La pagella delle uscite settimanali

8 a Red Bull 64 Bars, The Album. Questo è un disco assolutamente anomalo, che segue le regole del format firmato Red Bull: un MC, un beatmaker, solo rime, zero ritornelli. Nelle 14 tracce che compongono il disco, troviamo 10 inediti, 4 già usciti, le strofe di Geolier, Beba, Rkomi, Izi, Sina, Ernia, Blanco, Pyrex, Marracash, Gué Pequeno e Lazza e le produzioni di Luchè, Dat Boi Dee, Junior K, Low Kidd, Pherro, Greg Willen, Drast, Dade, Marz, Crookers, Nic Sarno, Shablo e Drillionaire. A colpire sono indubbiamente le rime, gli incastri, le citazioni, le punchlines e non c’è un solo artista che non abbia spaccato. Questo è uno di quei (ormai rari) dischi che ti fanno letteralmente cadere dalla sedia e che rendono omaggio all’essenza del rap.

Tracce preferite: Lewandowski VIII, Dio Perdonami, 64 Barre di Paura.

6 a Figlio Maschio di Giaime. Giaime ma che cazzo fai? Giuro che questo disco proprio non lo capisco, così come non capisco Giaime, ha talento cazzo, ma non riesce a spaccare come dovrebbe e potrebbe. Il disco è decisamente vario, troppo, dal punto di vista sonoro. Passa da basi rap, a reggaeton, a pop punk, a sonorità latine, mentre gli argomenti trattati viaggiano essenzialmente su due livelli, uno più intimo e l’altro più leggero. Quello che non si capisce è che strada vuole prendere Giaime, che ci mostra un’eterogenità decisamente troppo varia.

Tracce preferite: Mamma (scusa se) e Wonderful.

7 a Solo lei ha quel che voglio dei Sottotono feat. Tiziano Ferro, Marracash e Guè Pequeno. Mettere mano a un classico è sempre una mossa rischiosa, perché o spacchi tutto, oppure è meglio lasciare l’originale. Questo rimake, forse al primo ascolto, può lasciarti perplesso, ma più lo ascolti, più ti accorgi che spacca. Da una parte la scelta degli ospiti va a chiudere un cerchio che si è aperto 25 anni fa, con Tiziano Ferro che faceva da corista ai concerti dei Sottotono e con Marracash e Guè Pequeno che in un certo senso rappresentano la generazione successiva. Tutti sono entrati nel mood e nel sound R&B del brano e tutti hanno reso omaggio a questo grande classico.

7 a Guardami Adesso di Noyz Narcos, Ketama 126 e Speranza. Ma quanto spacca Speranza? Ci troviamo davanti a un brano potente, dove la grinta e la fotta di Noyz e Speranza si mischiano con il ritornello più chili di Ketama 126. Questo trio, decisamente inedito, era parecchio atteso, soprattutto dopo aver sentito Noyz e Ketama insieme sia nel disco di Mace che in quello di TY1, e Speranza va a dare un tocco di energia grezza in più a questi due artisti romani che in più occasioni hanno dimostrato di saper condividere benissimo i beat.

6 a Fino a che non ti odieró di LowLow feat. Ghemon. Il brano racconta di un incontro, di una storia finita in cui sono convissute contemporaneamente l’intensità e l’evanescenza dell’amore. E così le parti rappate di LowLow si intervallano con l’R&B di Ghemon. È una canzone sicuramente bilanciata, intima, ben scritta, ma che non convince al 100%. Forse perché LowLow ha quel modo di rappare parlato, sempre uguale, che sembra un bambino delle elementari che espone la lezione alla maestra. Al di là del testo e del racconto, emerge poca emozione nella sua voce.

7 a El Club di ICON808 feat. Nicola Siciliano e Didy. Gli Icon808 sono due artisti, autori e produttori che vogliono esprimere la loro musica senza schemi e limiti. Con una filosofia ben precisa, il loro lavoro è mosso da un approccio analitico nei confronti dell’idea musicale, che molte volte nasce da un’ispirazione o un’intuizione particolari, ma che affondano sempre le radici sia in una cultura musicale che arriva da lontano, dalla classica al jazz, fino al rock, sia nell’hip hop contemporaneo. El Club è un brano potente, assolutamente non convenzionale che unisce il rap napoletano di Nicola Siciliano e l’electro dance latina di Didy in un modo assolutamente inedito che non lascia indifferenti.

6 e 1/2 a Simpatico, solare, in cerca di amicizie di Vipra. Questo è l’album d’esordio di Vipra, un artista decisamente particolare, che segue un po’ il filone pop punk, anche se accompagnato da influenze diverse. Il fil rouge è il modo di raccontare immagini e situazioni in modo leggero e diretto. Il tutto può sembrare banale, ma non lo è per niente, è solo la semplicità nel raccontare e raccontarsi, ma il racconto è tutt’altro che banale. Ne emerge un Vipra, che è un ragazzo a metà dei vent’anni alle prese con la vita che a?rontiamo tutti, lui è l’artista “uncool”, il ragazzo che non sa cosa dire al primo appuntamento, che viaggia in Giappone per evitare monumenti e ciliegi in fiore a favore del megastore Pokémon. Cose da ragazzini, cioè cose che fa chi abita in questo mondo mentre cerca di capire come si fa. Il risultato è un’apertura reale sulle tante sfaccettature di un artista che vuole raccontare solo se stesso, finendo così per parlare a una generazione.

Tracce preferite: Ciao Bella, Febbre e Baby Mama.

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