La pagella delle uscite settimanali

8 a OBE di Mace. Sulle capacità da producer di Mace non avevo dubbio alcuno, ma guardando la tracklist prima che uscisse il disco, temevo che sarebbe stato uno di quei dischi in cui vengono chiamati artisti vari per accontentare un po’ tutti. Sai tipo una sorta di macedonia dove ci metti dentro Gemitaiz, Guè Pequeno, Venerus, Ketama, Side Baby così non scontenti nessun ascoltatore e acchiappi più streaming. Ma in realtà è un discone.

OBE è l’acronimo di Out Of Body Experience, ovvero esperienza extra-corporea. Di fatto è un viaggio e se dovessi etichettarlo in un genere, direi chilli con richiami alla black music, esplorata in molte delle sue sfaccettature, e accompagnata da sonorità più scure che hanno come riferimento la scena elettronica UK.

Il tema del disco è il viaggio, fisico e spirituale, che si snoda nelle 17 tracce esplorando e attraversando generazioni e sensibilità artistiche molto distanti tra loro, ma che ben rappresentano lo spirito e la giuda date da Mace. Ciascun elemento alla base delle diverse produzioni racchiude al suo interno le influenze, gli stimoli e le suggestioni vissute da Mace durante la propria esplorazione del mondo, trasportando l’ascoltatore a viaggiare dimensioni lontane.

7 a Inuyasha di Mahmood. Inuyasha come il noto manga giapponese,
un mezzo demone che riesce ad arginare il suo lato oscuro per tutelare i compagni di viaggio, rinunciando volontariamente a diventare un demone completo. Nella canzone è quindi la metafora perfetta per descrivere la complessità delle relazioni, fra desiderio di espressione e necessità di non riversare sugli altri la propria parte peggiore rinchiudendola “dentro una crisalide”. E Mahmood, che è sempre Mahmood, con la sua voce inconfondibile che usa davvero in modo unico, si comporta proprio come Inuyasha cercando di nascondere la parte più oscura di sé. Il tutto viaggia attraverso simboli, metafore e dualismi. Davvero un brano perfetto per le radio e sicuramente più semplice nel testo rispetto ad altri suoi lavori precedenti.

6 a Donne che odiano le donne di Chadia Rodriguez. Tutta questa lotta al bodyshaming e al cyber bullismo è davvero interessante e anche utile se pensiamo che Chadia è molto seguita sui social da ragazzine molto giovani e il messaggio di farcela e di alzarsi sempre nonostante le critiche e le cattiverie è importante. Peccato che la sua voce sia estremamente fastidiosa e che riesca a rendere di plastica e noioso anche un messaggio come questo.

6 e 1/2 a Fanno di tutto per hype di Laioung feat. Fabri Fibra. Laioung torna a collaborare con Fibra a quattro anni da Dipinto di Blu e Fibra regala una delle strofe migliori degli ultimi tempi. È davvero in grande forma, si sente che il tema dell’hype e del successo lo sente particolarmente vicino e sicuramente la sua voce e la sua opinione hanno un peso notevole. Laioung ha indubbiamente una voce molto particolare in grado di giocare con flow e ritmi diversi. Il brano non è male, sia per l’argomento trattato sia per come viene trattato, ma credo che Laioung dia il meglio di sé in inglese piuttosto che in italiano e per quanto i due artisti siano in sintonia sembra uno di quei feat. fatto perché andava fatto.

7 a CAPS LOCK di Egreen. Per la prima volta Egreen collabora con HLMNSRA, il produttore siciliano di base a Londra che collabora da tempo con Flohio, una delle novità UK più interessanti degli ultimi anni. HLMNSRA ha un approccio alla musica decisamente estroverso, mischiando sonorità UK Drill, Grime, Dancehall e Afroswing proprio come nel singolo CAPS LOCK. Egreen non ha bisogno di presentazioni, in fatto di rap e scrittura è un numero uno e come tale riesce ad adattarsi e ad esaltare qualsiasi tipo sonorità senza abbandonare la sua attitudine.
CAPS LOCK è un ottimo singolo, nel quale sonorità all’avanguardia si mischiano perfettamente con il rap fatto come si deve, a dimostrazione del fatto che anche su una base con influenze Drill e Grime si possa comunque rappare.

7 a Amore di mezzo di Junior Cally. Siamo molto lontani da Magicabula, ma anche da Capelli Rossi, questa volta Cally ha rilasciato forse il brano più intimo della sua carriera. Una ballad rap dove le rime scorrono tra malinconiche polaroid e i ricordi di una relazione ormai giunta al capolinea. Un amore consumato en plein air tra le spiagge di Fuerteventura e i sedili dell’auto dove far l’amore a tutta velocità e togliersi i vestiti alla rinfusa con la paura di essere scoperti: “Ti cambi in macchina che sbatti dai/perchè non ti vesti di me/come fossi in camera, tu esagera!”. Amore, malinconia e melodia, Amore di mezzo è uno di quei singoli che ti catturano e che sono estremamente adatti a passare in radio e a raggiungere un pubblico più vasto, perché racconta sì di episodi vissuti in prima persona, ma nei quali chiunque può ritrovarsi e perché ha quel ritornello che entra in testa e ti cattura.

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