La pagella delle uscite settimanali

8 a Multisala di Franco 126. Sapevamo che Franco 126 avrebbe fatto un discone, anche se è solo il suo secondo disco solista, lui è uno di quei pochi artisti che resta una garanzia Multisala è una sorta di film in musica, dove Franco 126 torna a renderci partecipe dei suoi turbamenti, ancora una volta racconta le sue sfighe che poi alla fine sono le sfighe di tutti e lo fa in 10 tracce nelle quali ognuno di noi può immedesimarsi. Questa volta Franco ha fatto un notevole passo in avanti, lasciandosi alle spalle rap e indie e virando verso il cantautorato. Multisala ha il sapore di essere un disco attuale e eterno, uno di quelli che resterà e Vestito a fiori è la canzone che meglio rappresenta questo concetto. È un brano destinato a entrare nella storia del cantautorato italiano.

6 a X Questa Notte di Tredici Pietro. X questa volta è nì. Tredici Pietro non convince al 100%. Il suo nuovo disco è mediocre, non rappresenta quel salto di qualità necessario per dare la spinta giusta alla sua carriera. È un disco piatto, scontato, una sorta di déjà vu con basi altrettanto piatte, seppur buone. Sono rari gli episodi in cui Tredici Pietro dà il meglio di sé, o meglio, sono solo due, Bolo e Oro, perché per il resto, sentiamo cose che ha già detto. Sinceramente, dopo l’exploit dei primi singoli, mi aspettavo molto di più, invece X Questa Notte è solo un niente di che, macchiato da un uso eccessivo dell’autotune che in questo caso va solo a sporcare la sua voce senza dargli un valore aggiunto.

8 a Mastroianni dei Sottotono. Temevo, da fan nei ’90 dei Sottotono, di trovarmi davanti a una rivoluzione sonora e stilistica che si discostasse troppo da come li avevamo lasciati. I Sottotono invece sono sempre i Sottotono. Certo, sono passati 20 anni, Tormento e Big Fish sono cresciuti, la musica è cambiata molto nel frattempo, ma loro sono riusciti a mantenere intatta la loro anima rendendola semplicemente attuale e contemporanea. Mastroianni è già un classico della musica urban del 2021, la stessa musica urban che i Sottotono hanno creato, senza neanche saperlo, perché all’epoca la parola urban legata alla musica non esisteva.

Mastroianni racconta la relazione tra un uomo e una donna, fra incomprensioni, scambi d’affetto, momenti d’intimità e di attesa l’uno dell’altra. Il video che accompagna la canzone è una figata. Nello schermo di una vecchia televisione, intrappolata in un loop infinito il cui ritmo asseconda il beat della canzone, si snoda la storia d’amore dei due ragazzi, che raggiunge la propria fine quando uno dei due amanti, come per un film visto troppe volte, decide di spegnere la tv. 

6 a Dubai di Rondodasosa. Sei se no dicono che hatero Rondodasosa. No scherzo. Allora Dubai ha una buona fotta, quasi contagiosa e Rondo dice qualcosa in più rispetto ai singoli precedenti, quindi un upgrade c’è stato sicuramente. Ok, non stiamo a cercare le rime, perché sarebbe come cercare l’acqua nel deserto. Il problema è la voce. Sempre più sgradevole. Dà proprio fastidio all’ascolto. C’è proprio un problema di settaggio della voce, se no non mi spiego perché sia così sgradevole.

5 a Blitz 2 di Baby Gang feat. Sofiane. Per fortuna che in questo singolo c’è Sofiane. Baby Gang credo che si stia affossando da solo nel continuare ad essere estremamente ripetitivo nei testi e nel cercare di portare flow non suoi. Blitz 2 avrebbe potuto essere una mina, se avesse dato un contributo diverso dai suoi singoli precedenti e invece risulta sempre la stessa minestra. Ed è un peccato, perché Baby Gang credo abbia un potenziale che gli permetterebbe di fare di più.

7 a Fantasmi di Ty1 feat. Geolier e Marracash. È un pezzo di grande impatto che unisce i flow di Marracash e di Geolier. Due generazioni a confronto e due città a confronto, Milano e Napoli, che in questo brano s’intrecciano perfettamente e che affrontano in maniera disarmante il tema dei fantasmi, intesi come i demoni che ognuno di noi è destinato ad affrontare prima o poi nella propria vita. Fantasmi che spesso, scaturendo da veri e propri traumi del passato, ci tormentano come avvoltoi, impedendoci di vivere serenamente la nostra esistenza o di godere a pieno dello status raggiunto.

7 a Zero di Mahmood. Singolo dopo singolo Mahmood sta letteralmente firmando il nuovo pop italiano. Il brano, scritto e prodotto con Davide Petrella e Dardust, è il secondo estratto dal nuovo disco di Mahmood in uscita a giugno e fa parte della colonna sonora di Zero, la nuova serie Netflix. Mahmood affronta sonorità diverse in Zero, mentre racconta la forza di due persone che si sostengono a vicenda. E lo fa con la sua voce inconfondibile, fatta di alti e bassi perfetti e con quella capacità di scrittura che riesce a rendere leggero e musicale qualsiasi argomento trattato.

7 a Mai più di Not Good feat. Emis Killa e Rizzo. Questo brano apre di fatto le porte a Hateful, la nuova etichetta di Emis Killa e Zanna e Not Good, dopo i due singoli precedenti, dimostra di saper spaccare davvero. È bravo, ha tutte le skills giuste per diventare un nuovo big della scena rap italiana. Mai più è un ottimo singolo, dove il rap di Not Good ed Emis si alterna alla voce di Rizzo, spezzando il ritmo sfrenato delle rime.

6 a Nun e Vec di Vettosi. C’è una sorta di ironia in questo singolo, che ha lo stesso titolo di un brano di Gianni Vezzosi del 2012. Comunque Vettosi sta dimostrando di sapersela cavare molto bene, portando un qualcosa di nuovo nella scena napoletana, che sta sfornando diversi talenti. In Nun e Vec Vettosi racconta u ’altra parte di sé, mettendo a nudo l’altra faccia della strada e andando oltre i racconti di situazioni difficili, che ormai conosciamo tutti. Il testo è provocatorio, le barre arroganti e dirette, e trasudano fiducia in se stesso e nei propri mezzi, senza temere il confronto con niente e nessuno. La produzione di Ceru 167, cupa e incalzante, si rivela il perfetto tappeto sonoro per questo tipo di racconto.

7 a Perros degli Elilluminari feat. VillaBanks. Un brano decisamente strano, dal ritmo incalzante, un po’ afro trap, un po’ reggaeton, decisamente tambureggiante. È interessante sentire su un beat del genere, tipico della band spagnola Elilluminari, VillaBanks, che si discosta molto dalla sua zona di comfort e ben si amalgama con questo mood e questo ritmo.

6 a Snob di Alfa feat. Rosa Chemical. Il nuovo singolo di Alfa, che anticipa il suo primo disco, è decisamente fresco e leggero. Con un cross-over tra pop e rap, tra synth e chitarre elettriche anni ’80 e ’90, Alfa racconta una storia d’amore idealizzata. Devo dire che la base di Marz e Zef è una figata, che il singolo è decisamente carino, che Alfa e Rosa Chemical si sono rivelati un’ottima accoppiata, ma su un beat di questo tipo avrebbero potuto fare decisamente di più.

6 a Restare solo. Drimer esce ancora una volta dalla comfort zone del rap classico per affrontare sonorità tendenti al pop. Sulla produzione di Ric De Large, il rapper trentino si mette a nudo raccontando paure, dubbi e rapporti con famiglia e amici come mai aveva fatto, portando la sua maturità artistica ad un gradino più alto. Il risultato è una sorta di racconto, quasi parlato, un flusso di coscienza, che alterna ricordi, malinconia e malessere. Il testo è davvero ricco, e pur apprezzando questo switch di Drimer, continua a dare il meglio di sé in contesti e mood decisamente più rap.

Tra le varie uscite della settimana, che trovi qui, ti consiglio C’era una volta la West di Gorka.

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