Rabbia e denuncia sociale sono alcuni degli ingredienti di Me, il nuovo Ep di Sace

Il 16 febbraio è uscito Me, il nuovo Ep di Sace, un progetto che si compone di sole sei tracce, ma di tanto rap.
Niente featuring, niente nomi ad effetto e niente effetti speciali, solo rime, rabbia, episodi autobiografici e udite udite denuncia sociale. Una cosa davvero più unica che rara visti i tempi che corrono. E la cosa folle è che Sace sa pure scrivere. Ok, ironia a parte, Sace ha una scrittura ricca di significati e di contenuto, rime fatte bene, una buona dose di energia e rabbia e la capacità di descrivere la realtà che viviamo in modo duro e crudo.
Me è uno di quegli Ep che vale assolutamente la pena ascoltare e per questo motivo ho deciso di fare al suo autore, Sace, 5 domande.

Da una parte intitolare un disco con il proprio nome va di moda oggi,
ma tu scegli ME, è un modo per dire che ti racconti a 360 gradi?

Esattamente, è un progetto che vuole mettere un punto ma allo stesso tempo delineare una nuova partenza. Dopo aver sperimentato su sonorità latine con i singoli “Maria” ed “Anaconda” ho percepito da parte del pubblico confusione su ciò che volessi rappresentare e comunicare quindi
è stato spontaneo portare a compimento un progetto che raccontasse molto di me e degli ultimi due anni abbastanza travagliati che ho vissuto.
Questo è un Ep molto serio, con tematiche spesse e che lascia poco spazio a frivolezze varie ma io sono anche altro ed ora sto riuscendo a tirarlo fuori grazie al mio team, con un nuovo progetto che stiamo portando a compimento proprio in questo periodo.

Quanto è stato difficile da una città come Aprilia arrivare a emergere e farti conoscere?

Sinceramente non ho mai sofferto questa cosa, a 15 anni appena iniziai
vinsi un contest di Honiro tra più di 200 partecipanti da tutta Italia, ad oggi non sono molti ma nel 2010 l’affluenza era assai minore. In palio c’era la possibilità di poter suonare dal vivo su uno dei palchi più importanti a Roma, quindi sin da subito mi sono ritrovato fuori dalla provincia a condividere lo stage con gli esponenti capitolini più acclamati in quel periodo.


In passato hai avuto collaborazioni molto importanti, Primo Brown,
Bassi Maestro Sick Luke, ma oggi ci presenti un Ep senza featuring,
una scelta controcorrente, se vogliamo, perché?

Ad oggi mi rendo conto che un progetto senza featuring non è molto
appetibile per le case discografiche o di distribuzione, anche il pubblico
nutre meno curiosità e interesse ma il mio unico scopo era quello di raccontare e raccontarmi senza filtri, non mi sono preoccupato dei numeri che una mossa del genere potesse generare e beneficiare al progetto.
Durante la stesura dei brani l’Ep è diventato sempre più personale a tal
punto da non poter coinvolgere nessun altro oltre me perché in tutta
onestà non sentivo nessuno cosi vicino a tal punto da poterne prendere parte.

In Me ci sono tre tracce, Me, 24K e 04011, nelle quali emerge il tuo
vissuto, il rapporto con tua mamma e la voglia di mettere Aprilia sulla
mappa del rap game, me le racconti?

Il brano “Me” è dall’inizio alla fine uno sfogo di ciò che ho vissuto nei due
anni precedenti, l’ho scritto in un pomeriggio di dicembre (era il 2019 se
non sbaglio) dritto e senza ritornelli; ad oggi lo reputo uno dei flussi di
coscienza più puri che ho mai inciso su carta. 24K l’ho scritto dopo poco
che scattò il lockdown, fu un periodo di profonda riflessione e da li è
venuto automatico scrivere e dedicare un brano a mia madre che mi ha
sempre supportato e spinto ad inseguire i miei sogni senza ostacolarmi mai. Certe volte diamo per scontato moltissime cose, io decisi di sfruttare quel periodo di chiusura per rivalutare e riconsiderare tante cose della mia vita. Aprilia è una città difficile, più di molte, meno di altre e nessuno mai l’ha raccontata per quello che è… da qui nasce la voglia di coinvolgere molti ragazzi della mia città tra cui Michele Garofoli a cui è stato affidato il videoclip e che è riuscito a raccontare con le immagini ciò che io non ho volutamente esporre a parole… il fine non è solo mettere Aprilia sulla mappa del rap game ma è sopratutto il far sentire i ragazzi della mia città rappresentati.

Tu fai anche molta denuncia sociale e ti metti dalla parte dei giovani, in questo senso mi ha colpito molto Giovani Pazzi. Secondo te, oggi manca il rap di denuncia? E perché?

Ad oggi indubbiamente manca la denuncia ma a me sembra che il grande pubblico non ne senta tanto la mancanza e se vogliamo dirla tutta è anche normale visto che il rap è per eccellenza lo specchio della società… e se nella società odierna il programma di Barbara D’Urso è quello con più share in assoluto, non mi sorprendono i contenuti di alcune canzoni più in auge da qualche anno a questa parte; questo per dire che le lamentele musicali spesso vengono scagliate dalle stesse persone che si cibano di programmi spazzatura
in cui vengono trattate tematiche similari se non peggiori.

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