J Lord è il Jay-Z napoletano?

Rockit ha definito J Lord il Jay-Z napoletano. Non sto a discutere questa definizione, ma vorrei porre l’accento sull’hype e sulla pressione che inconsapevolmente mettiamo su alcuni artisti.
J Lord è indubbiamente bravo, un talento e merita di essere sotto ai riflettori, di essere anche elogiato, ma non dimenchiamo che ha solo 17 anni.
È all’inizio della sua carriera e la storia della musica insegna che ogni artista, anche il più grande, non sempre riesce a mantenere alto il proprio standard, né a soddisfare le aspettative del pubblico o quelle etichette che gli vengono cucite addosso.

J Lord, classe 2004, è il nuovo nome sui radar della scena rap italiana: nato a Napoli ma di origini Ghanesi si sta facendo strada grazie al suo talento cristallino, accompagnato dal producer multiplatino Dat Boi Dee. Uno stile che scava a piene mani nella storia dell’Hip Hop, arricchendosi di una chiave contemporanea e unica nel panorama italiano, che ha già permesso a J Lord di collaborare negli ultimi album di Mace e Massimo Pericolo. Il 9 aprile pubblicherà il suo nuovo singolo, Tanti auguri a me, sempre prodotto da Dat Boi Dee.

“J Lord, anche Napoli ha il suo Jay-Z”,  ha scritto ROCKIT.

“J Lord ha le stimmate della grandezza, in un racconto italiano senza precedenti”, ha scritto Fanpage. Tutte belle definizioni, ma non sarà troppo?
Elogiare un artista agli inizi della sua carriera, con neanche un album pubblicato, è spesso dannoso. Madame è stata elogiata come the next big thing fin dal singolo Sciccherie e da lì ha avuto un percorso in ascesa che l’ha portata, senza fare neanche un concerto, al Festival di Sanremo. Massimo Pericolo, da 7 Miliardi in poi ha avuto solo elogi e applausi. In entrambi i casi meritati, sono due ottimi artisti, ma spesso, elogiando troppo un artista si fa più il suo male che il suo bene. La pressione, se vieni considerato da tutti bravo, si fa più forte e riuscire a superarsi, a soddisfare le alte aspettative diventa poi difficile.

Paragonare J Lord a Jay-Z, un artista che ha fatto la storia del rap a livello mondiale e che oggi ha 51 anni e un vero e proprio impero, è azzardato e pone J Lord in una posizione sì di rilievo, ma anche pericolosa. A 17 anni, nonostante l’innegabile talento, è facile essere considerati dei big e poi sparire in un attimo. Oggi si tende a elogiare esponenzialmente o a denigrare i giovani artisti, senza dar loro il giusto spazio per fare il proprio percorso e dimostrare il proprio talento.

Non fategli complimenti. Non fategli capire quanto sono bravi, altrimenti non avranno più voglia di imparare nulla. Più sono bravi e meno bisogna dirglielo” dicevano gli allenatori sportivi di una volta e questo vale anche per la musica. E sai perché? Perché alzi le aspettative, perché a un certo punto fare un buon disco non basta più, non è più sufficiente e se non ti superi, non superi neanche quelle aspettative e quel disco, che è un buon disco rischia di diventare mediocre anche se non lo è. Oppure rischia di essere un capolavoro, anche se non lo è. Perché a un certo punto il giudizio oggettivo è offuscato dall’esaltazione e dall’hype.

Ecco, un artista come J Lord, ma anche come Massimo Pericolo e Madame, che sono indubbiamente talentuosi, non devi esaltarli troppo, perché nonostante la loro bravura, hanno ancora molto da dire e molto da dimostrare. Diamogli tempo.

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