Quando le copertine dei dischi si ispirano a opere d’arte

Cos’hanno in comune il rap e il rock con l’arte? A volte poco, a volte niente, ma indubbiamente la musica da sempre si ispira all’arte, almeno per quanto riguarda la realizzazione delle copertine dei dischi.

C’è chi si ispira e chi se le è fatte realizzare direttamente da artisti di fama mondiale, come David Bowie, che per il singolo Without You si è fatto realizzare la cover da Keith Haring, o come i Blur che per il disco del 2003 Think Tank hanno chiamato Banksy, o ancora come Kanye West che per Graduation ha ingaggiato l’artista giapponese Takashi Murakami.

Andy Warhol ha realizzato diverse copertine per alcuni gruppi famosissimi, facendo diventare dei semplici artwork delle opere d’arte vere e proprie. Come la banana sul disco dei The Velvet Underground & Nico, diventata un’icona pop e un cimelio da collezione, dal momento che in una serie limitata di copie, la banana si poteva sbucciare.

Andy Warhol ha firmato anche la copertina di Sticky Fingers e Love You Live dei The Rolling Stones.

Recentemente ha fatto discutere la copertina di Certified Lover Boy di Drake, realizzata dall’artista Damien Hirst, diventata però in breve tempo iconica al punto che molti artisti, Lil Nas X su tutti, hanno deciso di replicare quell’immagine.

E nel rap italiano?

Venerdì (15 ottobre) uscirà Oceano Paradiso, il primo disco di Chiello, che per la copertina si è ispirato all’opera “Young Gardener”, realizzata da Orest Kiprensky nel 1817.

Salmo per il suo FLOP ha tratto ispirazione da “Angelo caduto”, opera del pittore francese Alexandre Cabanel del 1847.

Nitro per Garbage Evilution propone una rivisitazione pop della celeberrima Gioconda, mentre Tedua per Vita Vera Mixtape ci propone le illustrazioni realizzate sulla Divina Commedia dall’artista francese Gustave Doré nel 1861.

Infine Rancore, che per il disco Eden si ispira al noto dipinto “Il figlio dell’uomo” del pittore belga René Magritte.

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