GionnyScandal ha spaccato a Real Talk?

Forse anche tu, quando ha saputo che il nuovo ospite di Real Talk sarebbe stato GionnyScandal, avrai penato “ma cosa lo invitano a fare non è un rapper, fa canzoni per ragazzine, fa pure pop punk”. Sul fatto che GionnyScandal sappia rappare credo non ci siano dubbi, da anni però ha scelto di non farlo e come sempre accade con i rapper che restano al di fuori della cosiddetta scena, viene considerato un non rapper o uno che non sa fare rap, ma come dice lui stesso nella sua performance a Real Talk, è un rapper e fa pure i Green Day.

Questa forse sarà una di quelle puntate di Real Talk con meno hype in assoluto, perché per la mentalità degli ascoltatori medi di rap italiano c’è posto solo per alcuni rapper e non per altri, ma ciò non toglie che sia un’ottima puntata e che GionnyScandal abbia fatto un’ottima performance.

4 flow diversi, tante cose da dire, tante frecciatine ai colleghi, come “fare sold out con 83 ospiti anche mio padre è capace”, o “sti rapper fanno collaborazioni tra loro altrimenti in classifica come ci vanno”, tanti sassolini tolti dalla scarpa, ma soprattuto rime e concetti spesso e volentieri carichi di emozioni.

GionnyScandal ci porta nel suo mondo e nel suo vissuto, lo racconta con amarezza e black humor, come la chiusura della terzultima strofa quando lascia annichiliti nel sentirlo direvisto che parli dei miei genitori fai come loro muori”. Nelle sue barre c’è la strafottenza del rapper, la consapevolezza di chi è stato considerato un non rapper, l’amarezza del suo vissuto e un po’ di attualità e cronaca come in questa chiusura “per me puoi morire se snitchi insieme agli infami che hanno ucciso Willy”, o in questa “la quiete di sta sala mi terrorizza come un bambino cieco che si sveglia in Iran”, forse una delle più cupe della sua performance.

Direi che GionnyScandal se l’è cavata davvero bene a Real Talk, magari il suo non rientrerà nella top 5 dei migliori Real Talk di sempre, ma è riuscito a coinvolgere l’ascoltatore e a portarlo nel suo mondo e magari a far ricredere chi ancora storce il naso quando il suo nome viene accostato alla parola rapper.

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