Avevano ragione MadMan e Gemitaiz in Sigarette

Per il back in the days di questa settimana ho deciso di rispolverare Kepler di Gemitaiz e MadMan.

Un po’ perché in questi giorni si sta alzando l’asticella dell’hype nei confronti del nuovo progetto discografico di MadMan, di cui non si sa niente tranne la data: 12 novembre 2021. E un po’ perché riascoltando Sigarette ho pensato “quante sigarette abbiamo visto spegnersi in questi 7 anni?”

Ora splendete ma bruciate in una volta sola

Per descrivervi mi basta una parola

Oggi sei in tv, domani non ci sei più

Che alla fine lo sai pure tu che siete sigarette, sigarette

Fate solo fumo

Siete sigarette, sigarette, sigarette

Di tutti e di nessuno, siete sigarette

Dicono MadMan e Gemitaiz nel ritornello di Sigarette. Sigarette come gli artisti che arrivano, si accendono, ma bruciano in fretta e di loro resta solo fumo e cenere.

E in certi casi grazie a Dio, mentre in altri è un peccato.

È un peccato per quel talentoso Quentin40, che è arrivato sulla scena portando qualcosa di nuovo, forte e dirompente, ma si è spento come una sigaretta. È grazie a Dio per Anna, ma anche per Young Signorino, che in tempi diversi sono esplosi come i fenomeni del momento. Anna con la sua Bando, Young Signorino con la sua stranezza e quella Mhh ha ha ha che l’ha portato fino da Chiambretti e a diventare il personaggio mediatico del momento, poi, proprio come una sigaretta si è spento.

Ma quanti altri ce ne sono? La lista è lunghissima….

E MadMan e Gemitaiz avevano ragione. Oddio, non è che abbiano scoperto l’acqua calda o trovato una miniera d’oro, ma la metafora con le sigarette è davvero interessante e una sorta di evergreen, un po’ come il nero, sta bene con tutto e non passa mai di moda. Tanto ci saranno sempre artisti che durano il tempo di una sigaretta.

Sigarette è tratto da Kepler, il disco di MadMan e Gemitaiz uscito nel 2014. Un disco potente e impeccabile dal punto di vista sonoro e tecnico, con produzioni trappeggianti, elettroniche e talvolta non lontane dalla dubstep, ma anche un disco monotematico. I due infatti parlano solo del loro argomento preferito e distintivo: la droga. Parlano di di quanto si fanno, di quanto si spaccano e di quanto spacchino sulla scena. E lo fanno con un flow fighissimo, ma spesso sempre uguale, al punto da diventare ansiogeno se ascoltato per 16 brani di fila.

Kepler è perfetto per i fan accaniti del duo, che si spera che prima o poi ci regalino il secondo capitolo, ed è perfetto live. Sul palco hanno spaccato tutto con le loro rime e la loro energia, è un po’ meno perfetto se ascoltato da soli.

Per fortuna che in tutto questo sono arrivati gli ospiti a regalare momenti di break. Bravissimi Coez e Clementino e statuaria e ignorante la strofa di Guè in Sempre in giro.

Kepler è un disco che ascoltato all’epoca della sua uscita è risultato mediocre, della serie “può ma non si applica”, ma che ancora oggi offre perle attuali, come Sigarette e segna una pietra miliare della carriera di Gemitaiz e MadMan, anche se è poca roba in confronto a Che Vi Consiglio Vol. 2 e Escape From Heart.

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