Nicola Siciliano: “tra quei ragazzi in giro per Napoli ci sono anch’io”

Napoli 51 di Nicola Siciliano è un lavoro che mette a fuoco le capacità nella scrittura e nelle produzioni di Nicola Siciliano, andando a definire uno stile che si muove con grande libertà tra generi, sonorità e riferimenti differenti.
Nel disco, Nicola Siciliano espande la ricerca stilistica avviata dalla prima parte del disco, miscelando con originalità elementi che provengono da molteplici mondi sonori, con una maturità difficilmente riscontrabile tra gli artisti della sua età: trap, trap soul, hip hop, funk, grime, dancehall, jazz (in “Zen” l’artista ha coinvolto gli strumenti di importanti musicisti della scena acid jazz milanese) e naturalmente le sonorità tradizionali di Napoli vengono sapientemente dosati e mescolati insieme diventando un unico suono.
Le tematiche affrontate da Siciliano e dai suoi ospiti spaziano dall’amore ai rapporti umani catturati nella loro evoluzione, e ancora i momenti e le emozioni vissuti in quarantena e naturalmente il suo quartiere, raccontato nelle difficoltà dei suoi abitanti, nel ruolo di incoraggiamento e di spirito di rivalsa che il giovane artista percepisce di esercitare e nel legame viscerale provato da Nicola verso le proprie origini.




Hai diviso il tuo primo disco in due parti, si può dire che la seconda parte sia una sorta di evoluzione sonora della prima?

Si, volevo esplorare tutte le mie doti da producer, cercando di sperimentare il più possibile e di creare qualcosa di unico. Nella prima parte era come se stessi scoprendo questo nuovo mondo, questa “Napoli 51”, mentre nella seconda parte ormai quello era il mio pianeta.


Ascoltando il disco ho notato una forte presenza della tradizione napoletana mischiata a sonorità trap, trap, hip hop, funk, grime, dancehall, e persino jazz, il tutto in modo estremamente inedito, quali sono le tue influenze musicali?

Non saprei, ascolto un sacco di generi diversi: il funk, il jazz, l’hip hop e molti altri. Mi ispiro un po’ a tutto però cercando sempre di portare qualcosa che non si sente spesso. Ultimamente ascolto molto Roddy Rich e Ella Fitzgerald.



Dal punto di vista dei testi, mi sembra che alcuni dei temi ricorrenti siano l’amore, il tuo quartiere, ma anche il lockdown, si può dire che è una sorta di diario della tua vita?


Considero la musica, in generale, il mio diario, la uso per sfogarmi, quindi in un certo modo si, questo disco è una piccola parte del diario della mia vita.



Parlando del tuo quartiere mi sembri molto positivo e propositivo, come se volessi incoraggiare i tuoi conterranei ad avere fiducia, quali sono i punti di forza e di debolezza di Secondigliano? E cosa secondo te chi non è mai stato lì non ha capito di Napoli?


Chi non è mai stato a Napoli, non può capirla, perché è una città con una forza unica. Secondigliano è un quartiere tranquillo, il suo punto di forza è la musica, qua in zona si è sempre fatta e questo è molto importante perché ti tiene lontano dalle brutte situazioni. Secondo me Secondigliano ha difetti come tutti i quartieri, ma sono i pregi a renderlo unico.


Alcuni quando si parla di rap napoletano dicono “non lo ascolto perché non capiscono cosa dicono”, credi che ci sia una sorta di “razzismo” nei confronti del rap napoletano?


Ma no, per me il razzismo è una cosa diversa, penso che ci sia ancora un po’ di chiusura e basta, alla fine come le persone ascoltano l’inglese e non capiscono, posso ascoltare anche il napoletano.



Cantare in dialetto pensi che potrebbe toglierti una fetta di pubblico a lungo andare? C’è una frase che più di tutte rappresenta appieno Napoli 51?


Penso che con il tempo possa diventare un punto di forza, il dialetto napoletano ha delle sonorità potenziali incredibili, è solo questione di tempo per far si che vengano sempre più apprezzate.
La frase che mi rappresenta di più è un pezzo di “Semp Cu Me” dove dico “Scugnizze pe Napule a pede ma semp cu me”, tra quei ragazzi in giro per Napoli ci sono anch’io, voglio dare una speranza a tutti e la dedico ai miei amici per mostrargli che c’è un futuro diverso.

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