Com’è Taxi Driver di Rkomi

Accompagno le persone con i loro pensieri così tante volte durante la settimana
Tanto da farmi coinvolgere, immedesimare
E non vi nego che la cosa mi piace
Io ho sempre sentito il bisogno di avere uno scopo nella vita
Non credo che uno possa dedicarsi solo a se stesso, al proprio benessere
Secondo me uno deve cercare di avvicinarsi alle altre persone“. Si apre così Taxi Driver, il nuovo disco di Rkomi, che nell’intro ci fa già intuire il viaggio che andremo a fare salendo a bordo del suo taxi. E sul suo taxi salgono diversi ospiti, da Tommaso Paradiso, a Gaia, Roshelle, Irama, Chiello, Ernia, Sfera Ebbasta e ognuno di loro porta la sua storia, la sua influenza musicale che si mischiano con quelle di Rkomi. Come un incontro di pensieri, emozioni, racconti, uno scambio tra due persone, così nascono le tracce che compongono Taxi Driver.


E sei un tassista e ogni giorno accogli persone completamente diverse tra loro, di certo non ti annoi ascoltando i loro discorsi, così diversi, lontani, variegati, così come non ti annoi salendo sul taxi di Rkomi. Sali a bordo, puoi anche non allacciare la cintura, ma goditi il viaggio. Un viaggio che parte dal film di Martin Scorsese e che ti porta attraverso pensieri, suoni, parole e racconti che un po’ sentirai tuoi e un po’ vorrai canticchiare già dal primo ascolto. Un viaggio leggero, ma al tempo stesso turbolento, dove non mancano le deviazioni, ma dove l’itinerario è ben studiato, anche se non è chiara la destinazione.

Partiamo con il nostro viaggio dalla musica. Mirko ama la musica, studia pianoforte, sogna un concerto piano e voce, ascolta rock di tutti i tipi, ama il cantautorato italiano, non disdegna grandi del folk e del country americano e soprattutto viene da un background rap. Così in Taxi Driver si passa da suoni trap, all’urban/R&B, con qualche accenno di rock e una base immancabilmente pop.

E il nostro speciale tassista sperimenta ancora una volta, ma questa volta alza ulteriormente l’asticella abbracciando il cantautorato senza mai abbandonare le sue radici rap e dandoci la sua versione di quel rock che tanto gli piace, ma senza dimenticare i cantautori italiani.
E gli omaggi ai grandi della musica italiana di certo non mancano: dalla citazione Celentano/Mori per bocca di Sfera Ebbasta in Nuovo Range alla palese 10 ragazze con Ernia, grande omaggio a Battisti.

Il viaggio prosegue con le parole. Rkomi ha una capacità di scrittura unica, è in grado di descrivere cose semplici o banali in modo profondo, parla di sentimenti e li racconta senza mai renderli banali. E soprattutto è in grado di sperimentare. In Taxi Driver troviamo una componente pop rock che si avvicina molto alla passione di Mirko per questo genere musicale e che dà un valore aggiunto all’intero progetto. Penso a brani come Taxi Driver, Nuovo Range e Partire da te, che sono sporchi rispetto agli altri, ma che rappresentano al meglio il suo immaginario, molto di più rispetto ai brani più pop.


Ecco, forse Rkomi dovrebbe cavalcare quell’onda lì, sporcarsi con quei suoni, che gli si cuciono perfettamente addosso. Perché Taxi Driver, nonostante sia un ottimo disco con un concept interessante, rischia di risultare una playlist eterogenea, dove c’è un po’ di tutto, fatto bene, ma dove manca un fattore che predomina sugli altri, un marchio stilistico ben definito che non può essere solo il voler sperimentare, l’essere in grado di farlo e una scrittura decisamente unica.

Una volta terminato il viaggio, quando scendi dal taxi, nonostante quel viaggio ti sia piaciuto, ti chiedi ma dove sta andando Rkomi?

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