La storia di Yahaya Sharif-Aminu, cantante nigeriano condannato a morte per blasfemia

Yahaya Sharif-Aminu è un cantante gospel nigeriano di 23 anni. A febbraio 2020 ha scritto una canzone che è stata considerata blasfema e ingiuriosa nei confronti di Maometto. In realtà Yahaya non ha insultato il Profeta, ma ha osannato un imam, solo che il testo della canzone non è stato gradito da un gruppo di manifestanti del suo paese. Prima hanno fatto irruzione nella sua casa, incendiandola e costringendo la sua famiglia a fuggire, poi lo hanno denunciato alle autorità. Non solo, i manifestanti hanno anche chiesto alla polizia di condannare il cantante ritenuto blasfemo, perché in quella canzone, fatta circolare su WhatsApp ai suoi fan, Yahaya esprimeva ammirazione per un imam della confraternita musulmana di Tijaniya, originaria del Senegal e le sue lodi lasciavano intuire che apprezzasse quell’imam molto più di Maometto.

Yahaya Sharif è stato arrestato, citato in giudizio davanti all’Alta corte della Shari’a a Kano e condannato a morte per blasfemia.

Le persone che lo hanno aggredito, incendiando la sua casa, sono invece rimaste tutte impunite. In Nigeria settentrionale è prevista la pena di morte per blasfemia e in molti, organi religiosi compresi, hanno fatto pressione affinché Yahaya venisse ucciso. Lui ha presentato appello contro la condanna a morte, ma non gli è stato permesso di avere un rappresentante legale, anzi, ci è voluto l’intervento delle organizzazioni per i diritti umani per far sì che potesse avere accesso a una consulenza legale.

Dopo tale mobilitazione, a gennaio 2021, la corte di appello della Nigeria ha annullato la condanna a morte di Yahaya Sharif-Aminu che resta comunque in carcere.

In Nigeria, sono state più di 2.700 le persone condannate a morte nel 2020.

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