Ketama 126: “senza lavoro non si pagano le tasse”

Ketama, dopo aver parlato della difficoltà che sta vivendo a causa della pandemia e dello stop a concerti ed eventi, che se non riprenderanno lo costringeranno a cambiare lavoro, torna sull’argomento. Lo fa via Instagram stories, dove spiega:
Grazie per avermi dato voce, ma vorrei precisare una cosa perché non sono stato abbastanza preciso. Quando dico che se entro un anno non ricomincio a lavorare sarò costretto a non pagare più le tasse o a cambiare Paese, credo di parlare a nome non solo mio, ma di tutti coloro che lavorano, non solo nello spettacolo, ma anche nella ristorazione, nel turismo o qualsiasi attività che per via delle restrizioni dovute alla pandemia sono costrette a chiudere.
Non è una minaccia, ma semplicemente ciò che accadrà. Senza lavoro non si pagano le tasse e si è costretti a fare reati o emigrare in un altro Paese. Questo è il prezzo che stiamo pagando, le vite che stiamo distruggendo, e non basterà un vaccino a ripararle“.

Senza lavoro non si pagano le tasse. E la musica è un lavoro esattamente come gli altri, solo che a differenza di altri settori, leggermente più tutelati dal nostro Governo, quello dello spettacolo è stato completamente ignorato nel nostro Paese. Anzi, viene considerato secondario, di puro svago e spesso svalutato con la parola “movida”. Peccato che nella “movida”, o grazie alla “movida” campino intere famiglie. Se pensiamo alla musica, sappiamo bene che non esistono solo i cantanti, ma anche tantissimi altri lavoratori dai tecnici, ai fonici, agli operai, a tutto ciò che ruota intorno alla musica dal vivo, locali, discoteche, baristi, camerieri, addetti alla sicurezza, alle pulizie, e via dicendo. Tutti lavoratori che spesso o vengono pagati in nero, o fanno parte di cooperative, o sono liberi professionisti. Tutti lavoratori che da un anno sono fermi. Senza parlare dei teatri, degli attori, dei circensi. Il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento è stato lasciato a se stesso.
E purtroppo questa crisi sta inesorabilmente colpendo tutti i settori. Commercio, abbigliamento, ristorazione, turismo, sport, sono tantissimi i settori in ginocchio e le famiglie che non arrivano a fine mese.

Ho letto commenti relativi alle parole di Ketama di questo tipo “la droga costa“, “fare il cantante non è un lavoro“, “poteva pensarci prima di sperperare tutto” e sai cosa penso? Che è facile parlare. Ognuno di noi vive e spende in base alle proprie disponibilità economiche e si fa due conti in base allo stipendio. Una pandemia non è prevedibile, se sei abituato a vivere con X soldi al mese e con quelli sai che devi pagare affitto, macchina, spesa e extra vari e all’improvviso quell’X si dimezza o scompare, hai comunque da pagare affitto, bollette, spesa e via dicendo. Questo vale per un cantante, per un impiegato, un libero professionista e i tanti in cassa integrazione con gli stipendi più che dimezzati. Perché il lavoro è lavoro e senza lavoro non solo non si pagano le tasse, ma non si mangia neanche.

Ecco, Ketama ci parla di un argomento che, non solo tocca lui come cantante e tantissimi suoi colleghi che preferiscono continuare a ostentare ricchezza, ma tutti noi.

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