A che punto siamo con la ripartenza di discoteche e concerti?

Ho visto un video pubblicato dalla pagina Instagram del locale Fabrique di Milano, che in un minuto ci mostra come in Europa e nel resto del mondo i concerti siano ripartiti appieno.

Immagini che viste oggi ci sembrano così lontane da quella che è diventata la nostra quotidianità e per quanto artisti e associazioni si sbattano nel chiedere al Governo di far ripartire questo settore, sembra proprio che di discoteche e concerti non gliene freghi un cazzo a nessuno. Eppure due giorni fa ho visto in televisione, su Rai1, il virologo Bassetti che ha detto chiaramente che le discoteche devono riaprire.

Ma si parla solo di aumentare le capienze per lo sport e per lo spettacolo. Negli stadi si passa dal 50 al 75% delle presenze, nei palazzetti, sempre per gli eventi sportivi, dal 25% al 50%. Cinema, teatri e sale concerti passano al 100% all’aperto e all’80% al chiuso.

E le discoteche? E i concerti? Perché si parla di sale concerti, ma si intende i concerti seduti, non di certo i concerti come li intendiamo noi… Niente. Tutto tace.

Perché al di là della voglia di tornare a divertirsi, non si tratta solo di divertimento fine a se stesso, sappiamo tutti quante persone sono ferme e senza lavoro da un anno e mezzo, ma sembra che questo al nostro Governo non interessi.

È giunto il momento di svegliarsi, perché questa situazione è a dir poco penosa.

Settimana scorsa i produttori di musica live e le Associazioni di categoria, tra cui Assomusica, hanno tenuto una conferenza stampa e hanno invitato il Governo a riaprire col 100% della capienza, proprio come avviene in Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Inghilterra, Israele, Lettonia, Lituania, Olanda, Stati Uniti, Svizzera e Ungheria.

La richiesta è molto semplice: Green pass all’ingresso, capienza al 100%, mascherina obbligatoria e controllo della temperatura per gli spettacoli al chiuso. La data richiesta per la ripartenza è il 31 ottobre.

Una posizione netta e una richiesta più che legittima inviata a Mario Draghi, ai ministri della Salute, del Lavoro, della Cultura e dello Sviluppo Economico. Sarà accolta?Sarà quantomeno presa in considerazione?

Ma su questo argomento anche la SIAE si è espressa dichiarando in una nota che “in Italia abbiamo il numero di vaccinati più alto d’Europa e le misure più restrittive. Un intero comparto, quello dell’industria dello spettacolo, della cultura e dell’intrattenimento rischia di essere cancellato, soprattutto con riferimento a quei settori (musica, concerti, discoteche e locali da ballo) che non vivono di contributi pubblici. Ormai è un rischio reale e per capirlo basterebbe un po’ di buonsenso“.

SIAE ha inoltre lanciato un appello alle riaperture complete sul sito cultura100x100.it che in pochi giorni ha già raccolto più di 15mila firme.

Ma i promotori e sostenitori dell’appello “Presidente Draghi Aiuto! salviamo la Musica Live” fanno sapere tramite una nota che “è ormai evidente che il disperato appello lanciato al Presidente Draghi e al Governo lo scorso 24 settembre in un documento firmato da tutti i Produttori di Musica dal Vivo, dalle principali Associazioni di Categoria e da più di 300 Artisti italiani e stranieri sia rimasto totalmente inascoltato. Nonostante l’allarme fosse estremamente chiaro e drammatico, le posizioni assunte dal Comitato Tecnico Scientifico e il silenzio del Governo fanno emergere quanto la gravità della situazione, che riguarda centinaia di migliaia di lavoratori e tutta l’intera filiera della musica dal vivo, sia del tutto sottovalutata se non addirittura ignorata. Le notizie che circolano in questi giorni di aumento all’ 80% della capienza per gli spettacoli al chiuso è totalmente inadeguato e inutile sia per la maggior parte dei concerti già più volte rinviati (molti dei quali sold out e impossibili da riprogrammare senza dover scegliere arbitrariamente chi ha diritto di vedere lo spettacolo e chi no) sia per quelli futuri che necessitano di capienze al 100% e nessun distanziamento. A parte questi numeri utilizzati mediaticamente ancora non è chiaro quali saranno le disposizioni attuative e quando saranno rese tali in relazione ai tour indoor e quelli programmati nell’estate 2022. E’ quindi indispensabile fissare un obiettivo percentuale di popolazione vaccinata e conseguentemente una data certa per la ripartenza non più rimandabile che oggi può contare sullo strumento del Green Pass ritenuto idoneo in qualunque altra forma di assembramento, ma evidentemente non per i concerti che hanno bisogno di molto anticipo per essere adeguatamente organizzati. Eppure all’estero quasi tutti i Paesi hanno riaperto al 100% senza alcun distanziamento, e i pochi che ancora non hanno riaperto hanno fissato una data certa per la riapertura. Confidiamo che il Governo e la politica facciano la loro parte non limitandosi a puri esecutori di quanto dettato dal Cts, affrontando questa grave situazione che affligge tutto il sistema della musica dal vivo e dello spettacolo nel suo complesso, lo si faccia subito, in maniera adeguata prendendo adesso decisioni non più rimandabili in una situazione gravissima che, come dichiarato da tutte le parti in causa e stigmatizzato con forza dalla SIAE (società autori), è di morte certa per l’intero settore”.

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