Luchè: “i magazine non devono elemosinare i commenti”

Siccome non abbiamo un cazzo da fare in questo periodo, iniziamo la settimana con le ultime dichiarazioni di Luchè.

I vari magazine su Instagram dovrebbero smettere di chiedere ai followers cosa pensano nei commenti. Lo trovo banalissimo, limitatevi a fare informazione, o quando capita a dire la vostra sulle cose, basta elemosinare una reazione a tutti i costi per far salire la pagina. Così facendo si cede il proprio potere al pubblico diventandone dipendente.

Ok, quindi i social, che attenzione non sono magazine, ma pagine social, sulle quali in teoria dovrebbe essere pubblicata solo una parte del contenuto di un articolo, e che dovrebbe creare interazione e discussione, secondo Luchè dovrebbero avere un’interazione spontanea e non indotta da una domanda. Ovviamente Luchè non parla solo dei magazine di rap, ma in generale. E alla fine, per quanto sia campata in aria questa affermazione, è un punto di vista.

Del resto Luchè di magazine se ne intende parecchio, dal momento che ha creato il suo Power Network per portare critica in Italia. Sì, critica. Lo dice lui stesso nell’intervista di presentazione del suo magazine.

Vediamo un po’ la critica che manca in Italia e che Power Network ha generosamente portato in un’informazione persa tra news e leccate di culo.

Non sarà troppa tutta questa critica?

Vogliono portare la critica, non la portano e se li critichi si incazzano. Ok. Ma i magazine non devono elemosinare le intercettazioni. I rapper sì. Quando pubblicano, o stanno per pubblicare, un singolo o un disco è un’elemosina perenne, continua e talvolta imbarazzante. Tra commenta con l’emoji di turno, streamma, presalva, mandami lo screenshot, a 10.000 commenti rilascio il singolo, seguo chi commenta di più e via dicendo è la fiera dell’elemosina.

Tornando al discorso iniziale, è vero che leggere “cosa ne pensi, diccelo nei commenti” è brutto, ed è vero che spesso le discussioni sfociano in liti piene di insulti inutili, ma siamo su Instagram, non a un dibattito accademico ed è un po’ il gioco delle parti. Anche se indubbiamente, lanciare una notizia che di per sé crea dibattito, non esporsi e chiedere che sia il pubblico ad esporsi è una cosa bruttissima da vedere, nonché una paraculata enorme da parte di chi scrive.

In un certo senso Luchè non ha torto. Immagina di leggere la notizia di un uomo che ha ucciso la moglie e in fondo al post trovarti la domanda “cosa ne pensi?”, pensi “che domanda del cazzo mi stai facendo?”, o no? Ma se scrivi un articolo sull’ultimo singolo di Sfera Ebbasta, dai la tua opinione in merito e chiedi “ti è piaciuto?”, la domanda ci sta. Così come ci sta la domanda quando, per esempio, lanci la notizia che il rapper X ha annunciato l’uscita del suo nuovo album e chiedi “sei curioso di ascoltarlo, o cosa ti aspetti?”. Ci sta è interazione. Ci vorrebbe forse più intelligenza nell’interagire, questo sì, ma alla fine è un discorso che secondo me è basato sulla noia di non sapere di cosa parlare e anche abbastanza inutile.

Comunque mi piacerebbe sapere da Luchè, che sembra essere un esperto di giornalismo e blogging, dov’è la critica del suo Power Network, perché nella mia ignoranza e pochezza non la vedo.

Lascia un commento