Chi è Joey La Rockstar?
Joey, con il suo nuovo singolo La Rockstar, ha incantato molte persone e sinceramente non poteva essere altrimenti. La Rockstar è un pezzo forte, ma al tempo stesso ricco di contenuti, ritmato, sensuale, nel quale emergono le diverse sfaccettature e doti artistiche di questa giovane cantante.
Nel suo recente percorso la sua strada ha incontrato quella di No Face, l’etichetta che fa capo ad Achille Lauro e Dj Pitch e forse, anche ascoltando La Rockstar, non poteva trovare casa migliore. Un posto dove arte e suoni creano sempre qualcosa di unico e originale è il posto giusto per un artista così versatile e poliedrica come Joey, che ha tutte le carte in regola per diventare la nuova rockstar del panorama urban italiano.
Quando hai iniziato ad avvicinarti alla musica e quando hai capito che era questo che volevi fare nella vita?
“Mi sono avvicinata da piccolissima tramite mio padre e mio nonno, entrambi batteristi. Non ho ricordi di un momento in cui non è stata parte importante della mia vita. Però non ho mai capito se è davvero quello che voglio fare nella vita, intanto lo faccio”.
Com’è cambiato il tuo modo di fare musica dopo l’esperienza a X Factor?
“Ad essere sincera xfactor non ha cambiato nulla nel mio modo di fare musica, posso dire di aver lavorato su me stessa a livello personale per affrontare i provini ma non di aver imparato qualcosa musicalmente parlando, visto il mio breve percorso”.
Come riesci a coniugare rock, R&B e rap?
“Penso che ognuno di questi generi racchiuda le sonorità con le quali sono cresciuta ma sopratutto rispecchi diversi lati della mia personalità. Diventa quasi una necessità emotiva”.
Quando sei entrata in contatto con No Face?
“Mi pare fosse marzo di quest’anno. Ero in un bruttissimo momento da qualsiasi punto di vista, quindi ero davvero emozionata. Ho sperato con tutta me stessa fosse la volta buona”.
Quanto è difficile essere donna in un ambiente e in un genere musicale prettamente maschile?
“Io non ho mai percepito tutta questa difficoltà nell’ambiente, la difficoltà di accettazione e di apertura mentale l’ho riscontrata più nel pubblico che negli addetti ai lavori. Ogni tanto mi sono capitate situazioni spiacevoli, però non è una cosa che mi tocca particolarmente. Preferisco evitare scontri che non hanno né capo né coda, perplessità di genere che non dovrebbero nemmeno sorgere”.
Come riesci a coniugare forza e femminilità soprattutto senza risultare volgare?
“In realtà non saprei rispondere, penso l’atteggiamento sia una delle cose più innate e personali che abbiamo. Si può gestire fino ad un certo punto, quindi non saprei dire chiaramente come ci si riesca”.
Com’è nata La Rockstar e com’è stato lavorare con Fet?
“Il ritornello di Rockstar è tratto da un pezzo che scrissi circa cinque anni fa, non c’entrava nulla con le strofe e con il pezzo che esiste ora, era prettamente hip hop, mai avrei pensato che sarebbe diventato un pezzo con queste sonorità (che oltretutto adoro). Sono esistite diverse versioni del pezzo prima di arrivare a quella di Fet. Lui, oltre ad essere super talentuoso, è stato minuziosamente attento ad ogni piccola sfumatura, ma sempre cercando la mia opinione e il mio riscontro, cosa importantissima secondo me per fare in modo che testo, voce e strumentale abbiano la stessa intenzione e la stessa magia”.
Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?
“Un ritorno di testi più elaborati che mi hanno contraddistinta nel rap, temi più ostici, melodie più definite. Non vedo l’ora”.
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