Che senso ha rimuovere il cartellone di Cvlt di Salmo e Noyz?
La notizia è questa: il cartellone che annuncia l’uscita di Cvlt, il nuovo disco di Salmo e Noyz, è stato rimosso dalla polizia di Milano.
Il motivo? Contenuti crudi.
Forse sono scema, anzi lo sono sicuramente, ma cosa ci sarebbe di crudo in una scritta rossa su fondo bianco e nella parola Cvlt? Forse perché la scritta rossa può ricordare il sangue? Ma dove viviamo nel Medioevo?? Siamo costantemente bombardati da contenuti più espliciti e crudi di quel cartellone, in tv, al cinema, sui social, al tg e va tutto bene, ma un cazzo di cartellone con la scritta Cvlt no, quello va rimosso.
E pensare che era già successo, a Salmo, nel 2019. Ti ricordi? Per il concerto di Salmo del 14 giugno 2019 a San Siro è stato affisso un mega cartellone sui Navigli a Milano. L’immagine riprodotta era quella di Salmo con il volto insanguinato, accompagnata dalla scritta “Salmo San Siro 14 giugno 2020” e i vari sponsor.
Bene, il volto insanguinato di Salmo non è stato gradito e prontamente censurato e rimosso.
Ora, posso anche capire che un volto insanguinato su un cartellone in città e in bella vista possa dar fastidio a qualcuno (a chi non lo so), ma Cvlt cosa c’entra? Sicuramente ci saranno delle norme che veicolano le immagini che possono o meno essere affisse per le strade, ma personalmente non la trovo un’immagine così spaventosa, cruda o violenta da giustificarne la censura e la rimozione.
Trovo tutto questo ridicolo e assurdo, ma poi ci penso e dico, ok viviamo nell’epoca in cui persino i classici Disney vengono censurati, come Dumbo, Peter Pan e Gli Aristogatti, che sono stati etichettati dalla stessa Disney come discriminatori e razzisti, quindi cosa ti aspetti?
È come se ci facessero credere di avere la libertà di espressione, ma in realtà non l’abbiamo e per un artista, la libertà di espressione deve essere sacrosanta e invece viene costantemente minata e privata. E ha ragione Gemitaiz, quando a proposito del cartellone di Cvlt ha scritto “la libertà di espressione di un artista è la sua prima arma, la più importante. Questo tipo di repressione è un brutto sintomo, l’arte va valorizzata in ogni sua forma, anche quando rimane incompresa.È triste dover vedere queste cose succedere nel 2023”.