Il 9 marzo 1997 ci lasciava The Notorious B.I.G.

Sono passati 24 anni dalla morte di The Notorious B.I.G., colui che è passato dall’essere il re di New York a leggenda mondiale.

Netflix lo ha celebrato con il documentario Biggie: I got a story to tell, uscito proprio i primi di marzo e ho pensato di ripercorrere gli ultimi giorni di Biggie, dal suo arrivo in California, in quella West Coast a lui ostile, tanto che prima di partire la mamma di Christopher gli ha detto stai attento laggiù, fino alla tragica notte della sparatoria nella quale ha perso la vita.

Febbraio 1997, The Notorious B.I.G. va in California per promuovere il suo secondo album, la cui uscita è prevista per il 25 marzo di quell’anno, e per registrare il video del singolo Hypnotize.

Il 9 marzo concede un’intervista al talk show The Dog House di radio KYLD a San Francisco, in cui dichiara di aver contattato un servizio di sicurezza e lo stesso giorno partecipa a una festa organizzata dalla rivista Vibe e dall’etichetta discografica Qwest Records al Petersen Automotive Museum di Los Angeles.

A mezzanotte e mezza circa, Wallace lascia la festa dopo che le forze dell’ordine decidono di chiuderla per sovraffollamento, si siede sul sedile del passeggero in auto con il suo amico D-Roc, Lil’ Cease e l’autista, Gregory G-Money Young, mentre Sean Combs viaggia su un altro autoveicolo con tre guardie del corpo.

Le due Chevrolet Suburban sono scortate da una Chevrolet Blazer che ospita il capo della sicurezza della Bad Boy Records.

Alle 00:45 la strada è affollata di persone che lasciano la festa, i SUV sono quindi costretti a fermarsi a circa 50 metri dal museo. Una Chevrolet Impala nera si affianca all’auto di Biggie e il conducente, un afroamericano elegantemente vestito con uno smoking blu, abbassa il finestrino e spara quattro colpi nel torace del rapper con una pistola 9 mm. Wallace viene trasportato immediatamente al Cedars-Sinai Medical Center, ma viene dichiarato morto all’1:15.

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