciato solo portachiavi che raffigurano me vestito da San Gennaro o Pulcinella, ne ho un’infinità a casa mia, la Digos può controllare quando vuole.
Come tutti i rappersono sempre stato a favore della legalizzazione, da tempo lotto contro le mafie che lucrano sul traffico di stupefacenti, ho scritto diversi brani contro la criminalità, perché attaccano i cantanti anziché combattere la vera criminalità?”
Il problema, comunque vadano avanti le indagini della polizia, è che siamo in Italia e che l’Italia il rap non lo vuole. Continua a servirsene perché fa ascolti, porta gente nelle piazze e fa notizia, ma vuole una versione semplificata per famiglie, non il rap così com’è. E come dice Clementino sarebbe più opportuno combattere la criminalità vera, non puntare il dito contro i rapper e i loro testi.