La pagella delle uscite settimanali

7 a Ghettolimpo di Mahmood. Mahmood ha personalità da vendere, una voce unica, un modo personale è assolutamente identificativo nell’usare la voce e nel mischiare elementi pop con urban e cantautorato, creando di fatto un genere tutto suo. Questo disco è tutt’altro che semplice e immediato, necessita molti ascolti per comprenderlo e apprezzarlo fino in fondo. E il titolo, Ghettolimpo, rappresenta appieno le due grandi facce che troviamo nel disco: un po’ ghetto tamarro, un po’ Olimpo delicato. Con queste due facce emergono perfettamente le diverse anime di Mahmood, che anche dal punto di vista della scrittura dimostra di essere una delle penne migliori del panorama urban.

Tre tracce da ascoltare subito: Ghettolimpo, Klan e Talata.

5 a Donna sulla luna di Baby K. Come previsto sono 14 hit estive. È un disco decisamente colorato, allegro, fresco, leggero. Indubbiamente Baby K è nel suo in questo mood e con sonorità latineggianti e reggaeton. Dal punto di vista dei featuring, ha attinto molto dalla scena rap con Boro Boro, Samurai Jay, Tedua, Giaime, Enzo Dong e Lele Blade. Devo dire che Boro Boro ha spaccato più in Dinero che nella sua hit con Cara, Que Tal. Tedua non è caduto nel reggaeton e ha fatto sì una strofa con elementi prettamente estivi, ma restando fedele al suo mood. Giaime, che ha già sperimentato il pop con Soli, ha fatto una strofetta minuscola e insignificante, mentre Enzo Dong e Lele Blade hanno fatto il featuring più scoppiettante ed energico dell’intero disco in Buenos Aires Remix. Nel complesso Donna sulla luna è esattamente il disco che ti aspetti da Baby K, ora dobbiamo solo aspettare di vedere quali saranno i tormentoni, oltre ovviamente a Mohicani con i Boomdabash.

Tre canzoni da ascoltare subito: Buenos Aires Remix, Me Gusta e Dinero.

4 a Mohicani dei Boomdabash e Baby K. Scommettiamo che questa sarà la hit dell’estate 2021? I Boomdabash lasciano Alessandra Amoroso e collaborano con Baby K, ovvero la “rivale” in fatto di tormentoni. Il risultato? I Boomdabash sono sempre uguali, cambiano partner, ma la solfa è sempre la stessa. Il ritmo è sempre lo stesso, leggero, colorato, disimpegnato è un po’ stupido. Ecco, il successo di Mohicani è assicurato.

4 a Open Bar de Il Pagante. In fatto di cafonaggine Il Pagante non ci delude mai. Se poi ti mancavano quelle hit da disco music anni ‘90, Open le riprende alla grande. Come riesca Il Pagante a spaccare con canzoni demenziali come questa resta un mistero, eppure ce la fa sempre. Almeno non è reggaeton.

6 1/2 a Mille di Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti. È un trio talmente insolito da funzionare stranamente bene. Orietta è la regina della canzone italiana, forse oggi più di prima, e, con il suo ritornello retrò, spezza benissimo il ritmo delle strofe di Achille Lauro che su questo beat è decisamente nel suo e di Fedez, che approccia una sorta di twist per la prima volta. Il risultato è strano, perché al primo ascolto dici che roba è, poi dal secondo sei già lì canti mille, è te ne restano mille. Trattandosi comunque di una canzone estiva è sicuramente diversa dal solito e soprattutto dalle altre.

6- a Leoni di Og Eastbull. Dopo una pausa dalla musica italiana e dopo aver pubblicato qualche singolo in rumeno, Og Eastbull torna. Si lascia indietro i ritmi goliardici di Bella Giornata e Ballo del Blocco che oggettivamente andavano di moda 3 anni fa e si dà alla moda del momento: la drill. Ora la drill va di moda e per tornare up si deve fare drill. Per carità il pezzo è anche carino, cupo, crudo, lui è bravino, sicuramente meglio di Rondo se parliamo di drill, ma niente di che, persino la base di Sick Luke non spacca.

6 a Colori dei Tauro Boys. È un brano leggero, fresco, allegro e malinconico al tempo stesso. I Tauro Boys portano avanti un suono che mischia elementi pop urban a un pop punk decisamente soft. E funzionano, perché Colori ha la leggerezza giusta per il periodo estivo senza cadere o scadere in determinati cliché.

6+ a Ora lo so di Sercho. Se vogliamo il racconto è malinconico, parla dei disagi della vita e della voglia di riscatto e di farcela con la musica. Argomenti abbastanza inflazionati, ma che Sercho affronta con una capacità di scrittura e di racconto e un ritmo decisamente personale e nuovo, al punto da rendere leggero parte del racconto.

51/2 a Dolce Vita di Shiva. Dopo un anno di silenzio totale e con la premessa di un disco personale, mi aspettavo molto di più da Shiva. Le capacità le ha, ma sembra non voglia applicarsi, come dicevano i prof a scuola. La scelta di mettere un solo featuring, tra l’altro Lil Baby, rende il disco pesante, noioso, monocorde è monotematico. Una lagna.

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