5 cose noiose del rap italiano

Poco tempo fa Rhove aveva definito noiosissima la scena italiana e la aveva invitata a smetterla di imitare Travis Scott e l’America.

Per certi versi la scena rap italiana è davvero noiosa. Facci caso, appena una cosa, che sia musica, stile o marketing, funziona, tutti la copiano a ruota.

Non è più di moda dissarsi su un beat, lo si fa nelle storie di Instagram, o nelle tracce ma solo se il nemico è immaginario, o se è rivolto a tutti e nessuno, o se è Fedez.

Non solo, ti spacciano per innovazione la qualunque, convinti di avere a che fare con un pubblico di ignoranti, imbecilli e soprattutto sordi, che non si accorgeranno mai che magari quel flow è copiato da un artista d’oltreoceano, europeo, o che comunque qualcuno lo ha già fatto prima.

Ovviamente generalizzo, sono sicura che il tuo rapper preferito è diverso. Che lui non ti dà appuntamento alle 14:00, non archivia i post su Instagram, non ha un atteggiamento da Crips de noantri e soprattutto non si è mai ispirato a un altro rapper nella sua musica.

5 COSE NOIOSE DEL RAP ITALIANO:

1. Copia incolla

Non è plagio. È ispirazione. O al massimo una citazione non citata.

È solo un caso infatti se quel flow ti ricorda il flow di Tory Lanez. Se l’artwork di quella copertina è uguale a quella di Bad Bunny e J Balvin. Non hanno copiato e incollato, siamo noi che siamo maliziosi. Hanno solo avuto la stessa idea. Dopo. Ma comunque la stessa idea. È solo un caso.

2. Atteggiamento da finto gangster

Siamo in Italia, ma c’è chi crede di essere a Los Angeles e di far parte dei Bloods che da anni combattono contro i Crips.

Pistole e armi compaiono come la pioggia a Londra nei videoclip e nei testi di quello che chiamiamo street rap. Il fatto che molti abbiano visto una pistola vera solo in tv è un dettaglio, perché quello che conta è l’atteggiamento da finto gangster. Basta essere cresciuto in periferia, aver commesso due furtarelli, qualche rissa in piazza e sei subito un vero gangster, che Al Capone, Lucky Luciano e Jesse James spostatevi proprio.

Che poi il gangsta rap è figo e non necessariamente devi fingere di essere un gangster per farlo. Si può fare anche usando un linguaggio e immagini cinematografiche, senza dover per forza dire ti sparo bang bang, gang.

3. Featuring

Facci caso. Disco che esce, stessi featuring che trovi. Oggi vanno per la maggiore Geolier, Guè, Marracash, Madame ed Elisa. C’è stato il periodo in cui anche Lazza era ovunque, ma poi si è placato. I featuring stanno diventando talmente scontati da non creare neanche più hype. E soprattutto il risultato finale è che, ascoltato un disco, li hai ascoltati praticamente tutti.

4. Archiviare i post

Ma seriamente c’è ancora chi crede che archiviare i post e togliere la foto profilo su Instagram crei hype?

Ma davvero? Lo creava 5 anni fa quando a farlo era Travis Scott. Poi basta. Già sappiamo tutti cosa significa quando uno archivia i post: sta per fare un annuncio. Peccato che non siamo più nel 2017 e che di Travis Scott ce ne sia solo uno al mondo.

E sai qual è il passo successivo? Domani alle 14:00.

5. Alle 14:00

Qualsiasi sia l’annuncio da fare, che si tratti del nuovo disco/singolo/video o dell’uscita del merch, l’appuntamento è sempre alle 14:00. Abbiamo capito che tutti hanno più interazioni alle 14:00, che è una via di mezzo tra mattino e pomeriggio, ma essere originali e fare 14:30 è troppo? E essere rivoluzionari e fare alle 15:00?

No. Solo oggi (11 aprile) abbiamo 4 appuntamenti alle 14:00: Noyz Narcos, Il Tre, Tredici Pietro e gli Psicologi. C’è qualcun altro che vuole darci appuntamento alle 14:00?

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