Quanto deve pagare un artista emergente per far conoscere la sua musica?

Facciamo finta che sono un piccolo artista emergente e come tale ovviamente indipendente.
Faccio musica e sogno di poter trasformare la mia passione in lavoro. Nel frattempo però ho un lavoro vero e spendo quel poco che guadagno nella mia passione.


Quindi scrivo, poi se non ho uno studio o un amico producer, pago uno studio per registrare e fare mix e master. Il pezzo è pronto e ora pago un servizio, che sia IMusician, Distrokid o TuneCore per mettere il mio singolo sulle piattaforme digitali e sperare che arrivi a più persone possibili. Spendo circa 50€ l’anno, ne guadagno all’incirca 1,50€ ogni mille streaming. Alla fine il mio brano resta lì, quasi nascosto nel grande oceano delle piattaforme digitali, perché non ho un’etichetta che mi distribuisce, né una major. Facciamo finta che ho usato IMusician, ho speso 20€ per essere caricato sulle piattaforme digitali, il singolo è andato discretamente, ha fatto 20k streams, e io ho guadagnato neanche 100€, e ho comunque bisogno di arrivare a più persone, cosa posso fare quindi per farmi notare?

Posso pagare qualche pagina Instagram che mi promuova nei suoi post e strories sperando di arrivare a più persone.
Posso pagare un servizio che spamma la mia canzone su varie playlist, ovviamente non quelle editoriali di Spotify, nella speranza di aumentare gli streaming ed essere notato.
Posso pagare un TikToker famoso con milioni di followers per far aumentare gli streaming del mio brano, essere notato e magari finire in viral su Spotify.
Posso pagare per comprarmi gli streaming. Ok, è come comprare i followers su Instagram, ma alla fine lo fanno tutti.

Quindi, dopo aver pagato per lo studio, il mix, il master, il servizio che mi mette sulle piattaforme digitali, in sostanza devo pagare ancora. Sì. Devi pagare.
Poi magari finisci per buttare via i soldi, per spendere quei 100€ che con fatica hai messo da parte, in una playlist Spotify della pagina Instagram tal dei tali o in una promo su un’altra pagina Instagram, e scopri che sì e no ha preso 10 streaming in più e un po’ ti gira il cazzo e ti senti demoralizzato.

Se invece sei già fortunato e hai un’etichetta, ci pensano realtà come Believe o Artist First a mettere la tua musica nelle piattaforme digitali e ovviamente non paghi nulla. Non è detto, però, che se vieni caricato su Spotify per esempio da Believe entri automaticamente nelle playlist editoriali di Spotify e inizi a fare milioni di streams. Believe, come Artist First, fa sì che la tua musica venga distribuita e chiede a Spotify di inserirla nelle playlist editoriali, ma non è scontato che succeda, tutto dipende dal numero di streaming che la tua musica produce.

Ora Esse Magazine, sulla scia di Worldstar hip hop, crea un servizio in partnership con TuneCore e Believe, disponibile sul suo sito internet. Ma come funziona? Può essere che paghi un po’ di più rispetto all’affidarti da solo a TuneCore, o a Distrokid o a IMusician, ma il tuo brano viene comunque caricato sulle piattaforme digitali e Believe, così come fa con le etichette e le major, ti dà i pitch. Ovvero, Believe prova a proporre il tuo brano alle varie playlist editoriali, ma come nel caso in cui tu sia distribuito da un’etichetta, non è garantito che finisca in quelle playlist. Ci prova, ma la scelta spetta all’editor di Spotify Italia, che inserisce nelle playlist editoriali prettamente brani che continuano a macinare streaming.

Alla fine, oltre a pagare, devi essere anche fortunato.

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