Com’è stato accolto Il Ragazzo D’Oro nel 2011?

“Ho deciso di intitolare il mio disco solista con una metafora calcistica. ‘Il ragazzo d’oro’, il golden boy che segna sempre. Un concetto molto italiano, vicino alla gente comune. Questo lavoro vuole essere un side project, un album parallelo alla mia carriera con i Dogo. Tutti noi stiamo uscendo con lavori nostri ma non per questo stiamo trascurando la band, il gruppo viene prima di tutto. Ho sentito semplicemente l’esigenza di pubblicare qualcosa di mio. Nei pezzi c’è tutto ciò che mi piace, a livello musicale. A tale proposito, ho scelto di lavorare con vari produttori, tra cu The Cool, Dj Shocca, Bassi Maestro e ovviamente Don Joe, proprio per creare una varietà stilistica rispetto ai brani con i Dogo. Se avessi lavorato solo con Joe avrei scimmiottato le canzoni del gruppo, e non era questo ciò che avevo in mente”. Con queste parole nel 2011, Guè Pequeno aveva raccontato a Rockit il mood con cui aveva creato il suo primo disco solista, Il Ragazzo D’Oro.

Il 2011 è stato un anno abbastanza importante per il rap italiano, che ha visto l’uscita di dischi come The Island Chainsaw Massacre di Salmo, Post Scripta di Kaos, King del rap di Marracash, Thori e Rocce di Don Joe e Shablo, Penisola che non c’è di Fedez, Sound Boy di Entics, Pelleossa di Vacca.
In tutte queste uscite si va ad inserire Il Ragazzo D’Oro, che arriva un anno dopo Che bello essere noi dei Club Dogo e prima di Noi siamo il Club.
Inizialmente si pensava che Guè avrebbe pubblicato un mixtape, magari il volume 3 di Fastlife, e invece ha stupito tutti pubblicando il suo primo disco solista, che oggi è considerato una pietra miliare del rap italiano, che ha influenzato molti artisti e posto le basi per quello che sarebbe diventato un suono che da lì a breve avrebbe fatto tendenza.

Il Ragazzo D’Oro è stato anticipato dal singolo Giù il soffitto, un brano zarro, potente e irriverente, che ha fatto sì che i fan dei Dogo e non solo fossero incuriositi dal nuovo disco di Guè Pequeno. Il video ha suscitato parecchio clamore ed è stato anche censurato da YouTube. Questo ovviamente ha contribuito ad accendere ulteriormente i riflettori sul Ragazzo D’Oro.

Ma cosa si scriveva de Il Ragazzo D’Oro nel 2011?

1. “Questo album non diventerà una pietra miliare, ma resta comunque un ottimo prodotto realizzato da uno dei più bravi e affermati artisti della scena rap italiana”. [Hiphoprec]

2. “Il Ragazzo D’Oro, nonostante alcune tracce non proprio riuscitissime, nel complesso, è il miglior disco targato Dogo Gang da un bel po’ di tempo a questa parte, in cui finalmente tornano a brillare quelle qualità che avevano imposto la crew milanese come la più conosciuta e seguita in Italia”. [Rockol]

3. “Ci sono brani che in un mixtape avrebbero spinto forte, tipo la mezza genialata americanoide della title track (mezza, solo perché qualcuno c’è arrivato prima…), l’incetta di punchline in “Big!” con buona parte della scena rap italiana, e le due versioni, soft e hard, di liriche a tripla X”. [Dolcevitaonline]

In questo caso viene fatto riferimento a All White Everything di Young Jeezy.

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