Emis Killa x Red Bull 64 Bars: severo ma giusto

Emis Killa, su una base dei 2nd Roof, ha pubblicato le sue 64 barre per Red Bull. Non c’è che dire, è come sempre tagliente e utilizza le rime per dire la sua sul rap delle nuove generazioni e su come oggi, spesso e volentieri, attitudine e contorni siano fake. Con le sue parole ricorda ai giovani d’oggi la velocità con la quale si può passare dalla hit al dimenticatoio, criticando i clichè dei bling bling e della non-realness e contestando chi si atteggia ma non fa. Emiliano nella sue barre sfiora anche la sua vita privata, raccontando che “in effetti è da un po’ che ho una giornata no”.

https://youtu.be/YS0TooZepTU

Emis Killa non sa stare zitto e questo lo sappiamo tutti, e nelle sue 64 barre ci butta dentro una sfilza di frecciatine veramente poco velate a gran parte della nuova scena. Rime al vetriolo, che le ascolti e ti scappa anche una risata, perché cazzo ha ragione. Eccone alcune:

1. Fino a un anno fa se dicevi “hip hop” La metà di questa gente rispondeva “boh”

2. Questo ha i denti d’oro e vive ancora in casa dei suoi.

3. Sono fuori moda se non vado fuori tempo

4. In America se fai le hit diventi Drake, radio play, impili soldi come pancake. In Italia quando fai le hit sembri un fake

5. Quando passa il videoclip di questo inetto, quasi rimpiango i baggy jeans e i ghetto blaster

Io penso cocaina quando dici “droga” mica quella merda viola per il mal di gola

6. Mai una rima su una tipa nella tua roba, sembra che la figa non vada più di moda

7. Non sanno che sei povero anche con un disco d’oro, spendi tutto in orologi si ma dove alloggi?

Scommetto che l’affitto lo paghi domani anche oggi

8. Questo scemo piglia schiaffi e dopo chiama i soci, ancora si cagano addosso come Tamagochi

La tristezza di queste barre è che, per quanto siano veritiere, sacrosante, severe ma giuste, sono rivolte al solito tutti e nessuno. Emis Killa non è uno di quelli che ha peli sulla lingua, ecco perché un dissing diretto e ben piazzato da lui con tutte queste frecciatine al vetriolo te lo aspetti. E invece lascia al pubblico la libera interpretazione. Un freestyle che sicuramente spacca, ma che per certi versi non dice niente di nuovo, è un po’ la solita storia del “noi abbiamo fatto la gavetta, oggi è tutto fake”, che se vogliamo si ripete dal 2016 ad oggi, salvo poi collaborare con lo stereotipo del rapper che prendi in giro.

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