Quando Mario Giordano è stato sanzionato e censurato dall’Ordine dei Giornalisti

Noi, che seguiamo e ascoltiamo rap da anni, ci facciamo anche una risata quando vediamo in tv qualcuno, che chiamiamo anche boomer, prendere il rap e tradurlo come meglio gli torna comodo.

In fondo succede da anni. I Club Dogo erano quelli che promuovevano l’uso di droghe, Fabri Fibra inneggiava alla violenza e addirittura era dalla parte di Omar e Erika, i due assassini del famoso delitto di Novi Ligure. Poi a un certo punto tutto si è placato. Il rap era sempre lì, ma bastava ignorarlo, fino alla tragedia di Corinaldo. Da quel momento si sono letteralmente scatenati. Sfera Ebbasta, Achille Lauro, Junior Cally, Skioffi sono solo alcuni degli artisti finiti al centro della bufera e dell’indignazione mediatica. TRAP=DROGA e inneggia alla violenza sulle donne. Questo dicono in tv.

E così, il buon Mario Giordano a Fuori dal Coro inizia i suoi deliri e la sua disinformazione sull’intero genere musicale.

Disinformazione che conosce bene. Nel 2016, Mario Giordano, che scriveva per Libero, si è beccato una bella sanzione dall’Ordine dei giornalisti. Commentava il delitto di Ferrara, nel quale sono morte Maria e Cloe, massacrate da due criminali per portare a termine una rapina di 300 euro, così: “facciamoci massacrare. Facciamoci ammazzare. Aspettiamo che tocchi a noi. Aspettiamo il nostro turno. Aspettiamo che una sera l’orrore bussi alla porta della nostra casa travestita da rom. Mi raccomando dite rom e non zingari, che altrimenti la Boldrini s’indigna. Anche quando vi stanno uccidendo a suon di botte, mentre vi frantumano i denti e le mascelle, mentre vi mandano al creatore per portarvi via la miseria accumulata nel salvadanaio con una vita di sacrifici, ricordatevelo bene: si dice rom. E vanno integrati. Coccolati. Riveriti. Persino foraggiati con i pubblici denari. Così si possono inserire meglio. Loro, a quanto pare, si applicano un sacco. Peccato solo che anziché inserirsi nella nostra società, preferiscano inserirsi nel nostro tinello. Armati di bastoni. Le due donne di Cento, in provincia di Ferrara, che ora lottano tra la vita e la morte, massacrate dai due rom per 300 euro“.

Peccato che i due aggressori non erano rom. DISINFORMAZIONE. PUNTO. Giordano viene sanzionato con la censura, la punizione un gradino più basso dalla sospensione dell’esercizio professionale e comunque connessa ad abusi o mancanze di grave entità.

Mario Giordano, un po’ come Achille Lauro, ci è cascato di nuovo.

2020, Mario Giordano subisce la censura da parte dell’Ordine dei Giornalisti. Di nuovo. A Fuori dal Coro invita Vittorio Feltri, che dice: “io non credo ai complessi di inferiorità, credo che i meridionali in molti casi siano inferiori”.

Mario Giordano, dopo la sanzione, commenta: “vanno in onda  ad ogni ora del giorno, terroristi, delinquenti, fannulloni, falsari, abbiamo assistito a interviste a mafiosi e camorristi, non parliamo di corrotti e prostitute che imperversano dappertutto. Possibile che io venga censurato per aver ospitato Feltri?

Ora, Mario Giordano, che ha già all’attivo due sanzioni, continua a condurre il suo spettacolino sulle reti Mediaset, cercando di alzare il poco share creando scalpore utilizzando la musica. Trap ovviamente. Non pop. La trap è il male. Questo ovviamente senza un minimo di informazione, studio, approfondimento, un po’ come nel caso dei rom.

Solo per creare scalpore, per dare al proprio pubblico, che ovviamente non conosce il genere musicale sotto accusa né i suoi esponenti, qualcosa per cui indignarsi, continuando così a disinformare sulla realtà giovanile, senza capirla, né conoscerla, né analizzarla, né tantomeno (se questo era lo scopo primario) fare una reale denuncia sociale.

Solo parole, messe lì, a caso, prese fuori contesto, per creare scandalo. Stupisce che questo faccia ancora notizia. Stupisce meno che, come nel caso di Jordan Jeffrey Baby invitato a Non è l’arena di Giletti, vengano presi come riferimento artisti che in sostanza sono la minoranza del genere rap italiano. Si parla dei testi di Rondo Da Sosa, o Baby Gang, non di quelli di Marracash, Emis Killa, o Jake La Furia. È ovviamente tutto calcolato e strumentalizzato ad hoc.

Stupisce che sui canali Mediaset non ci sia la reale volontà di comprendere e conoscere questi fenomeni giovanili, ma solo strumentalizzarli a proprio piacimento per fare audience e scandalizzare il pubblico.

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