Perché Salmo ha fatto incazzare l’associazione vittime della strada

A dicembre 2019 i billboards scelti da Salmo per sponsorizzare la data allo Stadio San Siro di Milano hanno fatto scalpore, tanto che sono stati rimossi e sostituiti. In particolare il volto insanguinato di Salmo raffigurato sui cartelloni non è stato gradito e prontamente censurato e rimosso perché considerata un’immagine che avrebbe potuto urtare la sensibilità di molti.

A distanza di quasi due anni e con un disco uscito da soli due giorni, un’altra installazione di Salmo torna a far discutere.

Per promuovere Flop, in collaborazione con Spotify, è stata allestita alla stazione Centrale di Milano un manichino con le sembianze di Salmo investito da un’auto.

Un’installazione che simboleggia in parte anche il leit motiv di Flop, ovvero Salmo investito e travolto dal successo, ma che non è stata gradita dall’associazione delle vittime della strada.

Nello specifico la presidentessa, Manuela Barbarossa, ha dichiarato al magazine MoW che “ci dispiace, che per lanciare un prodotto come una canzone o qualsiasi altra cosa si utilizzino strumenti di questo genere. Si sta passando quel limite che non andrebbe mai passato, cioè di usare strumentalmente tutto. Purtroppo, ci hanno ormai abituati a utilizzare qualsiasi cosa, dal corpo alla dignità, tutto messo sotto forma di spettacolo. Si è sdoganata questa ‘deriva esistenziale’, così la definirei, e forse non ci si rende fino in fondo conto di quello che porta questa direzione. Dispiace perché vuol dire non riflettere fino in fondo su quello che si sta facendo. Stiamo normalizzando l’anormale. Non mi sembra neppure di cattivo gusto, rientra in questa mentalità sdoganata socialmente. Lui che vorrebbero distinguersi, in realtà rientra a pieno titolo nella massa. Per distinguersi sarebbe stato utile elevarsi un pochino, per cui se ci vuole contattare possiamo dargli qualche consiglio”.

Insomma, secondo l’associazione vittime della strada l’installazione di Salmo rappresenta la deriva esistenziale.

Io credo che oggi si prenda tutto troppo sul serio e che ogni cosa crei fastidio a qualcuno, polemiche e indignazione e che si stia andando verso un perbenismo che sfocia nella censura, nel questo non si può fare perché quello si offenderebbe, quell’altro non si può fare perché offenderebbe qualcun altro e via dicendo. In fondo è solo una macchina con sopra un manichino e sicuramente l’intenzione di Salmo e del team che ci ha lavorato non era quella di strumentalizzare, ridicolizzare o demonizzare le vittime della strada. Forse dovremmo tutti rilassarci un attimo e prendere le cose per quelle che sono senza farci troppi panegirici. Un po’ come sta succedendo in questi giorni per la statua della Spigolatrice di Sapri che ha dato il via a una polemica gigantesca della quale si parla da una settimana. È solo una statua, così come è solo un’opera di marketing l’auto di Salmo.

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