Anderson Paak si fa un tatuaggio che avverte di non pubblicare la sua musica postuma

Una notizia che da una parte può strappare un sorriso, ma che dall’altra tocca un tema importante: la pubblicazione di musica post mortem.

Pop Smoke è forse l’emblema della mercificazione post mortem. Due album, tantissimi featuring sono stati pubblicati da quando ci ha lasciati prematuramente. Il primo disco, Shoot for the Stars Aim for the Moon, era stato accompagnato da polemiche in merito alla scelta della copertina. Il secondo, Faith, ha ricevuto non poche critiche, soprattutto dai fan di Pop Smoke, che sostengono a gran voce che il rapper non avrebbe mai pubblicato un disco del genere.

Ma questo discorso ovviamente non riguarda solo Pop Smoke, ma anche XXXTentacion, Juice WRLD e tutti gli artisti scomparsi prematuramente e non.

Chi resta e ha lavorato con loro, ne detiene magari parte dei diritti, o ha margini di guadagno sulla loro musica, tende a pubblicare featuring, canzoni, dischi dopo la loro morte. È giusto? Fino a un certo punto credo. Da una parte se, come nel caso di DMX, il disco era pressoché ultimato ha senso pubblicarlo, ma viene da pensare che Faith di Pop Smoke sia una raccolta di demo scartati dall’artista, messi insieme e pubblicato per vendere e guadagnare.

Ecco che il nuovo tatuaggio di Anderson Paak prende un significato decisamente importante.

Il cantante e batterista ha infatti reso i suoi sentimenti molto chiari riguardo alla potenziale uscita di qualsiasi sua musica inedita dopo la sua morte.

Quando me ne sarò andato, per favore non pubblicate album o canzoni postume con il mio nome. Erano solo demo e non sono stati pensati per essere ascoltati dal pubblico”, recita il tatuaggio sul suo avambraccio.

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