La pagella delle uscite settimanali

7 a QVC9 di Gemitaiz. Hai presente quando si dice non dice niente ma lo dice bene? Ecco, credo che questo possa riassumere QVC9 di Gemitaiz. Del resto, ultimamente, chissà perché, ci si aspetta sempre un flop da Gemitaiz e capita di leggere frasi del tipo “Gemitaiz non è più quello di una volta”, ma in QVC9 troviamo un rap di ottimo livello e su questo, trattandosi di uno che il rap lo sa fare eccome, non avevamo dubbi, ma anche molta varietà dal punto di vista del flow. Un esercizio di stile, che ti tiene incollato pure ad ascoltare la strofa di Chadia Rodriguez, 18 tracce che inevitabilmente ti entrano in testa ed è esattamente quello che serviva in un momento come questo. Un progetto che, anche se non eccelle dal punto di vista degli argomenti, ti tiene lì incollato e ti entra in testa, facendoti svagare e anche incazzare a volte, ma sicuramente ti dà la carica giusta.

8 a Floridiana di CoCo. È un disco o un mixtape? Perché Floridiana sembra un mixtape, ma in realtà è un disco, che assomiglia più alle pagine di un romanzo che racconta l’ultimo anno di CoCo. A differenza di Acquario, in Floridiana troviamo più rap.
Questo progetto è una metafora musicale – racconta CoCo – una frattura spazio/temporale che mi riporta nel mio luogo incantato al centro della metropoli. A suo modo è un concetto che illumina il mio modo di intendere/vivere la musica. Molto malinconico, va’. La Floridiana è stato
il parco della mia gioventù a Napoli: un luogo pacifico, protetto, ma
altrettanto dark. Mistico e misterioso. Se vogliamo, inquietante. Era la
parola perfetta per il titolo. La radice di tutte le canzoni è l’autobiografia però la matrice è l’amore. Questa volta ho lavorato al progetto con maggiore serenità e leggerezza perché ho maggiore consapevolezza del mio mestiere e delle mie intenzioni“.

6 a Purosangue di Cromo. A me Cromo fa tenerezza, perché è uno di quelli capaci, ma che non viene cagato. In Purosangue emerge proprio la sua voglia di fare rap e di comunicare in maniera diretta, ma contiene brani dalle atmosfere più riflessive, arricchite dai featuring di Clementino, Bresh, Disme, L’Elfo, Uzi Lvke e K.Wasabi, solo che spesso si lascia andare a melodie a volte un po’ “sciocche” e nonostante Cromo sappia rappare molto bene non riesce ad arrivare.

5 a Calmo di Young Signorino. Ok, dimentica il Young Signorino troll alla Mmh ha ha ha, perché ha deciso di non giocarsi la carta del troll per il suo album di debutto. Il problema è che questo disco verrà cagato solo dai suoi fedelissimi fan, perché gli altri non si sono neanche accorti della sua uscita. Young Signorino forse ha giocato male le sue carte e Calmo è esattamente calmo. Le sonorità sono morbide, eteree e delicate, tipiche del genere “cloud”, che rispecchiano il mood dei testi e delle tematiche e di fatto ti fa cadere le palle anche se non le hai.
Le melodie sono a tratti narcolettiche e va bene che siamo in fase lockdown spalmati sul divano, ma un po’ di azione non guasta mai. E i testi rispecchiano perfettamente le meldie. Young Signorino sembra essersi lasciato il passato alle spalle e va bene crescere e cambiare rotta, ma l’impressione è che non abbia ancora trovato una cifra stilistica propria.

5 a Fast di Anna. Forse era meglio un Remix di Bla Bla Bla che questo Fast. Anna prova a cambiare mood e sonorità e incredibilmente prova anche a dire qualcosa, solo che dice cose a caso come sempre e soprattutto che ancora una volta sembrano non appartenerle. Parla di concerti e sfilate, ma dico io quali concerti? Che con tre singoli e sette remix, manco un dj set può fare? Testo a parte, Fast, a differenza di Bando e Bla Bla Bla, che nel loro essere orrendi, almeno spaccavano dal punto di vista sonoro, qui abbiamo una lagna.

7 a Clito di Madame. È forse il brano che non ti aspetti da Madame, soprattutto per un testo dai forti richiami sessuali e decisamente esplicito. Dal punto di vista del flow, lei continua a giocare con la voce e lo fa benissimo, il testo invece è tutto da scoprire. Intanto Madame porta avanti il messaggio dell’essere una giovane donna forte, iniziato con “fai quel cazzo che ti pare lady” e poi usa il parallelismo con l’atto sessuale per esprimere le sue emozioni e il modo in cui si sente, come quando dice: “Vita troia fotti da vestita, io a novanta lei col mitra sulla mia figa, rido e mica
Ci ride su con me, ci rido su, com’è
Che rimango incinta di una sfiga? Fumo siga’ così nasce storta, bam bam
La storia di una lady un po’ si schifa
Soprattutto quando nulla nel vissuto la fa figa
A volte o fai la zoccola o la bella malandrina
Quando non hai mai sparato ma hai sperato in una fine o la tua fine, bang“.

7 a Baozi con i Rick Owens di Warez. Il brano, che musicalmente Warez definisce “asian trap”, gioca sul contrasto tra un piatto tipico e molto popolare della cucina cinese, il baozi (usato come metafora), e i capi d’abbigliamento di prestigio dello stilista statunitense Rick Owens: due mondi opposti accostati perché se il rap nasce dal basso è anche vero che da sempre si nutre di status symbol legati ai piani alti per rappresentare la rivalsa economica. È un brano molto particolare sia dal punto di vista sonoro, che delle parole, ma decisamente molto ben curato e inedito.

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