Ghali risponde a chi gli dà del venduto per aver collaborato con MCDonald’s

Ghali ha recentemente collaborato con MCDonald’s e con Benetton e in molti, in modo più o meno esplicito, hanno pensato che queste sue nuove partnership fossero da venduto e andassero contro alle belle parole che Ghali ha sempre speso sui diritti umani.

Di MCDonald’s nel corso degli anni si è detto di tutto, anche che si avvale dello sfruttamento minorile per costruire i giocattoli che accompagnano l’Happy Meal. Di Benetton si dice, tra le varie cose, che occupi, tramite la forza, le terre dei popoli originari in Argentina, a volte privandoli anche della loro libertá.

Certo, si tratta di argomenti complessi che ovviamente è estremamente riduttivo elencare e trattare in questo modo, ma sono molte le persone che hanno storto il naso quando hanno visto Ghali collaborare con queste sue aziende. Il motivo? Da una parte c’è sempre bisogno di criticare, soprattutto se si tratta di un artista come Ghali, perché se fosse stato Sfera Ebbasta o Guè Pequeno nessuno avrebbe detto niente, dall’altra però Ghali ha spesso e volentieri speso parole su temi sociali, anche inerenti allo sfruttamento e al razzismo e quindi in molti hanno letto queste sue collaborazioni come un segno di incoerenza e come se Ghali per soldi si fosse letteralmente venduto e avesse messo le fette di salame sugli occhi.

Ma è davvero così? Oppure si tratta solo di mero business? Del resto lui ha collaborato con MCDonald’s e Benetton e chi dà del venduto dovrebbe essere il primo a non mangiare al MC e a non comprare abbigliamento da Benetton (questa è forse la cosa più facile da fare).

Comunque, rispondendo alla domanda di un fan proprio su questo argomento, Ghali ha risposto: “nella storia lo hanno fatto: Michael Jordan, Travis Scott, J Balvin e fino a lì tutto bene, loro se lo fanno sono dei miti. Se lo faccio io sono automaticamente un venduto. Ti dico un segreto: in quest’industria italiana in cui la torta è piccola, la mattina, negli uffici cercano tutti la stessa cosa. Quando poi non arrivano ad ottenerla fanno finta di avere dei principi e dei valori. Mi dispiace dirti la verità fratello, ma la maggior parte collaborano con i brand che io scarto. Quello che sta succedendo con McDonald’s non è mai successo in Italia, sii felice del suono che sta prendendo piede nel mercato e non rosicare”.

E non ha torto. Se lo fa Travis Scott è un figo, se lo fa Ghali è un venduto, eppure Travis Scott è più impegnato di Ghali nel sociale. Forse noi italiani dobbiamo sempre vedere del marcio in tutto e criticare senza considerare che, al di là di come agisca MCDonald’s come azienda, dopo Travis Scott e J Balvin Ghali è il primo artista italiano a collaborare con MC e quindi è indubbiamente un’ottima opportunità per lui.

La risposta di Ghali, però, sa un po’ di paraculata, soprattutto perché arriva da un artista che più volte si è speso in parole e discorsi contro lo sfruttamento, ma come si suol dire pecunia non olet e probabilmente chiunque al suo posto avrebbe accettato. Anche se dire “lo hanno fatto anche altri” non è mai una risposta nè una giustificazione degna di nota.

Forse, più che puntare il dito contro la collaborazione con MCDonald’s, che secondo me è stata ottima forse il passo falso di Ghali è stato collaborare con Benetton ed è questo che dovuto creare maggiori polemiche e indignazione, ma in fondo chi siamo noi per giudicare?

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